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Un simbolo che parla oggi: restaurata l’Annunciazione di Tiziano

Un simbolo che parla oggi: restaurata l’Annunciazione di Tiziano
Scuola di San Rocco a Venezia, presentato l’intervento sostenuto da Save Venice. Il Patriarca: «È un simbolo cristiano che parla ancora»

Nel tempo dell’intelligenza artificiale c’è ancora più bisogno di simboli, come l’Annunciazione di Tiziano.
Lo sottolinea il Patriarca Francesco, intervenendo nella mattinata di lunedì 25, nella Scuola Grande di San Rocco a Venezia, all’incontro di presentazione dell’opera appena restaurata.
Un intervento portato a termine grazie alla cura appassionata della Scuola per il proprio patrimonio – come ricorda il Guardian Grando Franco Posocco – e grazie all’interesse e al finanziamento del comitato privato Save Venice.

«L’intelligenza artificiale – afferma il Patriarca – serve a migliorare la nostra esistenza e contiamo soprattutto che possa migliorare la scienza biomedica. Ma nel tempo della tecno-scienza c’è bisogno di avere un rapporto grande con la creatività umana. Abbiamo infatti una storia e dei popoli che non sono consci del loro valore e del loro passato, non riescono a credere in se stessi e perciò non hanno futuro».

L’Annunciazione di Tiziano: un viaggio attraverso la storia e il restauro di un capolavoro

Sebbene questo non sia stato il primo restauro del dipinto, gli ultimi interventi hanno permesso di ricavare ulteriori informazioni sul quadro.

Durante la prima guerra mondiale fu staccato dalla parete e sul retro furono scoperti alcuni schizzi tizianeschi, realizzati fose negli anni in cui l’opera rimase nella bottega del maestro. Questo intervento, tuttavia, che avrebbe dovuto preservarlo, causò un danno: il colore blu del velo della Vergine diventò nero.

«Quando abbiamo scoperto che il manto della Madonna era stato ridipinto abbiamo deciso di asportare la ridipintura», racconta una delle responsabili dell’intervento di conservazione. «È stata una scelta coraggiosa, un lavoro di squadra che ci ha permesso di restituire alla Scuola il vero Tiziano».

Inoltre, attraverso approfondimenti sull’opera, gli esperti hanno potuto chiarire la sua datazione: «Inizialmente, la data del quadro era incerta e oscillava tra il 1515 e il 1550. Le ricerche hanno rivelato che il dipinto fu avviato ma poi rimase incompiuto, forse per diversi decenni, sebbene non sia ancora chiaro il periodo esatto di interruzione».

La profondità simbolica dell'annunciazione di Tiziano: la riflessione del Patriarca Moraglia su arte e spiritualità

«Questo quadro – conclude mons. Moraglia – è un simbolo cristiano importante. E dico simbolo nel senso usato da Sant’Agostino per questa parola: una realtà che va oltre».

Nell’Annunciazione dipinta dal Vecellio (in una data non precisata ma oscillante tra il 1522 e il 1537) «la carne e il sangue interpellano l’umano al femminile coinvolgendo il biologico: così il Verbo si è fatto carne. Da un sì, quello di Maria, inizia una vita nuova, che non è una vita sopra i tetti, ma una vita che cammina lungo le strade del mondo. La fede cristiana non è fideistica, soprannaturalistica, è soprannaturale: significa che soprannaturale e umano si incontrano, così come mostra in pienezza questo capolavoro».

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