
«Il 17 gennaio siamo partiti e siamo tornati il 29, dopo un viaggio intenso e ricco di emozioni», afferma Gianni Scarpa, presidente del Gruppo Missioni Carpenedo. «Un viaggio che ci ha permesso di tornare in India dopo il lungo stop imposto dalla pandemia».
Pertanto Gianni insieme ai suoi compagni di viaggio, Paola Franzoso, Luca Laroni, Anna Zandomenichi, Monica Merelli e Carla Vimercati, è tornato in India dopo 6 anni con l’obiettivo di visitare i 17 collegi che il Gruppo sostiene, per verificare di persona le loro condizioni e valutare come meglio distribuire le risorse future.
«Abbiamo voluto prendere nota in modo oggettivo della situazione di ogni collegio, per poter intervenire laddove il bisogno è maggiore», racconta il presidente. «Ogni giorno partivamo alle 8.30 e tornavamo solo alle 23, affrontando anche 2-3 ore di macchina per spostarci da una struttura all’altra. Oltre ai collegi, abbiamo visitato i villaggi di Katragadda e Kusumevsarpeta, colpiti dall’alluvione dello scorso luglio. Dopo la raccolta fondi che avevamo organizzato per loro, era nostro dovere verificare l’impiego dei fondi e il progresso della ricostruzione».
«Tornare in India è stato come tornare a casa», afferma il presidente. «Un’esperienza che ci ha arricchiti e che ci spinge a continuare il nostro impegno con ancora più determinazione».
Pertanto il motto del Gruppo Missioni Carpenedo è da sempre: “impegno, responsabilità e trasparenza”.
«L’esperienza in questi villaggi è stata toccante. Abbiamo trovato una grande povertà, ma vissuta con dignità e umanità straordinaria, continua Gianni Scarpa. «Quello che mi ha lasciato questo viaggio è il senso di umanità. Purtroppo nella nostra società noi invece tendiamo sempre alle nostre individualità».
Gianni, che non tornava in India dal 2018, ha descritto l’emozione provata nel rivedere i bambini che, come sempre, lo hanno accolto lanciando petali di fiori. «È stato un momento di grande gioia, un segno di riconoscenza che ci ha fatto sentire ancora più forte il valore della nostra presenza».
Uno degli aspetti fondamentali della missione è garantire continuità nel sostegno ai bambini. Non basta aiutare un bambino per un periodo limitato: l’impegno deve accompagnarlo fino alla fine del percorso scolastico.
«Questa esperienza ha coinvolto molto anche i più giovani del nostro gruppo, che ora vogliono partire per missioni in India e Kenya», descrive Gianni. «Il nostro augurio è che ci sia continuità, perché il contatto diretto con le persone che aiutiamo è essenziale per il nostro modo di vivere l’associazione».
Durante la missione, i volontari hanno toccato con mano importanti novità: la costruzione di una cucina nel Boarding Home di Amalapuram e di Kanuru, l’scquisto di 30 brandine per il Boarding Home di Nidadavole, dove nel 2013 avevano posato la prima pietra e dove ogni lettino porta l’acronimo del gruppo GMCEF, la costruzione di un’infermeria nel Boarding Home di Pandirimamidigudem Girls, l’acquisto di brandine per il dormitorio e utensili per le cucine del Boarding Home di Veeravasaram, la costruzione di bagni nel Boarding Home di Jubilee Nagar e la realizzazione di due stanze per ospitare le ragazze in caso di malattie infettive.
«Abbiamo avuto l’onore di inaugurare queste nuove strutture con il tradizionale taglio del nastro, un momento simbolico ma di grande significato per tutti noi». conclude Gianni Scarpa. «Inoltre abbiamo ricevuto i ringraziamenti di molti ragazzi ormai adulti che, grazie al sostegno ricevuto, hanno potuto costruirsi un futuro migliore. Tra questi, un sacerdote che da bambino aveva beneficiato del nostro aiuto e che oggi gestisce un collegio per bambini in difficoltà».
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