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Ex chiesa di San Basso: il nuovo progetto della Procuratoria

La Procuratoria di San Marco punta a riutilizzare uno spazio in disuso, per trasferirci bookshop (con prodotti ideati dagli studenti) e biglietteria della Basilica. Venerdì la firma di una convenzione per la movimentazione dei varchi della barriera in vetro

L’ex chiesa di San Basso, uno spazio oggi vuoto e inutilizzato da tempo, a cui la Procuratoria di San Marco vuol dare nuova vita. Situato in piazzetta dei Leoncini, ha smesso di essere un luogo sacro nel 1807, per editto di Napoleone, divenendo un Ateneo dal 1953, ossia un luogo per le conferenze, per poi trasformarsi in un magazzino. A parlare delle nuove progettualità relative all’edifico è stato venerdì il primo procuratore di San Marco, Bruno Barel, alla presentazione della sottoscrizione della convenzione da parte di Procuratoria, Provveditorato per le Opere pubbliche, Autorità per la Laguna e Consorzio Venezia Nuova, in merito alla gestione dell’apertura e chiusura dei varchi della barriera in vetro attorno alla Basilica, progettata per proteggerla dall’alta marea quando il Mose non è in azione. Soggetti, quelli citati, che stanno operando in sinergia, attraverso vari interventi, volti a salvaguardare l’intera area marciana.

Un concorso di idee internazionale

La riqualificazione di San Basso? Trasferire bookshop e biglietteria – tuttavia limitata a chi ne avrà veramente bisogno, poiché l’intenzione è quella di spingere sempre di più sulla prenotazione on line – della Basilica proprio nell’Ateneo San Basso. Ma il progetto va ben oltre, arrivando a includere anche un concorso di idee che coinvolga almeno 4 o 5 architetti di fama internazionale, incaricati di ripensare lo spazio. «La chiesa è stata terminata nel 1661, probabilmente su progetto di Baldassarre Longhena – ha riferito il procuratore Alberto Torsello –. Necessita di alcuni restauri. Stiamo portando avanti un progetto di fattibilità». Sia sulle facciata che all’interno. E non si venderanno chincaglierie. «Vorremmo che questo bookshop fosse unico al mondo nel suo genere. In termini di luogo e di prodotti da commercializzare: vorremmo mobilitare gli studenti veneti – le parole di Barel – affinché partecipino a dei concorsi di disegno e brandizzazione dei prodotti e le aziende manifatturiere per realizzarli con materiali di recupero». Un progetto ambizioso, che punta al coinvolgimento di università locali, istituzioni culturali e Ufficio scolastico regionale. 

Eliminare le code in Piazza attraverso la bigliettazione on line

«Per i lavori, interverremo con risorse della Procuratoria, ma non sappiamo ancora quante ne serviranno. Confidiamo di partire fra qualche mese per i lavori esterni e di ultimare il tutto entro l’inizio del 2026. Selezioneremo una rosa di interlocutori noti per le loro competenze specifiche e li inviteremo a prendere parte al concorso. Cercheremo di non chiamare questo spazio “bookshop”: chiederemo ai ragazzi di individuare un nome, magari proprio attraverso un concorso». Poi il tema delle code all’esterno di Basilica e campanile di piazza San Marco, che la Procuratoria punta ad eliminare attraverso la bigliettazione on line. Se nel 2024 il totale degli ingressi con ticket sul posto in Basilica sono arrivati a quota 1.155.384 (il 59% del totale), quelli on line – che consentono di saltare la fila – a 788.638 (41%), a conferma di come la prenotabilità sia al momento ancora poco sfruttata, contrariamente ai grandi musei nel mondo. E con la formula telematica ci sarà la possibilità di presentarsi sul posto anche all’ultimo, senza sostare in Piazza, contando su una prenotazione a fascia oraria che consenta di distribuire i flussi. 

