Una vicenda biblica sempre suggestiva, ricca di risvolti e colpi di scena – talora drammatici – e capace di parlare al cuore del nostro tempo. “Giuseppe e i suoi fratelli. Una storia di riconciliazione” – quella narrata dal libro della Genesi, dal capitolo 37 al 50 – sarà il tema al centro dell’edizione 2023 della Festa della Bibbia, in programma il 3 settembre al monastero di Marango di Caorle. E sarà pure il filo conduttore dell’esposizione collettiva di pittura che verrà inaugurata nella stessa giornata.
La mostra è curata da Marina Mian, nativa di Ca’ Cottoni ed ora abitante nella parrocchia di S. Gaetano (che organizza l’iniziativa insieme alla comunità monastica) dove, da un po’ di anni, organizza esposizioni collettive ed eventi e insegna pittura a bambini, ragazzi e adulti. Per lei dipingere è via via divenuta un’esigenza profonda dello spirito: «Dipingo la sensibilità degli esseri e delle cose che mi circondano: la bellezza, la natura (che ci è maestra) e l’umanità. È per me quasi una necessità, perché mi sento parte di questo mondo e voglio avere un posto in esso cercando di mantenere in vita idee e valori».
Di Marina Mian, in particolare, è il dipinto che accompagna e presenta l’esposizione collettiva a cui prendono parte, con una o più opere, altri dieci artisti; rappresenta dei bambini abbracciati e riconduce, in modo originale, alla parte finale della vicenda di Giuseppe quando, appunto, ritrova e riabbraccia i suoi fratelli. «Per me la sua storia è esemplare – racconta la curatrice -. Qui male e bene si intrecciano e il primo viene fuori in tutti i suoi aspetti. Non deriva da Dio ma dai comportamenti umani. O meglio, il male (morale e fisico) fa in qualche modo parte della natura dell’uomo, che tuttavia è sempre chiamato ad evolversi verso una più piena umanizzazione. E qui entra in gioco il tema della salvezza, che la rende possibile perché è quel supplemento di grazia che spinge la nostra natura a crescere. I bambini raffigurati nel mio dipinto? Mi hanno ispirata anche quelli che salgono sui barconi e che partono verso un cammino incerto, dove non sanno cosa troveranno, ma sempre carico di speranza e, idealmente, verso un mondo migliore. Quel cammino, mentre sono abbracciati, è il segno di una fratellanza ritrovata, di una nuova unione contraddistinta dall’amore e dal sostegno reciproco. Sì, su quel dipinto regna l’amore». Come avviene, del resto, nello sviluppo della vicenda di Giuseppe e dei suoi fratelli, alla fine ritrovati.
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