Una storia per l’estate e una app per avviare un lungo cammino insieme. Sono le due novità che verranno disvelate lunedì 22 aprile, alle ore 20.30, nella sala teatro del Centro Kolbe, in via Aleardi a Mestre.
La storia – che metterà al centro il valore positivo della diversità, contrapposta al rischio dell’omologazione – è quella che farà da filo rosso per l’edizione 2024 del Grest in tutta la Diocesi.
Al centro del Grest 2024 il tema della speranza. Come ogni anno, infatti, la proposta estiva che coinvolgerà circa 5mila bambini e ragazzi nei patronati parrocchiali del Patriarcato (come nell’immagine qui, tratta dall’archivio di GV) ha un filo conduttore: una storia da ascoltare e ripercorrere, per giocare e imparare uno stile di vita cristiano.
«Il titolo di quest’anno – anticipa don Riccardo Redigolo, responsabile della pastorale dei ragazzi e dei giovani – è Happy Hope. Al centro, quindi, c’è il tema della speranza, in continuità con la Festa dei ragazzi appena avvenuta a Jesolo e con il progetto diocesano che ci porterà fino al Giubileo 2025».
Nell’app la storia, i canti, le preghiere: «Ma al termine resterà attiva». Ma la serata di lunedì 22 sarà anche l’occasione per presentare la nuova applicazione che verrà usata intanto per il Grest ma rimarrà anche dopo uno strumento ordinario per la pastorale dei ragazzi.
«Avrà intanto dei contenuti utili per il Grest: dalla storia alle proposte di preghiera, dal supporto per la musica a quello per i balletti. Terminato il Grest l’app rimarrà attiva e diventerà uno strumento ordinario di comunicazione e scambio. Insieme al sito della pastorale dei ragazzi e dei giovani conterrà molte cose, dalle proposte per l’estate agli eventi diocesani, dai documenti ai sussidi. E tutto sarà più fruibile e multimediale. L’idea è poi di arricchire questa app, strada facendo, magari perché la si possa usare anche per le iscrizioni ai Grest o ai campiscuola».
A lavorare già da mesi all’ideazione della storia per il Grest e di tutti i contenuti che lo accompagnano (preghiere, disegni, musiche, balletti…) ha lavorato un’équipe di sei persone, con l’apporto non solo di don Riccardo ma anche di don Fabio Mattiuzzi, che per molti anni ha curato ideazione e realizzazione dei Grest diocesani.
Altre quattro persone si sono poi impegnate nella costruzione della app.
Questa équipe è stata poi sostenuta e aiutata da tutto lo staff dell’ufficio pastorale, che raccoglie circa venticinque giovani da tutta la Diocesi.
«Quest’anno il team del patronato Sacro Cuore e io abbiamo aiutato a creare la storia, le preghiere e l’inno. Mentre il ballo per l’inno lo prepareranno alcuni dei nostri animatori». Lo dice don Fabio Mattiuzzi, oggi parroco del Sacro Cuore di Mestre, ma per molti anni responsabile della pastorale diocesana dei ragazzi.
«Ora purtroppo ho molto meno tempo – dice don Fabio – ma cerco di aiutare come posso». E l’aiuto alla realizzazione del Grest 2024 e allo staff diocesano guidato da don Riccardo Redigolo passa per le cose che don Fabio e il suo gruppo hanno imparato a fare negli anni.
«Tutto è nato grazie alla musica», racconta don Mattiuzzi. «Quando nel 2003 sono entrato a far parte dell’associazione Noi per l’organizzazione del Grest mancava qualcuno che si occupasse della parte musicale».
Così, grazie all’aiuto di una coppia di amici della parrocchia di Eraclea che suonava con il cantante Francesco Baccini, don Fabio iniziò a comporre i primi testi musicali. «La mia prima canzone l’ho registrata con il mangiacassette, a dicembre 2003», continua. «Da 4-5 anni mi sono permesso di iniziare a comporre anche canzoni religiose».
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