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Ha riaperto la chiesa degli Ognissanti

La chiesa presso l’ospedale Giustinian ha riaperto grazie alla Ulss. Al suo interno presenta opere d’arte e segni di devozione con manufatti provenienti da San Clemente

Capolavori d’arte e segni di devozione. Da circa due mesi, in occasione della Festa di Tutti i Santi, ha riaperto al pubblico la chiesa degli Ognissanti a Venezia, nella omonima fondamenta nel Sestiere di Dorsoduro. Diversi sono i veneziani e i turisti che ogni giorno si fermano per una preghiera o per apprezzare l’architettura e le opere d’arte che vi sono custodite. La chiesa era infatti stata chiusa lo scorso giugno dopo la perdita di padre Tarcisio Carolo che per 35 anni era stato cappellano della chiesa degli Ognissanti presso l’ospedale Giustinian, sede del Distretto dell’Ulss 3 Serenissima. Ora la chiesa è infatti stata riaperta dalla Ulss, attraverso il Polo Culturale e Museale della Scuola Grande di San Marco che si trova all’interno dell’Ospedale Civile, grazie ad una decina di volontari che prestano a turno servizio dal lunedì al venerdì, dalle 8 alle 18.

La storia

La chiesa una volta era annessa al convento di monache di clausura, da tempo ormai adibito a complesso dell’Ospedale Giustinian. L’edificio fu infatti un cronicario già dal 1908, quando alla morte del sindaco Giustinian il Comune decise di avallare la richiesta della vedova. All’inizio la prima chiesa era in legno. Fu edificata nel 1470 con l’atto di donazione in favore di una monaca cistercense di nome Maria che, insieme alle consorelle di Santa Margherita di Torcello, abbandonò verso la metà del XV secolo il monastero divenuto insalubre. Le monache si trasferirono così a Venezia. Tutto proseguì all’insegna della silenziosa e devota preghiera fino a che, alcuni anni dopo, successe un fatto straordinario: il 2 luglio del 1504 la Madonna apparve sul tetto della chiesa dicendo alle monache di costruire un edificio più importante in onore suo e di tutti i Santi. Nel 1505 iniziò così la costruzione della chiesa che venne consacrata nel 1586. All’opera partecipò anche il Senato della Repubblica con ben due donazioni: una per il pavimento e un’altra per il soffitto.

I beni storico artistici

La facciata rivolta verso il complesso del Giustinian si sviluppa in altezza, insieme al campanile costruito nel 1588 da Francesco Smeraldi, mentre l’interno dell’edificio si presenta a navata unica. Nel ballatoio della chiesa, costruito con le assi di due galee veneziane, è ora custodita l’opera più improntante: la pala “Compianto di Cristo” di Jacopo Palma Il Giovane. L’altare maggiore invece, inizialmente costruito nel Seicento in legno e poi in pietra, ospita al centro la pala di Marco Moro Veronese che rappresenta la Trinità e Ognissanti. Nel vicino altare di San Michele è ubicata poi l’opera di Andrea Michieli detto Vicentino, che raffigura L’arcangelo Michele che vince Lucifero. L’altare dell’Immacolata, posto a destra del presbiterio, presenta inoltre un quadro con l’immacolata di Gregorio Lazzarini, mentre il catino absidale è dipinto dal Pellegrini a secco su base ad affresco e raffigura L’Annunciazione. Tra gli altari anche quello di Santa Chiara con un’altra opera di Gregorio Lazzarini dedicata alla santa, mentre l’altare di Sant’Antonio presenta un’opera di Sante Piatti con Sant’Antonio con il Bambino Gesù. In chiesa, oltre i dipinti, sono anche presenti diversi paramenti liturgici di Settecento e Ottocento.

Da San Clemente

La chiesa di Ognissanti presenta diversi arredi ed opere che provengono dalla chiesa dell’isola di San Clemente, dove si trovava l’ospedale psichiatrico femminile. «A fine anni ’70 e ‘80 tutto l’arredo ligneo della sacrestia è stato trasferito agli Ognissanti, compresi i mobili e la scultura di San Romualdo in quando la chiesa di San Clemente era camaldolese» spiega Mario Po’, Direttore del Polo Culturale e Museale della Scuola Grande di San Marco. Da San Clemente arriva anche la preziosa scultura lignea di quella che di primo acchito può sembrare una Madonna nera, ma altro non è che la Madonna di Loreto: «Non a caso nella chiesa di San Clemente c’è una riproduzione della Casa di Loreto, così come nella chiesa di San Pantalon. – continua Po’ – La scultura è in buono stato ma ci piacerebbe trovare uno sponsor per pulirla e restaurarla».  Altra cosa che sarebbe importante restaurare è l’organo Callido che venne suonato da Antonio Vivaldi: «Vorremmo raccogliere dei fondi per preservare questo eccezionale manufatto». Una riapertura, quella della chiesa, che era fortemente voluta, visto che molte erano le persone abituate a fermarsi per una preghiera: «Abbiamo fin da subito avuto intenzione di riaprirla in sicurezza secondo gli stessi criteri usati per la chiesa di San Lazzaro all’Ospedale Civile» conclude Po’, dicendo che si cercano sempre volontari per svolgere il servizio di guardiania. I volontari inoltre sono disponibili a svolgere delle visite guidate in un’ottica di fede. Chi interessato può chiamare il numero: 041.52.94.036.

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