Pioneristica, così si potrebbe definire l’esperienza del Centro Antiviolenza di Venezia che nasceva, primo in Italia, il 20 ottobre 1994. Un modello che si sarebbe poi esteso in tutto il Paese e che avrebbe influenzato l’intero settore del sociale pubblico, oggi un baluardo imprescindibile per l’assistenza, basti pensare che nell’intera nazione le strutture di questo tipo sono più di 380 e nel solo Veneto sono 25. Per festeggiare questo anniversario, è stata inaugurata l’installazione “Via dalla violenza. Sempre” al parco di villa Franchin a Mestre.
Un anniversario giustamente da celebrare, guardando però al lavoro che resta ancora da fare come certifica l’emergenza della violenza e dei femminicidi degli ultimi anni, ma anche un trend di aumento delle segnalazioni e degli accessi, un segnale da leggere in modo positivo, per far emergere il sommerso. Solo a Venezia nel 2023, sono 177 le donne che si sono rivolte per la prima volta al Centro Antiviolenza, un +23% rispetto al 2022. Come ha ricordato l’Assessore alla Coesione sociale Simone Venturini: «Il nostro è un unicum a livello nazionale, essendo un centro interamente gestito dall’Amministrazione comunale con personale altamente qualificato, dando estrema attenzione al tema della tutela delle donne oggetto di violenza, con la recente apertura di nuovi sportelli sul territorio ed altri in cantiere».
Un’opera minimale, ma dal forte impatto comunicativo quella realizzata da Matteo Attruia e donata al Centro Antiviolenza del Comune di Venezia a ricordo di questo importante anniversario. All’apparenza un normale cartello da toponomastica stradale, ma osservandolo da vicino, l’intitolazione a una strada fittizia è quella di “Via della violenza. Sempre”. Per rendere l’opera ancora più evidente, è stata collocata nel mezzo del parco, in modo da spiccare in un contesto in cui sembra apparentemente fuori posto, posizionata ad un’altezza superiore alla norma. Un messaggio che propone di ampliare gli orizzonti, “alzando” letteralmente la testa, invitando a denunciare gli abusi e vessazioni.
Il significato dell’opera, oltre a ricordare i 30 anni di attività del servizio e la lungimiranza di quel progetto nato negli anni ’90 che ha fatto da modello per molti altri a venire, è quello di restare visibile per non abbassare il livello di guardia sul fenomeno. Attruia, artista attento ai temi sociali e culturali, ha deciso di riproporre il lavoro in tutta Italia e per dare sostegno al Centro, ha donato in edizione limitata, numerata e autografata una foto dell’opera che può essere acquistata nelle gallerie d’arte di Mestre e Venezia di Marina Bastianello. L’incasso previsto dalla vendita è di 10.000€ e sarà interamente devoluto alla struttura veneziana per sostenere «Gli arredi della quarta casa di comunità che stiamo realizzando», ha spiegato Patrizia Marcuzzo, responsabile della struttura.
In rappresentanza dell’Amministrazione comunale alla cerimonia è intervenuta la Presidente del Consiglio comunale Ermelinda Damiano: «Dobbiamo ringraziare le nostre operatrici che da trent’anni lavorano per mantenere a Venezia un centro di eccellenza – ha dichiarato – il Comune si sta impegnando sul tema della prevenzione, quella da fare fuori, nella nostra società. Fra le iniziative, un esempio è la guida di vicinato che abbiamo prodotto per sensibilizzare sul non voltarsi mai dall’altra parte se si assiste a violenza, è necessario fare rete, anche attraverso l’arte, un veicolo trasversale di messaggi accessibili a un grande pubblico».
La celebrazione con l’inaugurazione dell’installazione non è però solo un punto di arrivo, ma soprattutto l’avvio di una serie di appuntamenti che coinvolgeranno il Centro Antiviolenza, come ha ricordato Damiano: «Per ogni mese, fino a marzo 2025, si svolgeranno eventi culturali e sportivi, seminari, dibattiti, convegni, spettacoli, incontri aperti alla cittadinanza per condividere pensieri e creare nuove alleanze, con l’obiettivo di riconoscere i campanelli di allarme che la violenza di genere porta con sé, per arrivare a costruire relazioni fondate sul rispetto e la valorizzazione reciproca».
Partita dalla terraferma, oltre a Mestre la struttura antiviolenza del Comune di Venezia negli anni è arrivata anche nelle aree insulari, aprendo due sportelli territoriali, uno al Lido e l’altro a Cannaregio. Questo per essere maggiormente presenti sul territorio e vicini alle donne in stato di bisogno nell’intero perimetro cittadino. Affianco ai presidi, sono state realizzate tre Case rifugio, per poter accogliere le donne con il bisogno di allontanarsi subito dalle proprie abitazioni per comprovate motivazioni di sicurezza, fornendo luoghi protetti per riprendere in mano la propria vita con percorsi dedicati e assistite.
E’ in cantiere anche l’apertura di una quarta Casa rifugio per accogliere persone bisognose di aiuto, a questo scopo, dall’installazione inaugurata per festeggiare i 30 anni del centro, chiunque potrà contribuire alla sua apertura attraverso l’acquisto di una delle fotografie messe a disposizione dall’artista Matteo Attruia oppure facendo una libera donazione. Sarà sufficiente inviare un bonifico all’iban: IT07 Z 03069 02126 100000046021, intestato al Comune di Venezia, inserendo come causale: cap. 200290395 – Donazione al Centro Antiviolenza, inserendo il proprio codice fiscale, nominativo di chi effettua il versamento e per conto di chi viene fatto (nel caso di associazioni, imprese, enti pubblici o privati). La ricevuta del pagamento va poi inviata via mail agli indirizzi:
centro.antiviolenza@comune.venezia.it
protezionesociale.centroantiviolenza@comune.venezia.it
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