Quella che era partita qualche anno fa come un esperimento è oggi una delle più efficienti realtà di volontariato di Mestre, un esempio di solidarietà in un’area spesso etichettata come senza speranze. Si tratta della Portineria di Quartiere di via Piave, che affianco alle stesse esperienze di Chioggia di Dorsoduro a Venezia, che riprendono l’esempio francese di Lulu dans ma rue, si prepara al ritorno di tutte le sue attività oltre a diverse novità per bambini e anziani, le categorie più bisognose di supporto.
«I nostri servizi sono esclusivamente orientati alla persona – raccontano dalla Portineria – dal lunedì al venerdì le nostre porte sono aperte a ospitare varie attività di assistenza, formazione e supporto, da un piccolo presidio infermieristico fino ai corsi di lingua per stranieri, passando per l’aiuto compiti ma anche per attività ricreative e corsi. Non ci si sostituiamo ai servizi pubblici, con cui collaboriamo, ma ci affianchiamo a loro, visto che siamo più rapidi e flessibili spesso riusciamo ad arrivare dove non arrivano gli altri».
Tutte le iniziative proposte dalla Portineria sono gratuite e a titolo volontario, fra quelle che ormai sono consolidate, i pomeriggi del lunedì, giovedì e venerdì sono riservati all’aiuto compiti, dove ex insegnanti e persone che hanno dimestichezza coi bambini, affiancano studenti dalle scuole elementari e alle superiori, spesso provenienti da famiglie con un background migratorio. «E’ un servizio che se da un lato richiede una certa professionalità, dall’altro necessita di molta empatia, ha più un ruolo educativo che formativo in sé», chiariscono le volontarie.
Non mancano però anche iniziative pensate per gli anziani: ogni martedì mattina infatti la Portineria si trasforma in un presidio “sanitario”, dove infermieri in pensione dedicano il loro tempo per offrire servizi di controllo di parametri sanitari, lettura e spiegazione di referti e prescrizioni. Oltre a questa attività ci sono anche momenti creativi come il laboratorio di maglia per cucire (“dritto e roverso”) e il ritrovo di un gruppo di appassionati giocatori di burraco, ma anche il bookcrossing per lo scambio di libri e il mercatino dell’usato, che si svolge ogni primo giovedì del mese ed è la principale fonte di sostentamento di questa realtà.
Inoltre la portineria nella sua corte interna ospita le attività del così detto “Iris Garden Club”, che oltre a seguire le piante dell’associazione, offre corsi di giardinaggio, cura dell’orto e kokedama, la disciplina giapponese che crea piante senza vaso con una tecnica simile a quella dei bonsai. «Il venerdì mattina ospitiamo anche lo sportello del volontariato del Servizio Civile Universale del Cavv Csv Venezia, che dà supporto digitale a tutte le persone in difficoltà con la tecnologia!», raccontano dalla Portineria.
Oltre all’offerta ormai strutturale la realtà del volontariato di via Piave offre anche dei servizi che vengono attivati su richiesta, dallo sportello per la comunità cinese, con un ragazzo italiano che conosce la lingua e dà una mano per districarsi nella burocrazia italiana, all’aiuto per l’alfabetizzazione italiana, molto richiesto da adulti e adolescenti stranieri, fino all’utilizzo della corte interna per ospitare proposte di attività trasversali, dalla presentazione di libri a laboratori di musicoterapia o danza.
Uno degli aspetti in cui il gruppo di volontari è impegnato è il supporto a chiamata, da piccoli interventi di manutenzione nella sede della Portineria, fino all’accompagnamento a visite mediche o a fare la spesa all’interno del quartiere. Ma c’è anche spazio per il dog sitting, fino al curare le piante per chi deve assentarsi. Proprio per il supporto nella gestione del verde la Portineria si è recentemente specializzata in servizi di cura e manutenzione per chi è temporaneamente impossibilitato a farlo, con piccole squadre di volontari a cui prendono parte anche ragazzi seguiti dal COGES Don Lorenzo Milani, oltre a seguire il giardino di via Sernaglia, in accordo con il Gruppo di Lavoro di via Piave.
Le richieste maggiori di servizi provengono da anziani, che anche se non sono soli, cercano delle relazioni e uno scambio con altre persone e per il supporto ai bambini, ma non mancano eccezioni come nel caso di una mamma straniera che è arrivata in contatto per i suoi due figli e adesso sta imparando a leggere e scrivere in italiano. «Ogni portineria sta adeguando la sua proposta alla realtà nella quale opera – spiega Ketty Poles, direttore generale del Csv di Venezia – c’è la volontà comune però di offrire uno spazio in cui garantire servizi di prossimità per rispondere ai bisogni in particolare delle categorie più deboli o marginali»
«Serve sensibilità ed elasticità, per riuscire a ridisegnare quotidianamente il servizio e ad adattarlo ai bisogni di chi bussa alla porta – spiega il direttore – a questo, che è l’elemento base delle portinerie, si costruisce un’offerta più ampia, che si integra nel territorio, dalla semplice compagnia a corsi e laboratori in linea con le particolarità del quartiere, di intrattenimento o anche di servizi che richiedono personale specializzato, come l’assistenza psicologica o attività di integrazione. Si tratta di un modello che sta dando i suoi frutti, basti pensare che il presidio di via Piave sta diventando un esempio di intervento efficace di volontariato sul territorio».
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