Russi la notte? Una delle principali cause del respiro rumoroso mentre si dorme è la sindrome delle apnee ostruttive del sonno (OSAS), caratterizzata da disturbi respiratori che si manifestano, appunto, durante il sonno e provocano un’anomala interruzione del respiro. Se ripetuta più volte e in maniera prolungata nel tempo, questa mancanza di fiato può generare microrisvegli, di cui siamo quasi ignari, che però incidono negativamente sulla salute, determinando conseguenze anche gravi, di natura cardiovascolare, neurologica e comportamentale.
Le cause delle apnee notturne sono tante, a partire dal sovrappeso, che è sicuramente tra quelle più importanti. L’eccesso di grasso, infatti, si riversa anche nei tessuti molli del collo, con un peggioramento delle condizioni dei muscoli faringei. Dormendo ci si rilassa e ciò provoca una caduta del tono della muscolatura che – se pressata da uno strato adiposo eccessivo – può ostruire lo spazio di passaggio dell’aria, compromettendo la ventilazione.
Altra possibile causa delle apnee notturne è la deviazione del setto nasale: questa anomalia strutturale, infatti, può incidere sul corretto respiro mentre si dorme. Anche particolari alterazioni anatomiche possono avere il loro peso: penso ad esempio alle tonsille gonfie (molto comuni tra i più piccoli), alla mandibola piccola o all’ugola grande, che possono ridurre il calibro di aria che passa attraverso la faringe durante la respirazione notturna.
Da non trascurare poi l’aspetto della familiarità: si dice, tale padre tale figlio. Ma non sempre è un bene! Se il russamento è comune a più familiari, allora potrebbe esserci una predisposizione a sviluppare il disturbo.
E ancora, fumo e alcol: il primo irrita notevolmente l’interno delle cavità nasali e la faringe, favorendo il russamento; il secondo, invece, rilassa di più i muscoli della faringe e rallenta e indebolisce la respirazione.
Se sapete di russare e durante il giorno provate spossatezza e sonnolenza, poca memoria e difficoltà a prestare attenzione e a concentrarsi per lungo tempo, o avete facili colpi di sonno alla guida, non ignorate il problema e rivolgetevi al vostro medico di base o al vostro dentista.
L’odontoiatra rappresenta sempre più una figura chiave in questa patologia sia nel sospetto diagnostico, sia nella gestione e nel monitoraggio della terapia con dispositivi da tenere in bocca la notte che favoriscono l’avanzamento mandibolare liberando il passaggio dell’aria nelle vie aeree superiori.
Esistono svariate tipologie di propulsori mandibolari (MAD) tutti volti ad avanzare mandibola e lingua: l’odontoiatra esperto nei disturbi del sonno saprà scegliere il dispositivo più idoneo tenendo conto dei fattori legati allo specifico paziente.
Per fare una corretta diagnosi di apnee notturne ci si deve sottoporre ad un esame chiamato polisonnografia, che registra vari parametri durante il sonno, e può essere fatto anche a domicilio collegandosi ad un apparecchio durante la notte. Questo esame permette di misurare il numero di apnee notturne che si subiscono ogni ora: al di sopra delle 30 si parla di forme gravi e il rischio di accidenti cardiovascolari è particolarmente elevato. In questi casi, dunque, un trattamento diventa necessario. La comparsa di questi ripetuti episodi di ostruzione, infatti, si associa a una diminuzione di ossigeno nel sangue e a un aumento dell’anidride carbonica.
Di solito i fenomeni notturni rimangono oscuri al paziente, che poi però, durante le ore del giorno, ne lamenta le conseguenze: eccessiva sonnolenza, difficoltà di concentrazione, decadimento delle facoltà cognitive, disfunzione sessuale, irritabilità e alterazioni della personalità. Attenzione perché in questi pazienti, spesso ignari, il rischio di incidenti stradali o sul lavoro è da 4 a 8 volte superiore rispetto al normale. Russare, insomma, può essere una questione da non sottovalutare.
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