Sarà “L’oro di Napoli” del 1954 di Vittorio De Sica il film di preapertura della 81^ Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia, che si terrà al Lido dal 28 agosto al 7 settembre sotto la direzione di Alberto Barbera, confermato Direttore artistico del Settore Cinema fino al 2026. L’81^ Mostra del Cinema vedrà inoltre come conduttrice l’attrice romana Sveva Alviti, che si appresta a iniziare le riprese di “Walking through the fire”, suo esordio alla regia per un documentario nel quale si parlerà di donne, di dipendenze e di depressione. Proprio lei condurrà la serata della cerimonia inaugurale del 28 agosto, e guiderà la cerimonia di chiusura di sabato 7 settembre, in occasione della quale saranno annunciati i Leoni e gli altri premi ufficiali dell’81. Mostra.
A colorare la sera che precede l’apertura della Mostra cinematografica di quest’anno sarà dunque il film “L’oro di Napoli”, che rientra nel programma di Venezia Classici dell’81^ Mostra. Il film sarà proiettato in prima mondiale in versione restaurata digitale 4K martedì 27 agosto in Sala Darsena al Lido di Venezia, alle ore 21, in occasione dei 50 anni dalla scomparsa del grande regista e dei 70 anni della pellicola.
Si tratta di un classico di e con Vittorio De Sica, che vede un grande cast di attori quali Eduardo De Filippo, Sophia Loren, Silvana Mangano, Paolo Stoppa e Totò, che contribuirono al successo della pellicola. “L’oro di Napoli”, suddiviso in 6 episodi tratti dall’omonima raccolta di racconti di Giuseppe Marotta, sceneggiato insieme al regista da Cesare Zavattini e prodotto da Carlo Ponti e Dino De Laurentiis, racconta alcune delle tante facce di Napoli attraverso i capitoli: Il guappo, Pizze a credito, Il funeralino, I giocatori, Teresa e Il professore. Presentato in concorso a Cannes nel 1955, venne premiato ai Nastri d’argento per la miglior attrice a Silvana Mangano e per il miglior attore a Paolo Stoppa e selezionato fra i 100 film italiani da salvare.
L’intervento di restauro della pellicola è stato a cura di Cinecittà per iniziativa della Filmauro Srl di Aurelio e Luigi De Laurentiis, a partire dal negativo scena 35mm e dal negativo colonne ottiche 35mm mono, e con la supervisione artistica di Andrea De Sica. Il negativo scena presentava numerose macchie, vecchie giunte riparate a scotch e una grande quantità di righe, graffi e spuntinature. Alcuni strappi e rotture importanti hanno reso indispensabile la ricostruzione di diversi fotogrammi. È stato necessario il trattamento per la rimozione del flicker su molte inquadrature. Un color grading accurato ha ricreato contrasti e look originale della fotografia. Sulla colonna sono stati eliminati i classici difetti presenti in un supporto dell’epoca, intervenendo sul rapporto segnale-rumore per ricreare il giusto equilibrio tra suono d’ambiente e dialoghi. La presenza di una rottura del supporto ha inoltre reso necessaria la ricostruzione di una battuta.
Vittorio De Sica (7 luglio 1901 – 13 novembre 1974) fu regista, attore e sceneggiatore fra i più grandi del cinema italiano e mondiale. Divo indiscusso negli anni Trenta, a cavallo degli anni Quaranta decise di passare dietro alla macchina da presa. Tra i padri del Neorealismo, è stato in seguito uno dei più influenti registi e interpreti della commedia all’italiana. È noto il suo sodalizio artistico con Cesare Zavattini, insieme al quale realizzò i grandi capolavori neorealisti, ma collaborò attivamente anche con Alberto Sordi, che sostenne agli esordi e con il quale recitò in alcuni film. Vinse quattro volte il premio Oscar per il miglior film in lingua straniera per “Sciuscià” (1946), “Ladri di biciclette” (1948), “Ieri, oggi, domani” (1963) e “Il giardino dei Finzi Contini” (1970). Su “L’oro di Napoli” ne ha scritto il regista e sceneggiatore Carlo Lizzani in “Storia del cinema italiano”, Parenti, Firenze, 1961: “De Sica […] realizzerà dal bel libro di Marotta un film dalle alte qualità, pieno anche di pagine ispirate e di momenti degni del miglior De Sica. Il funerale del bambino (tagliato nella versione presentata al pubblico) e quel gioiello che è la partita a carte tra De Sica stesso in veste d’attore e il bambino, potrebbero figurare degnamente in un’antologia del cinema italiano”. A ricordare il film fu anche Martin Scorsese in “My Voyage to Italy” del 1999: “L’oro di Napoli a New York era trasmesso a quei tempi in televisione, e tutti nel quartiere lo rivedevano ogni volta e lo amavano molto. – e prosegue – E’ un film che offre una meravigliosa gamma di stili comici e incorpora qualcosa che apprezzo molto nel cinema italiano: il modo in cui si muove senza sforzo tra la commedia e la tragedia”.
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