In questi ultimi anni alcuni argomenti relativi alle malattie infettive hanno spesso occupato le pagine dei giornali, gli spazi televisivi e le bacheche dei social network: mi riferisco ovviamente alle epidemie virali respiratorie – in primo luogo il Covid-19, ma anche l’influenza stagionale… – e il tema della resistenza agli antibiotici.
Questi due argomenti sono legati molto più di quanto si possa inizialmente pensare e proprio per questo è bene chiarire subito alcuni aspetti sui microrganismi che causano queste malattie.
Esistono infatti grandissime differenze tra infezioni virali, dovute cioè ai virus, ed infezioni batteriche, dovute cioè ai batteri. Questi ultimi, i batteri, rappresentano le prime forme di vita autonoma pur essendo degli esseri unicellulari, costituiti cioè da una sola cellula. I virus invece sono delle forme vitali “incomplete”: hanno infatti bisogno di strutture vitali superiori, come per esempio le cellule dei tessuti umani, per potersi replicare.
Si tratta di una differenza tutt’altro che piccola perché in primo luogo un virus deve per forza entrare ed integrarsi nelle strutture della cellula infettata affinché esso possa riprodursi. E questo comporta che agire contro di esso con un farmaco o con altre sostanze può voler dire danneggiare anche la cellula entro la quale si trova.
La maggior parte dei batteri, invece, si replica esternamente alle cellule infettate. La principale conseguenza di questo diverso modo tra virus e batteri di replicarsi e di provocare infezione riguarda l’uso degli antibiotici che sono attivi contro i batteri, ma non contro i virus. Tutte le varie forme di sindromi respiratorie stagionali – come l’influenza, la parainfluenza o i raffreddori – sono causate da virus. Per questo motivo gli antibiotici non danno alcun vantaggio in termini di risoluzione del quadro clinico e, inoltre, espongono inutilmente il paziente a potenziali reazioni avverse.
Non va, infine, dimenticato il grande problema delle resistenze dei batteri agli antibiotici: somministrarli inutilmente per un’infezione virale potrebbe contribuire a generare ceppi di batteri resistenti agli antibiotici stessi, con la conseguenza che, in caso di una reale infezione batterica, ci troveremmo di fronte a un nemico molto più difficile da combattere.
Questa è una consapevolezza che tutti noi dobbiamo acquisire: nel corso delle infezioni virali stagionali, che sono le forme di malattia più frequente durante l’autunno-inverno, gli antibiotici non hanno alcuna utilità. Essi possono essere indicati solo nel caso in cui una forma batterica si sovrapponga a una virale, cosa che si verifica in una parte minima dei casi, e comunque sempre e solo su prescrizione medica.
Per contro i farmaci verso le infezioni virali sono molto limitati e riservati a specifiche e ben definite infezioni: per esempio contro alcuni tipi di infezioni da virus erpetici, come l’Herpes Zoster, o contro l’HIV, cioè il virus che causa l’AIDS. È quindi fondamentale che tutti, sia il personale sanitario sia gli utenti, acquisiscano una diffusa consapevolezza sul corretto uso degli antibiotici in modo da ridurre il rischio delle resistenze batteriche e per contenere in questo modo l’utilizzo inappropriato delle risorse sanitarie.
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