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Festa dei ragazzi, il Patriarca: «Coltivate speranza e libertà»

Festa dei ragazzi, il Patriarca: «Coltivate speranza e libertà»
Festa “HOPe” a Jesolo: domenica scorsa davanti a 1800 ragazze e ragazzi, l’invito a «condividere, creare, costruire, vivere»

Ha parlato di speranza nell’impegno quotidiano della vita il Patriarca Francesco Moraglia durante l’omelia tenuta al Palaturismo di Jesolo davanti ai 1800 adolescenti giunti domenica 14 aprile per partecipare alla Festa diocesana dei Ragazzi.

Un appuntamento preparato dalla Pastorale giovanile del Patriarcato di Venezia sul tema “Hope”: la scelta di meditare sulla speranza è stata motivata dal desiderio di ispirare e incoraggiare i ragazzi a strutturare la loro esperienza cristiana sulla gioia della relazione con Cristo. 

Speranza, ha detto il Patriarca nella sua omelia, «non è solo essere ottimisti, vedere sempre il bicchiere mezzo pieno o saper cogliere prima degli altri le opportunità anche se certamente vi auguro tutti questi atteggiamenti positivi. La vita però è impegno e deve mettere in conto anche le cadute perché solo così possiamo pensare di rialzarci. Una vita facile, molte volte, non è una vita felice mentre quando si raggiunge la meta, anche dopo alcune difficoltà, tutta la fatica diventa gioia e soddisfazione».

Il Patriarca ha invitato i ragazzi a coniugare sempre al presente, nella loro vita quotidiana, alcuni verbi importanti – «condividere, creare, costruire, vivere»

Don Redigolo: «Centrale creare buone relazioni»

Il punto essenziale della Festa diocesana dei ragazzi, tenutasi domenica scorsa a Jesolo, era creare buone relazioni con i ragazzi e tra i tanti volontari. Lo rileva don Riccardo Redigolo, responsabile della pastorale diocesana dei ragazzi e dei giovani.

«Ci si conosce e si prega assieme: questo è accaduto», nota don Riccardo. «Durante l’evento, i ragazzi si sono resi conto delle varie figure di riferimento sulle quali possono contare, che spaziano dai giovani volontari agli educatori, fino al Patriarca Francesco».

Infatti, per i 1800 partecipanti, incontrare il proprio vescovo è stato un momento di appartenenza alla Chiesa e alla comunità cristiana. «Sono rimasto stupito – continua don Redigolo – del legame che si è creato con i quasi 150 volontari presenti». 

Ma il senso del conoscersi e del costruire un legame è stato al centro di tutta l’esperienza della giornata vissuta a Jesolo: «Sono nati quei legami che permettono di costruire un senso di Chiesa. I ragazzi stessi stessi dicevano di voler continuare a coltivarli per non perderli».

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