Due cuori che battono all’unisono per la musica, quattro mani sul pianoforte che regalano sublimi sinfonie. È l’arte dei fratelli Lorenzo e Gabriele Bagnati, rispettivamente di 24 e 21 anni, giovani talentuosi pianisti veneziani che a dicembre al Teatro Malibran a Venezia, in un concerto a favore della Fondazione Elena Trevisanato Onlus, hanno per la prima volta portato sul palco un’esibizione realizzata a quattro mani, con musiche di Dvořák, Schubert, Ravel e Fauré. Una prima veneziana con un grande successo di pubblico, tra cui molti giovani presenti, che poi ha avuto seguito in diversi altri appuntamenti da poco conclusisi in Russia. Un repertorio condiviso molto apprezzato che i due fratelli continueranno a proporre a livello internazionale. Lorenzo e Gabriele sono nati a Milano ma cresciuti a Venezia, ed entrambi all’età di sette anni sono stati ammessi al Conservatorio di Musica “Benedetto Marcello” di Venezia dove si sono poi brillantemente diplomati. La musica per loro è sempre stata casa, provengono infatti da una famiglia di musicisti: il papà è professore di Liuto al Benedetto Marcello, la mamma è cantante di musica barocca, ed anche gli altri tre fratelli sono musicisti. «La musica è sempre stata il nostro pane quotidiano, la nostra casa, la cosa più spontanea» dicono i fratelli, che sono già delle celebrità nel panorama della musica internazionale e sui social, con oltre 2.5 milioni di follower a testa su TikTok.
Lorenzo, dopo aver provato in tenera età diversi strumenti, all’età di 4 anni ha scelto il pianoforte. «Mi colpì fin da subito la sua possenza e ricchezza. – dice – Sentivo che mi dava più possibilità per esprimermi». Negli anni diversi sono stati i concerti che hanno segnato la sua carriera e che porta nel cuore, tra cui quello che fece da solista con l’Orchestra della Fenice a 14 anni: «Fu un momento importante per la mia carriera. Avevo già il desiderio di fare della musica una professione e l’evento mi diede maggiore sicurezza» racconta Lorenzo che, dopo aver debuttato come solista proprio al Malibran nel 2012, ha poi vinto diversi concorsi a livello nazionale ed internazionale, arrivando a suonare alla Carnegie Hall di New York e proseguendo con un master dal 2018 al 2021 all’Accademia Gnesin di Mosca, dove è diventato famoso: «Ho sempre guardato con ammirazione alla cultura musicale e alla letteratura russa. Fin da piccolo ascoltavo su internet i concerti che si tenevano al Conservatorio Cajkovskij, e quando è arrivato il mio turno di suonare lì per la prima volta è stata una grande emozione» dice, raccontando che proprio lo scorso mese è tornato nel conservatorio moscovita con il fratello.
Per lui la musica è casa: «Fin da quando ero nel ventre di mia madre la musica mi circondava. – racconta – Per me è grande conforto, luogo di partenza e di continuo ritorno che mi ha sempre permesso di viaggiare, prima con la mente e ora grazie ai miei tour» dice, spigando che continua a perfezionarsi dedicando alla musica otto ore di studio al giorno. Come anche il fratello, sta seguendo delle lezioni a Fiesole, e inoltre sta svolgendo un dottorato alla Ecole Normale de Musique di Parigi. «Importante è tenere alto il livello di ricerca, non solo quello esecutivo» dice, spiegando che ora sta svolgendo un tour solistico internazionale dedicato al tema dell’acqua. È inoltre molto attivo sui social dove racconta curiosità letterarie e culinarie in italiano, inglese e russo, così da esercitare le lingue. Un mezzo di espressione attraverso cui all’inizio non parlava di musica ma che ha iniziato ad utilizzare proprio con l’intento di traghettare il pubblico verso la musica classica: «Una transizione che sto portando avanti adesso. A volte ai miei concerti incontro persone che mi conoscevano solo come narratore attraverso social».
Anche Gabriele ha iniziato a suonare giovanissimo, da quando a 4 anni ha messo le mani sul pianoforte non lo ha più abbandonato: «Ho subito sentito che era lo strumento adatto a me». Molte solo le soddisfazioni che ha già ricevuto nella sua ancor giovane carriera, vincendo numerosi premi tra cui il Concorso Nazionale Premio Venezia al Teatro La Fenice che lo ha portato per la prima volta a suonare in Sala Grande. «La musica è un percorso graduale. – dice – Non c’è mai un punto d’arrivo, è sempre una fase di crescita personale, musicale e di ricerca, si cercano sempre nuovi stimoli». Anche lui come il fratello è molto seguito sui social, dove però ha da sempre esclusivamente condiviso musica classica: «Le persone mi ringraziano per fargli scoprire brani o repertori che non pensavano adatti a loro. La musica classica è spesso considerata di nicchia e per pochi, il mio intento invece è di espanderla ad un pubblico sempre più ampio».
Dal 2022 Gabriele è artista ufficiale della Sony Classical, con cui ha da poco pubblicato un disco. Tra gli ultimi singoli usciti “The Nutcracker March Variation”, una variazione dello Schiaccianoci di Cajkovskij. «Aver inciso con Sony qualcosa che poi rimarrà è stato un passaggio importante per la mia carriera, un grande orgoglio per me». Su tutte le piattaforme streaming di musica il suo disco ha riscontrato già 30 milioni di ascolti: «Sono dati importanti per la musica classica» sottolinea. Per lui la musica è un grande amore: «Per me significa gioia, è un luogo di riparo che mi dà sempre felicità. È un motore che dà forza e riempie le mie giornate. – racconta – La musica inoltre mi dà costanza anche in altri aspetti della vita» spiega Gabriele, che ora si è trasferito a Catania per un master al Conservatorio e sta preparando altri concorsi internazionali e un nuovo repertorio per concerti dal vivo. Tra le esibizioni a lui più care ricorda quando a 11 anni ha suonato per la prima volta come solista musiche di Mozart con l’orchestra a Thiene: «Una volta sceso dal palco mi vennero lacrime di gioia, ero veramente emozionato. Mi resi conto che era quello che avrei voluto fare da grande». Altro momento emozionante è stato poi condividere il palco con Lorenzo: «Era la prima volta che ci esibivamo insieme per dei concerti. C’è stata grande sintonia, un momento veramente speciale».
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