L’Unione Europea attraverso il Consiglio Europeo ha iniziato il dialogo con il Parlamento per bandire completamente attraverso una legge l’uso e l’importazione di mercurio nel proprio territorio entro il 2027. Questa decisione inciderà sul settore dentale, rendendo l’amalgama proibito tanto nella produzione che nell’impiego a partire dal 1 gennaio 2025. Perché queste politiche restrittive? Perché il mercurio potrebbe essere rilasciato nell’organismo, ma quanto potrebbe essere pericoloso per la salute?
Questo materiale nell’Unione Europea era già vietato dal luglio 2008 per i minori di 15 anni d’età e per le donne in gravidanza o in allattamento e dal 2013 la Convenzione di Minamata sul mercurio vede 137 Paesi impegnati nella sua dismissione per prevenire i danni del rilascio di questa sostanza nell’organismo umano. «Questo processo è condivisibile sotto diversi punti di vista – spiega il dottor Giuliano Nicolin, Presidente della Commissione Albo Odontoiatri dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Venezia – ma non facciamoci prendere dal panico o da allarmismi ingiustificati, le otturazioni in amalgama sono piuttosto sicure».
L’utilizzo del mercurio in ambito odontoiatrico prende avvio con l’introduzione nella pratica dentistica con le otturazioni, questo materiale infatti permetteva una vasta applicazione a basso costo, garantendo così di curare i denti a un numero molto elevato di pazienti. Il così detto “amalgama d’argento” è documentato in uso in Cina già nel 7° secolo d.C., diffusosi in seguito ampiamente in Francia, nel corso del 1800 arrivò anche negli USA. L’amalgama si impose come soluzione attraverso una migliorazione della sua composizione, a partire dal 1963 venne affinata una formulazione ad alto contenuto di rame, rendendo l’uso più stabile e ed estetico.
In ambito odontoiatrico infatti il mercurio non viene usato puro, vista la sua proprietà di restare allo stato liquido a temperatura ambiente, ma attraverso leghe con altri metalli fra cui argento e rame. All’origine del suo successo nell’applicazione come amalgama per otturazioni, oltre al costo contenuto, c’è anche la facilità di manipolazione, riempendo interstizi e fessurazioni per riparare i denti. Inoltre è un materiale che dura a lungo: «Ho visto otturazioni superare anche i 40 anni di applicazione – racconta il dottor Nicolin – l’inconveniente principale resta l’estetica, che accosta al bianco dei denti tracce sulla tinta del grigio che si notano in bocca».
«Con l’andare nel tempo e nell’uso di questo materiale si è iniziato a concentrare l’attenzione sulla possibilità che potesse essere assorbito o inghiottito per via dei processi chimici che avvengono nella bocca favorendo la comparsa di malattie neurodegenerative – chiarisce Nicolin – va detto che però nei Paesi del Nord Europa, dove esiste un sistema di odontoiatria sociale da decenni, questo materiale era usatissimo e non si sono verificati casi di particolare rilevanza o gravità. Ci sono vari studi, anche su pazienti con una quindicina di otturazioni che non dimostrano significative correlazioni con alcuna patologia».
«Quando ho iniziato io l’amalgama si otteneva ancora addizionando il mercurio a mano assieme a polveri di metallo – continua – nonostante la pericolosità, basti pensare infatti a cosa succedeva quando si rompeva un termometro al mercurio in casa, non ci sono nessi diretti con problemi di salute e le ricerche sono contrastanti fra le due posizioni, una neutrale e una contraria, è chiaro però che l’usura dovuta all’ambiente della bocca, attraverso campi elettromagnetici e liquidi salivali, può erodere il materiale e far inalare dei vapori che, in qualche soggetto particolarmente sensibile, potrebbe innescare delle reazioni, anche se il nesso diretto non è mail stato provato, nel dubbio meglio usare altri materiali».
«L’amalgama ha il grosso vantaggio di non temere l’ambiente umido della bocca oltre ad avere proprietà batteriostatiche, che non fanno proliferare i batteri, ad esempio per applicazioni a livello del margine gengivale è ancora molto performante, oggi però ci sono valide alternative – conclude Nicolin – già dagli anni ’90 sono arrivati sul mercato prodotti a base di compositi in resina, che uniscono alla facilità di manipolazione l’aspetto estetico rendendo le otturazioni quasi impercettibili, ovviamente costano di più».
«Il divieto dell’uso del mercurio è una scelta del tutto europea, come medico preferisco sempre prevenire, ma non voglio alimentare un allarmismo ingiustificato – chiarisce – noi odontoiatri siamo stati per primi i più esposti e non ci sono statistiche che certifichino intossicazioni. Penso a un caso di presunto avvelenamento da mercurio di una mamma e dei suoi due bambini che in realtà era da piombo alimentare per eccessivo consumo di pesce. Anche i compositi a base di resine contengono molecole che entrano in contatto con il nostro organismo. Quindi consiglierei a chi ha ancora otturazioni in amalgama di non rimuoverle se non strettamente necessario, anche perché va seguita una procedura specifica per farlo in sicurezza, non è un lavoro da cinque minuti, quindi finché la bocca è in salute, meglio pensare a lavarsi i denti il più possibile piuttosto!»
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