Fin dall’alba dei tempi l’uomo si è interrogato sul significato etologico del sonno, sul perché gli animali e le persone stesse dovessero comunque spendere molto del loro tempo a dormire, cioè a perdere per un periodo non breve la vigilanza e il contatto con la realtà. Gli antichi Greci, che, quando non trovavano spiegazioni razionali ai fenomeni naturali, si affidavano ai miti, erano arrivati a formulare che Hypnos, fratello di Thanatos (la morte) e figlio della Notte si imponesse persino al cospetto di Zeus che tutto gli perdonava perché non poteva fare a meno di lui.
Pertanto, il sonno, cioè quella sospensione reversibile dello stato di veglia, così incomprensibile, diventa una necessità senza la quale il nostro organismo comincia a comunicarci prima un disagio, poi dei veri e propri disturbi psichici e fisici. Quante volte abbiamo fatto fatica ad addormentarci per stress, ansia, innamoramenti o dispiaceri e ci siamo rotolati come un girarrosto nel letto? Si dà la colpa al caldo, al freddo, alla digestione, al digiuno, alla dieta, ai vicini troppo rumorosi… Insomma a una sequela di ipotesi che comunque non soddisfano il nostro bisogno di dormire con la tentazione di imbottirci di qualsiasi cosa pur di prendere sonno.
Prima di dare qualche consiglio, però, facciamo una breve introduzione scientifica. La struttura neurofisiologica del sonno si compone di 4 fasi: addormentamento, sonno leggero, sonno profondo e sonno REM. Queste fasi sempre nella stessa sequenza, ma con rappresentazioni differenti durante la notte, si ripetono per cicli di circa 90 minuti.
La funzione principale del sonno, oltre a quelle del riposo e del recupero dei processi di degradazione e affaticamento del nostro corpo, è quella di mettere a riposo le parti del nostro cervello utilizzate durante il giorno. In particolare, aiuta a fissare e a consolidare la memoria, rinforza le capacità cognitive e regola pure in modo positivo l’umore.
Si stima che dal 15% al 30% della popolazione soffra di insonnia sia cronicamente sia episodicamente con picchi intorno ai 30 e ai 60 anni. Ma come potremmo definire l’insonnia? L’insonnia è la difficoltà a prendere sonno o a mantenerlo, anche lo svegliarsi troppo presto così da avere un sonno non ristoratore o di scarsa qualità, con almeno una delle seguenti forme di disturbo diurno legato alle difficoltà di dormire di notte:
Se il disturbo persiste per oltre tre mesi, presentandosi almeno tre volte alla settimana, siamo di fronte a una insonnia cronica che avrebbe bisogno di consigli medici.
Una classificazione semplice dell’insonnia dipende soprattutto dal periodo di comparsa nella notte e dalla sua durata: pertanto potremo riconoscere:
È vero anche che gli uomini si dividono in gufi – si alzano tardi e vanno a letto tardi – e in allodole – si alzano molto presto e vanno e letto molto presto – per cui per ognuno occorre capire quali sono le migliori condizioni per trovare un buon sonno.
Certamente vi sono molte patologie che provocano o aggravano l’insonnia per esempio le malattie respiratorie, cardiache, endocrinologiche, reumatologiche, urologiche (per esempio i numerosi risvegli per andare al bagno) e molte altre, come le apnee notturne che si sospettano ogniqualvolta si sia in presenza di importanti russamenti. E pure molti farmaci, anche di uso comune, possono interferire con l’insonnia, come i diuretici, alcuni antidepressivi, i cortisonici…
Una volta che si è inquadrata la questione, allora è possibile cercare di riporvi rimedio, con un’opportuna igiene del sonno, cioè con quelle metodiche o accorgimenti per riuscire a recuperare la funzione perduta, fino ad intervenire con consigli o terapie mediche. Evidentemente non è una buona idea utilizzare i farmaci della nonna, che prende da decine di anni, rischiando di entrare in un tunnel dal quale è poi difficile uscire.
Allora, per una buona igiene del sonno è importante:
Se poi, però, proprio non se ne venisse a capo, il vostro medico di famiglia saprà consigliarvi il rimedio più opportuno ed efficace, evitandovi l’autoterapia con intrugli magici, melatonina presa a caso o, peggio, con le famose pasticche della nonna. Per fare sonni davvero d’oro.
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