Nel buio della notte ora la facciata della Ca’ d’Oro emerge come pura luce. La nuova illuminazione del noto palazzo veneziano è stata finanziata da Venetian Heritage con la Maison Pomellato, e si inserisce all’interno del più ampio progetto che ammonta a 7 milioni di euro per il completo rinnovo della Galleria Giorgio Franchetti alla Ca’ d’Oro, promosso da Venetian Heritage in collaborazione con la Fondazione Giulio e Giovanna Sacchetti. La suggestiva presentazione della nuova illuminazione si è tenuta nella serata di lunedì 16 nella opposta Fondamenta dell’Ogio, davanti all’Hotel l’Orologio, alla presenza della Presidente di Venetian Heritage Valentina Marini Clarelli Nasi, del Direttore generale Musei del Ministero della Cultura Massimo Osanna e dell’amministratore delegato di Erco Andrea Nava. Il nuovo impianto di illuminazione, guidato da Venetian Heritage e dalla Direzione regionale Musei Veneto, è stato realizzato dall’arch. Alberto Pasetti Bombardella dello Studio Pasetti, specializzato nella valorizzazione dei beni culturali, ed è stato coordinato dall’arch. Giulia Passante, direttore dei lavori per il restauro della Galleria Giorgio Franchetti. La realizzazione inoltre ha visto come partner tecnico Erco, azienda leader globale nel campo dell’illuminazione architettonica a Led sostenibile che ha fornito i corpi illuminanti, e la Ditta Spazioluce per l’installazione.
Il progetto di illuminazione è il risultato di uno studio storico-architettonico unico nel suo genere ed è il primo in assoluto realizzato a Venezia, concepito secondo i più attuali criteri di sostenibilità. La regia luminosa della nuova illuminazione della facciata è resa possibile dall’interazione di tecnologie innovative di ultima generazione. Infatti le scene luminose, che sono state presentate via via in uno spettacolo a ritmo di musica, sono frutto di un meticoloso studio in cui le prestazioni delle oltre 90 fonti luminose a Led impiegate sono ottimizzate da un sistema di controllo digitale dell’azienda Casambi, partner di Erco, in grado di armonizzare gli effetti visivi statici o dinamici grazie all’illuminazione wireless, utilizzando tecnologie basate su Bluetooth Low Energy, e di garantire al contempo le caratteristiche di sostenibilità energetica su cui il progetto si fonda.
Il nuovo impianto di illuminazione è nato con l’intento di rievocare e di mettere in risalto la preziosa lavorazione e le antiche dorature del palazzo. Tramite il minuzioso utilizzo delle luci interne, è stato possibile ottenere un’illuminazione in grado di esaltare l’elegante struttura ritmica dei trafori dei loggiati in un equilibrio visivo con le forature delle finestre ai vari piani. Diversamente, il posizionamento dissimulato di apparecchi esterni ha reso possibile gli effetti di valorizzazione della facciata policroma, in particolare dei raffinati rilievi scultoreo-decorativi, fino al coronamento superiore con le sue merlature e alla rievocazione della doratura presente all’origine su alcuni elementi lapidei. Ma l’apporto più innovativo all’illuminazione della facciata è stato raggiunto con l’installazione di fonti luminose staccate dall’edificio e collocate su quattro nuove bricole posizionate di fronte alla Ca’ d’Oro. Una soluzione che ha consentito di rievocare i riflessi dell’acqua, oltre ad emulare la delicatezza della luce naturale che lambisce la pietra all’imbrunire. <Abbiamo realizzato una situazione sfidante. Si tratta del primo palazzo interamente illuminato sul Canal Grande, ora penso che altri vorranno provarci> ha detto Andrea Nava. Un progetto di illuminazione che è anche sostenibile: <A regime, ovvero quando tutti i corpi illuminanti sono accesi, il consumo è solo di 2,5 kilowatt. Consideriamo però che normalmente l’illuminazione non sarà completa, quindi il consumo standard sarà di circa la metà> sottolinea Nava. <Una bella collaborazione tra pubblico e privato che sta dando grandi risultati> ha aggiunto Massimo Osanna.
Il palazzo, con il suo celebre prospetto sul Canal Grande e il raffinato apparato ornamentale che ne contraddistingue l’architettura, è stato descritto come un “poema del marmo”. La Ca’ d’Oro è stata costruita all’inizio del XV secolo su commissione della ricca famiglia Contarini. Gioiello dell’architettura tardogotica, è uno dei palazzi più ammirati di Venezia, noto per l’iconica facciata e le sue spettacolari decorazioni. Ora è sede del museo nazionale afferente alla Direzione regionale Musei Veneto che ospita, tra le raccolte, l’importante collezione d’arte del barone Giorgio Franchetti (1865 – 1922) che nel 1916 aveva donato allo Stato italiano l’edificio stesso allo scopo di farne un pubblico museo. La collezione del nobiluomo, comprendente dipinti, sculture, bronzi, arredi lignei e manufatti tessili, fu poi ampliata con l’annessione di opere demaniali provenienti da edifici soppressi o demoliti e nuclei collezionistici smembrati.
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