Nel secolo scorso la temperatura globale degli oceani è aumentata più rapidamente che in qualsiasi altro momento degli ultimi 11.000 anni. Ammesso che si riesca a limitare il riscaldamento globale a 1.5 °C, le generazioni future si troveranno ugualmente ad affrontare l’innalzamento del mare. Il Padiglione della Danimarca alla 18^ Biennale di Architettura nella sede dei Giardini, intitolato “Coastal Imaginaries”, vale a dire “Immaginari Costieri”, a cura di Josephine Michau, attraverso scenari futuri mostra come la costa di Copenaghen potrebbe evolversi se impiegassimo valide soluzioni basate sulla natura, proponendo ai visitatori soluzioni contro l’innalzamento del livello dei mari, inondazioni e tempeste. Un progetto significativo pensato nell’anno in cui Copenaghen è stata designata dall’UNESCO e dalla UlA Capitale mondiale d’architettura. Copenaghen, come Venezia e tante altre città al mondo, è sorta e si è sviluppata ai margini del mare grazie alla capacità di esplorarne le infinite possibilità quanto a cibo, commercio e scambi culturali. Con una combinazione di scenografie speculative e mostre di nuovi progetti di ricerca, la mostra, realizzata in collaborazione tra lo studio di architettura del paesaggio Schønherr, lo scenografo Christian Friedländer, il sound designer Peter Albrechtsen e importanti ricercatori, artisti, organizzazioni industriali danesi e istituzioni scientifiche, invita il pubblico a esplorare la fragilità e la bellezza del paesaggio costiero.
Concentrandosi in prima battuta su Copenaghen, Coastal Imaginaries indaga su come le coste, mediate dal potere dell’architettura, possano fornire un vero cambiamento per abitare la terra. A causa della sua posizione bassa, Copenaghen è infatti una delle numerose aree del mondo particolarmente a rischio di mareggiate e innalzamento del livello del mare causati dai cambiamenti climatici. Affinché la città sopravviva, l’infrastruttura paesaggistica di Copenaghen deve quindi essere riconsiderata. Attraverso una serie di mappe, Schønherr presenta una visione futura della città che lavora direttamente in armonia con l’ambiente, offrendo proposte per un futuro costiero fondato su soluzioni sostenibili e basate sulla natura. Importante, ad esempio, sarà tornare a leggere il paesaggioper scegliere la posizione degli insediamenti, trovando soluzioni urbanistiche orientate al clima, alla sostenibilità e alla qualità della vita.
In questo secolo i paesaggi costieri cambieranno radicalmente, il Padiglione danese propone allora sette principi di costruzione per un futuro costiero basato sulla natura, per un corretto adattamento che affronti la prospettiva delle urgenze contemporanee dovute a inondazioni e mareggiate. Si tratta di semplici meccanismi di resilienza come: il ritiro degli edifici nelle aree soggette a inondazioni, la creazione di zone umide, elevazioni di terreno a protezione di edifici, la realizzazione di un urbanismo acquatico con strutture galleggianti, la predisposizione di dune nella zona costiera, la creazione di isole di sabbia e pietra al largo delle coste che fungano da cuscinetto riducendo la velocità e l’altezza delle onde durante le mareggiate e, infine, la necessità di pensare zone tra terra e acqua dove possano sorgere delle pianure alluvionali come mezzi di sostentamento per l’allevamento. Sette principi, che spingono a seguire le ecologie naturali mediante cambiamenti delle pratiche professionali degli architetti che devono collaborare tra loro, da cui possono nascere tante altre forme ibride da usare in tutto il mondo.
La chicca della mostra è sicuramente la suggestiva scenografia sensoriale dell’exhibition designer Christian Friedländer intitolata “Mermaid Bay: La Sirenetta ha lasciato la roccia”. Si tratta di uno scenario di 55 minuti che utilizza il diorama, una scenografia tridimensionale, come elemento visivo centrale. Attraverso un paesaggio teatrale composto da una colonna sonora e cambiamento di luci, l’installazione crea una narrazione fantascientifica, ambientata in un futuro prossimo fortemente influenzato dai cambiamenti climatici. In linea con le soluzioni basate sulla natura che presentano gli elementi di ricerca e architettura del paesaggio di Coastal Imaginaries, Mermaid Bay affronta la vulnerabilità dei paesaggi costieri di oggi e la cruda realtà del cambiamento climatico. La scenografia ritrae una linea costiera di Copenaghen del prossimo futuro, dove gran parte della città è completamente scomparsa dall’innalzamento del livello del mare. Una roccia vuota, lasciata dalla Sirenetta che si è riunita con il suo elemento naturale, l’oceano, racconta una storia di arrendersi al paesaggio e incorporare la natura nella vita umana piuttosto che contrastarla.
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