Convenzione di un anno: a movimentare i varchi sarà la Procuratoria

Questione a parte quella della movimentazione dei varchi della barriera in vetro – provvisoria – che circonda la Basilica. Con la sottoscrizione della convenzione, la gestione rimarrà in carico alla sola Procuratoria, con l’autorizzazione dei soggetti proprietari del suolo e della struttura. Procuratoria che si occuperà anche della pulizia della barriera e dell’area compresa fra quest’ultima e la chiesa, oltre che a fornire l’energia elettrica per la movimentazione delle pompe installate per lo svuotamento dell’acqua piovana. Il tutto potendo contare su un indennizzo annuale di circa 88mila euro. «L’accordo avrà durata di un anno. La Procuratoria – ha detto il provveditore Tommaso Colabufo – si è resa disponibile da subito per svolgere un’attività che il Provveditorato non riusciva a coprire (notturna e nei giorni festivi)». Ma prima della recinzione in vetro era stato ultimato un progetto volto ad isolare idraulicamente l’area antistante la cattedrale, con l’utilizzo di valvole di controllo da chiudere prima che l’acqua raggiungesse i 60 cm: un sistema entrato in funzione nel 2019, finanziato dal Provveditorato, che ha permesso di abbattere drasticamente le “invasioni” da circa 100 a 15-18 casi annui. Al proto di San Marco, Mario Piana, il compito di illustrare nel dettaglio il lavoro di restauro della copertura a falde della Basilica. Un’opera suddivisa in alcuni stralci, che il primo procuratore Barel ha annunciato durerà anni. «La Procuratoria ha fra l’altro disposto di acquistare e collocare sul tetto delle telecamere per il controllo termico nel sottotetto, per maggiore prudenza», ha osservato, specificando come l’obiettivo sia quello di evitare il più possibile il disagio agli utenti della Piazza, riducendo al minimo il cantiere e lo spazio per il montacarichi. Il 27 settembre 2024 la Procuratoria ha sottoscritto una convenzione con il Ministero delle Infrastrutture per l’assunzione di un contributo di circa 4 milioni di euro per il completamento del restauro delle falde del tetto, facendosi carico a proprie spese dei costi della progettazione. Tre, più altri tre, i lotti dedicati al restauro, di cui una parte in carico alla Procuratoria – 1 milione e 300mila euro per ciascuno – e un’altra al Provveditorato. 

Per il terzo lotto dell'area marciana mancano 22 milioni di euro (e forse più)

Infine i lavori a protezione dell’area marciana da quelle acque alte che non prevedono il sollevamento del Mose. I lotti sono tre, illustrati dal provveditore Tommaso Colabufo. Se il primo, ultimato e in fase di collaudo, ha richiesto 10 milioni e ha riguardato la pulizia dei cunicoli e l’installazione di tre valvole per bloccare la risalita dell’acqua, il secondo dovrebbe essere avviato in aprile e coinvolgerà l’area del molo, con affaccio sul bacino di San Marco. «Verrà realizzato un sistema di smorzamento dell’onda, galleggiante e lungo una ventina di metri, in corrispondenza dell’attuale frangionde. Uscirà dall’acqua per circa 50 cm. Sarà agganciato a dei pali di ancoraggio e si solleverà in funzione della marea. È previsto poi un sistema di pompe, dov’è presente il pontile Todaro, per smaltire in bacino l’acqua piovana in eccesso», ha spiegato Colabufo, sottolineando che l’ultimazione avverrà ad aprile 2027, per un valore di 11 milioni coperti quasi al 100%. «Per il terzo lotto (si tornerà in Piazza, nella parte centrale, sui cunicoli) bisognerà cercare una copertura finanziaria di 22 milioni. Dobbiamo farne richiesta al Ministero». Che, per un aggiornamento di progetto e prezzi, «potrebbero diventare anche 40», ha ipotizzato il presidente dell’Autorità per la Laguna, Roberto Rossetto, che ha aggiunto: «Il ruolo di quest’ultima è quello di fare da regia nei vari interventi. Mi piacerebbe pensare ad un nuovo accordo, con Barel, incentrato sulla comunicazione delle attività e dei cantieri che vengono portati avanti». 

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