Con il ritorno della stagione calda si ripresenta il problema delle febbri estive. Il termine scientifico con cui vengono definite è “arbovirosi”, cioè malattie infettive trasmesse da insetti. Il diffondersi in questi ultimi anni di queste patologie anche nelle nostre regioni è una delle conseguenze del cambiamento climatico: le temperature medie nettamente più alte che in passato e gli inverni più miti hanno creato le condizioni ambientali idonee per gli insetti vettori di queste malattie (zanzare, zecche).
Non è una sorpresa,infatti, trovare anche nella stagione fredda numerose zanzare nei nostri giardini e nelle nostre case. Inoltre sono stati importati insetti che veicolano queste malattie, come ad esempio l’Aedes albopictus o zanzara tigre, arrivata in Europa molto probabilmente tramite il commercio di pneumatici usati.
È quindi in atto un vero e proprio processo di “tropicalizzazione” dei nostri climi, e quindi anche le malattie di quelle latitudini sono diventate frequenti qui da noi. Ormai abbiamo imparato a conoscere patologie causate da virus come la febbre del Nilo occidentale (West Nile fever), la febbre Chykungunya, la febbre Zika e l’encefalite trasmessa da zecche (tick borne encephalitis o TBE).
Anche i nomi di queste malattie sono spesso di origine tropicale: per esempio il termine dengue deriva da un’espressione africana che fa riferimento ad uno spirito maligno, mentre la parola chikungunya è sempre di origine africana e indica la postura contorta che assumono le persone per i dolori articolari causati da questa febbre. Ci sono poi le patologie causate da batteri, come la malattia o borreliosi di Lyme, causata appunto dalla Borrelia, anch’essa trasmessa da zecche.
Queste malattie hanno alcune caratteristiche simili sul fronte delle modalità di trasmissione e di alcuni aspetti clinici e diagnostici. Generalmente decorrono in modo non grave, ma in percentuali variabili attorno al 10-15% possono aggravarsi e diventare pericolosi per la vita. Questo più facilmente accade in soggetti molto anziani o portatori di altre importanti patologie, come l’esperienza del Covid-19 ci ha purtroppo insegnato.
Per molte di queste patologie in realtà non esistono terapie specifiche, fatta eccezione per la malattia di Lyme che può essere curata adeguatamene con antibiotici. Quindi la prevenzione svolge un ruolo fondamentale. Esistono alcuni vaccini molto efficaci: per la TBE è vivamente raccomandato il vaccino in particolare per chi d’estate frequenti i boschi o facciano abitualmente passeggiate in montagna. È già stato approvato ed è di prossima uscita anche un vaccino per la dengue, che è una malattia con una particolarità: è più pericolosa in caso di re-infezione.
La prevenzione primaria, cioè evitare la puntura di questi insetti, rappresenta dunque il miglior modo per difenderci da queste malattie. E lo si fa principalmente in due modi: con la lotta ai vettori e con la protezione individuale dalla loro puntura.
La lotta ai vettori viene praticata in tutto il Veneto grazie a una campagna della Regione che svolge un attento monitoraggio della presenza di insetti portatori di queste malattie, in modo da attuare un rapido e mirato intervento laddove si rilevi la presenza di questi virus.
Poiché in genere sono gli ambienti umidi e stagnanti i luoghi dove le zanzare si riproducono, ognuno di noi deve controllare i propri giardini e terrazzi anche usando prodotti che eliminino le larve di questi insetti. In tutte le situazioni in cui possiamo esporci alla puntura di zanzare e zecche è opportuno usare i repellenti cutanei più adatti, generalmente a base di icaridina o dietiltoluamide-DEET: vanno applicati frequentemente (ogni 2 ore circa) perché la loro capacità protettiva dipende dai fattori ambientali e dalla nostra sudorazione.
Anche l’uso di indumenti adatti, infine, è molto importante: pantaloni e maniche lunghe sono essenziali nel difenderci dalle punture di questi insetti e rendere sicure le nostre escursioni negli ambienti naturali.
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