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Animali e macchine: le sculture di Vascellari a Villa Fürstenberg

Sono nove le sculture della serie “Horse Power” dell’artista Nico Vascellari, che indagano il rapporto tra uomo, animale e macchina, entrate nella collezione di Banca Ifis, ora esposte permanentemente al Parco Internazionale di Scultura a Marocco

Dagli stomaci aperti, dagli intestini e dal cuore degli animali compiano dei motori in una suggestiva ibridazione tra animali e macchine. È “Horse Power”, la serie di sculture dell’artista Nico Vascellari dal 20 giugno entrata nella collezione del Parco Internazionale di Scultura di Villa Fürstenberg di Banca Ifis a Marocco, poco fuori dal centro di Mestre. Le nove sculture in alluminio di Nico Vascellari fanno parte di un progetto avviato dall’artista nel 2019 dove animale e macchina diventano un’unica cosa, ora in perfetto dialogo con l’ambiente del parco. Un’ibridazione che porta l’artista ad interrogarsi sui legami simbolici che l’uomo ha creato nel corso della storia tra determinati animali e i concetti di potenza, agilità, astuzia e resistenza. Con la serie di sculture di “Horse Power” salgono così a 23 le opere monumentali esposte permanentemente all’interno del Parco di Scultura, realizzate da un totale di dodici maestri contemporanei italiani e internazionali come Fernando Botero, Annie Morris, Park Eun Sun, Igor Mitoraj, Manolo Valdés, Pablo Atchugarry, Pietro Consagra, Roberto Barni, Julio Larraz, Philip Colbert e Giuseppe Penon e presentate in un’esposizione a cielo aperto nei 22 ettari del giardino di Villa Fürstenberg, grazie alla curatela di Giulia Abate e Cesare Biasini Selvaggi. Nato nel 1976 a Vittorio Veneto, Vascellari vive e lavora tra Roma e la città natale. La sua ricerca si articola e prende forma mediante diverse pratiche, tra cui performance, scultura, installazione, disegno, video e suono. Con uno sguardo dal carattere antropologico, analizza tematiche legate alla natura e al suo rapporto con l’uomo, attraverso fenomeni ancestrali e rituali, folklore e tradizioni.

Uomo, animale e macchina, tra sculture e performance

Attraverso l’analisi dell’utilizzo di immagini di animali centrali nello sviluppo estetico e identitario dell’industria automobilistica, quali ad esempio il lupo, il cervo, il cavallo e il leone, “Horse Power” intende indagare il rapporto tra uomo, animale e macchina, spesso paradossale e contraddittorio. Le sculture di “Horse Power”, prima di essere fuse in alluminio e presentate in una mostra a Forte Belvedere a Firenze, erano state realizzate in resina epossidica e presentate nel 2019 alla Biennale di Lione. «Si tratta di materiali in entrambi i casi usati nell’industria automobilistica» spiega Vascellari, dicendo che i plinti su cui sono ora esposte le opere sono pensati per diventare delle aiuole e integrarsi con la natura. «Le piante lentamente ingloberanno i plinti e si creerà un micro mondo, lo stesso da cui proviene il mondo animale. Già insetti, foglie cadute e l’acqua hanno iniziato a prendere il sopravvento sulle sculture dando avvio a questa integrazione»A queste sculture si accompagna una performance che ne testimonia la creazione, immortalata nel video “Horse Power” del 2019, anch’esso entrato in collezione di Banca Ifis. Il video, della durata di 40 minuti, è stato girato come fosse un documentario: racconta quanto accaduto nel corso di tre giorni e due notti in un’ampia zona dismessa di Cinecittà, a Roma. A nove stuntmen è stato chiesto di condurre nove automobili il cui cofano era stato sostituito da un animale realizzato in cera in scala 1:1. Le auto sono state riprese mentre emulavano atteggiamenti animaleschi: i rombi dei motori richiamano infatti i versi degli animali e gli scontri necessari per marcare il territorio. Piano piano, con il calore della macchina, il ventre di ciascun animale si è sciolto e ha inglobato il motore creando un essere composto da due carcasse: quella dell’animale e quella della macchina. Quest’ultima infatti ha come organo vitale un motore, così come gli animali hanno le viscere che rappresentano la parte calda e viva dei corpi.

 

La chiamata all’arte di Vascellari

Nico Vascellari grazie alla sua famiglia ha nutrito e coltivato l’interesse per l’arte fin da piccolo: «A sette anni andai una mostra di Ligabue che mi sconvolse» ricorda. «Cresciuto, mentre con il mio gruppo musicale giravo l’Europa ne approfittavo per andare nei musei e, munito di taccuino, prendevo appunti sugli artisti con cui riscontravo affinità». Ufficialmente la chiamata all’arte arrivò durante l’università: «Un giorno, uscito da un esame in cui avevo preso 30, capii che per me era una perdita di tempo e che volevo fare l’artista. Quello che leggevo e studiavo mi piaceva ma non mi importava di dover dimostrare qualcosa a qualcuno» confida Vascellari a GV Ve-nice. Per circa un anno lavorò a Fabrica, il centro di ricerca sulla comunicazione di Benetton, dopodiché si trasferì a Rotterdam. «Il giorno in cui arrivai lì andai di notte nel mio studio e, non trovando l’interruttore della luce, passai senza accorgermene per lo studio di un altro artista, rovinandone le tele che erano adagiate a terra. – ricorda – Non potendo ripagare il danno, dissi all’artista che avrebbe potuto distruggere tante opere quante ne avevo rovinate io. Quando però venne a vedere le mie creazioni, mi propose di esporle al posto delle sue in una mostra personale». Da lì si presentò poi la possibilità di realizzare un’altra mostra: «Mi chiesero di presentare le mie opere con un testo critico. Non sapendo a chi chiedere, lo scrissi di mio pugno firmandolo però a nome di Maurizio Cattelan. Glielo confidai solo anni dopo» dice, ricordando gli inizi del percorso che lo ha condotto a diventare tra gli artisti internazionali più riconosciuti, felice ora del legame con Banca Ifis.

Una nova monografia

«Questa serie di opere di Nico Vascellari, grazie al connubio tra forza umana, animale e meccanica, riesce a nutrire la nostra curiosità e creatività, insegnandoci ad avere cura del bene collettivo e, quindi, della nostra società» ha dichiarato Ernesto Fürstenberg Fassio, Presidente di Banca Ifis, annunciando anche il sostegno alla realizzazione di una nuova opera scultorea che Nico Vascellari, assieme a Sergio Risaliti, direttore del Museo Novecento di Firenze, sta progettando per Piazza della Signoria, dal titolo “Fioretti”. In occasione del collocamento delle opere di Vascellari al Parco di Scultura, è stata presentata anche la nuova monografia dedicata all’artista dal titolo “Nico Vascellari Fossils Of Experience”, a cura di Cesare Biasini Selvaggi, edita da Skira Arte e promossa da Banca Ifis. Il libro, partendo da “Revenge”, la performance e installazione presentata alla 52. Biennale d’Arte di Venezia, racconta oltre quindici anni di ricerche di Vascellari. Il parco, uno dei pilastri del progetto “Ifis Art”, dedicato alla valorizzazione del patrimonio artistico e culturale, è visitabile gratuitamente ogni domenica previa prenotazione tramite l’app “Ifis art” dedicata.

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