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In un libro e a teatro l’amore degli artisti De Grandis e Marabini

Si è tenuta giovedì 24 alle Sale Apollinee del Teatro La Fenice la trasposizione scenica del libro dedicato allo scambio epistolare tra i due coniugi artisti veneziani d’adozione

Sono un incontro intimo fatto di preziose parole ricche di emozioni vertiginose, quelle contenute nelle inedite lettere d’amore scritte nel secondo dopoguerra da Luigina De Grandis (Spinimbecco 1923 – Venezia 2003) e Mario Marabini (Bologna 1923 – Venezia 1962), artisti veneziani d’adozione divenuti poi coniugi. Lettere che, nella frenesia del quotidiano, sottolineano quanto sia importante offrire il proprio tempo, il più raro dei doni, che si manifesta anche dipingendo un quadro come Luigina o creando una scultura proprio come Mario. Il libro da poco pubblicato, che raccoglie una selezione tra le più belle lettere d’amore tra i due artisti, si intitola “E noi invece così sereni. Lettere d’amore e altri doni d’arte a Venezia”. Lo scritto, edito da Tostapane Edizioni di Fabrizio Berger, presenta testi dello scrittore, saggista e appassionato di storia Alberto Toso Fei, un saggio storico artistico del prof. Giovanni Bianchi ed illustrazioni dell’artista Vittorio Bustaffa, che ha realizzato i disegni ispirandosi alle parole chiave delle missive. Un libro che giovedì 24 ha visto andare in scena alle Sale Apollinee del Teatro La Fenice a Venezia per la prima volta la sua trasposizione teatrale.

Dalle lettere al palcoscenico

La rappresentazione prodotta dall’𝗔𝗿𝗰𝗵𝗶𝘃𝗶𝗼 𝗗𝗲 𝗚𝗿𝗮𝗻𝗱𝗶𝘀 𝗠𝗮𝗿𝗮𝗯𝗶𝗻𝗶, da un’idea di 𝗖𝗵𝗶𝗮𝗿𝗮 𝗠𝗮𝗿𝗮𝗯𝗶𝗻𝗶, figlia dei due artisti, e 𝗙𝗮𝗯𝗿𝗶𝘇𝗶𝗼 𝗕𝗲𝗿𝗴𝗲𝗿, è stata una serata di racconto e musica. Sul palco la voce narrante di 𝗔𝗹𝗯𝗲𝗿𝘁𝗼 𝗧𝗼𝘀𝗼 𝗙𝗲𝗶 è stata accompagnata degli attori 𝗘𝗺𝗮𝗻𝘂𝗲𝗹𝗲 𝗣𝗮𝘀𝗾𝘂𝗮𝗹𝗶𝗻𝗶 e 𝗠𝗮𝗻𝘂𝗲𝗹𝗮 𝗠𝗮𝘀𝘀𝗶𝗺𝗶 della 𝗖𝗼𝗺𝗽𝗮𝗴𝗻𝗶𝗮 𝗣𝗮𝗻𝘁𝗮𝗸𝗶𝗻, che hanno vestito i panni di Luigina e Mario. Nelle lettere dei due artisti il sentimento è protagonista, si esprime con parole di amore, desiderio, piccole scaramucce e teneri nomignoli che hanno commosso gli spettatori. Per Mario in un’ora l’amore per Luigina ripaga dieci anni di infelicità e apatia, aiutandolo a sopportare l’insopportabile. Costretto ad accettare una cattedra a Teramo, quando torna per qualche giorno a Venezia le compra una pelliccia per portarla proprio alla Fenice, dove ora rivive la loro storia d’amore. La cantante 𝗟𝗶𝗲𝘁𝗮 𝗡𝗮𝗰𝗰𝗮𝗿𝗶, accompagnata al pianoforte dal maestro 𝗠𝗮𝘀𝘀𝗶𝗺𝗶𝗹𝗶𝗮𝗻𝗼 𝗕𝗶𝗴𝗮𝘇𝘇𝗶, ha allietato il racconto con le canzoni dell’epoca, e proprio sulle note di “Una lunga storia d’amore” termina il viaggio terreno tra i due coniugi. Luigina infatti non ha nemmeno il tempo di salutare il suo amato, mancato prematuramente in un tragico incidente. Per diverso tempo vive il silenzio e il buio, ma l’amore resta dentro di lei e, nonostante la grande sofferenza, riuscirà a ritrovare il colore, dentro e fuori le sue opere. Ad esaltare il testo ed i momenti di pathos l’illustratore 𝗩𝗶𝘁𝘁𝗼𝗿𝗶𝗼 𝗕𝘂𝘀𝘁𝗮𝗳𝗳𝗮 durante lo spettacolo, attraverso un live painting, ha dato vita alla scenografia di fondo. Partendo da una candida tela, con pennello e colori ha realizzato un dipinto inedito attraverso cui ha rappresentato i due innamorati. Grazie a regia e scenografia i testi si sono così mescolati alla potenza della pittura e della musica, creando un’esperienza sensoriale per il pubblico molto coinvolgente. Una prima messa in scena che presto dovrebbe vedere repliche in altre location teatrali della regione e non solo.

