«Mio nonno, quando ha iniziato, faceva candele fatte a mano», racconta Francesco Miazzo, nipote del fondatore della cereria Sant’Antonio di Padova che da anni è l’azienda fornitrice delle candele alla basilica della Salute di Venezia.
La distribuzione delle candele nella basilica della Salute avviene durante tutto l’anno, ma raggiunge l’apice durante la festa della Madonna della Salute. In questo periodo, la cereria intensifica la produzione proprio per soddisfare la crescente richiesta di queste candele utilizzate per esprimere la devozione alla Vergine. I fedeli e i visitatori affollano la Basilica per partecipare alle celebrazioni e portare con sé un simbolo tangibile della loro fede.
Ogni candela porta con sé l’immagine delicata della Madonna. Questa stampa esclusiva è riservata solo alle candele destinate alla Basilica, conferendo loro un significato speciale e unico.
«Io sono la terza generazione», spiega Francesco Miazzo. «Mio nonno ha iniziato nel 1947, nell’immediato dopoguerra. Le prime consegne le faceva in bici. Successivamente mio padre ha preso in mano la gestione dell’azienda diventando la colonna portante di tutta la cereria; così, nel 1984, la produzione è stata trasferita dal vecchio stabilimento di Padova a Caselle di Selvazzano. Ora io porto avanti questa tradizione».
Francesco Miazzo ha frequentato la cereria fin da bambino: «D’estate, quando ero in vacanza dalla scuola, andavo in azienda e mi piaceva immergere le mani nella cera». Da lì hanno preso corpo una professione e una passione.
Ma la storia della cereria Sant’Antonio non è solo un viaggio attraverso il tempo; è anche una storia di adattamento e responsabilità verso l’ambiente. Oggi queste candele vengono prodotte con materiali più ecologici rispetto al passato, un segno di impegno per la sostenibilità ambientale. La scelta di utilizzare plastica riciclabile, fili di cotone privi di piombo e paraffina con la minore percentuale possibile di zolfo riflette la consapevolezza dell’importanza di preservare e proteggere il pianeta.
La materia prima già raffinata – aggiunge il titolare della cereria – è la stessa che viene utilizzata dalle cartiere per paraffinare le carte alimentari e viene ulteriormente sgrassata e trasformata in polvere; il basso tenore di zolfo, inferiore a 20 parti per milione, permette di avere quantità molto modeste di emissioni in fase di combustione; e il filo di cotone non è trattato chimicamente.
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