«Venezia è sempre stata una città aperta, dove la sua capacità di mantenere la propria identità l’ha guidata verso scoperte economiche e tecniche che l’hanno collocata all’avanguardia in diverse epoche. Ora, ci aspettiamo che Venezia sia in grado di guardare al futuro partendo dalla sua storia»: sono le parole pronunciate dal Patriarca Francesco alla cerimonia dell’Infiorata, lunedì 25 marzo, presso il piazzale della stazione, giorno in cui nel Patriarcato si onora la Madre di Dio con il titolo di Nicopeia. E, congiuntamente, la città di Venezia ricorda il proprio dies natalis.
«Unde origo, inde salus» ha detto il Patriarca citando il motto inciso al centro della rotonda maggiore della Basilica della Madonna della Salute, espressione che indica come sia strettamente legata alla Madre di Dio l’origine della città di Venezia, fondata appunto, secondo la tradizione, il 25 marzo del 421.
Il Patriarca ha voluto sottolineare come Venezia sia un simbolo di connessione tra Oriente e Occidente e di come le sue chiese e la sua storia raccontino questa capacità di unire i popoli: «Dobbiamo riscoprire che non possiamo rimanere da soli. Pensare alla pace solo quando è scoppiata la guerra forse è troppo tardi.
Dobbiamo entrare in una logica di corresponsabilità, perché tutto quello che accade nel mondo è come se accadesse nella nostra città, e tutto quello che accade nella nostra città appartiene al mondo».
Erano presenti alla cerimonia, che si è conclusa con la preghiera dinanzi alla statua della Vergine, le autorità civili e militari, le Scuole Grandi, gli Ordini del clero e alcuni istituti scolastici paritari tra cui la scuola di San Giuseppe.
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