Nel pieno del fermento storico

Durante la rappresentazione teatrale, così come nel libro, grazie ad un grande lavoro di catalogazione, partendo dai sentimenti delicati e personali dei due grandi artisti del panorama veneto, è stata toccata con poesia la storia e le eccellenze nate nel dopoguerra nel nostro territorio, portando a rivivere l’atmosfera della Venezia degli anni ’50. Un periodo di pieno fermento artistico, denso e ricco di possibilità, dove gli artisti come Gino Rossi si recavano a dipingere a Burano, mentre in città si esprimevano artisti come Guidi e De Pisis e al ristorante all’Angelo si faceva avanti con Pizzinato, Santomaso e Vedova il Fronte Nuovo delle Arti. Durante la serata è stata anche posta attenzione all’importanza storica delle donne artiste, con particolare riferimento a Luigina de Grandis e alle grandi protagoniste femminili della cultura veneziana, come Peggy Guggenheim e la contessa Felicita Bevilacqua.

La scoperta delle lettere

Il libro e la rappresentazione teatrale nascono con l’intento di salvare la memoria dei due artisti. L’iniziativa è possibile grazie all’Archivio De Grandis Marabini, portato avanti da Chiara Marabini. L’attività dell’Archivio, che si occupa di organizzare mostre, convegni, conferenze e attività con studenti, ha il suo cuore nella ricerca, nella catalogazione e diffusione del materiale presente con progetti in costante dialogo con il Comune e la Regione. Le lettere da cui tutto è nato sono state trovate proprio durante un pomeriggio di riordino: «Dal fondo di un cassetto è emerso un plico chiuso con un nastro rosso e con sorpresa ho incominciato a leggere i contenuti. – racconta Chiara Marabini – Non solo ho ricostruito la vita personale dei miei genitori ma ho intuito in trasparenza il racconto della Venezia del dopo guerra» dice, spiegando che nelle lettere emergono i ritrovi fra gli artisti dal fritolin o nei bacari per bere una buona ombra. «Le lettere sono state una scoperta. Ci sono contenuti sentimenti nobili e belli, tanto da poterne fare anche un film. –  e sottolinea – Attraverso queste lettere ho conosciuto meglio i miei genitori e ho capito quante cose potevo chiedere e non ho chiesto». Il libro e ora la rappresentazione teatrale sono un elogio dei sentimenti: «Non bisogna mai vergognarsi di apparire ridicoli quando nelle lettere d’amore si ricorrono ai tanti vezzeggiativi affettuosi» dice Marabini, ricordando alcuni nomignoli come “Susina”, “Cipressetta” e “Ciccirini bella” con cui Mario chiamava la sua Luigina. Il libro, definito “un tesoretto” dal critico d’arte Toni Toniato, vuole in primis invitare le nuove generazioni ad approfondire la vita dei propri genitori, alla scoperta di sogni e rinunce, creando allo stesso tempo un’occasione per tutti per confrontarsi con i grandi maestri del passato.

Il libro è in vendita, anche in lingua inglese, nelle librerie di Venezia e nelle sedi dei Musei Civici Veneziani.

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