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Le collezioni MUVE protagoniste delle prossime mostre

A Palazzo Ducale il 30 aprile apre la mostra dedicata a El Greco e alla pittura tra Creta e Venezia, a Mestre invece a settembre sarà la volta di Much messo a confronto con gli artisti cesarini

Da El Greco a Munch passando per un focus inedito sull’Album di Cicognara. La nuova stagione di mostre dei Musei Civici di Venezia punta a valorizzare le proprie collezioni. Apre il 30 aprile la grande mostra “L’oro dipinto. El Greco e la pittura tra Creta e Venezia” che nelle sale dell’Appartamento del Doge a Palazzo Ducale sarà dedicata alla stagione pittorica fiorita nell’isola di Creta nel periodo di conquista veneziana. La mostra, incentrata sull’arte veneto-cretese, darà rilievo a un fecondo periodo di unione artistica tra la Grecia e Venezia, tema oggi quasi sconosciuto al pubblico. Verranno approfonditi argomenti legati al mondo artistico nello Stato da Mar tra la seconda metà del Quattrocento e la seconda metà del Seicento, dove arte figurativa e bizantina e veneta si incontrano. Saranno esposti alcuni dipinti di El Greco e diversi saranno le opere conservate in città dal Museo Correr e dal Museo delle Icone presso l’Istituto Ellenico di Studi Bizantini e Postbizantini, nonché in collezioni private italiane e straniere. In mostra emergerà il confronto nella realizzazione delle opere d’arte: se in Occidente è il pittore ad innalzare a Dio la sua arte, in Oriente è invece Dio a guidare la mano del pittore. Il Museo di Storia Naturale “Giancarlo Ligabue”, invece, sempre da aprile presenterà al pubblico i primi risultati del progetto di ricerca “Un ostriarium romano nella laguna di Venezia” dedicato agli abitanti della laguna in epoca imperiale romana mediante l’esposizione di alcuni reperti, immagini, video delle operazioni di scavo subacqueo e delle attività di ricerca, nonché un modello tridimensionale del sito archeologico lagunare.

Munch e i capesarini

Altra grande mostra si terrà al Centro Culturale Candiani a Mestre che si prepara ad accogliere un focus sul Novecento sui maestri delle Avanguardie attraverso l’opera di uno dei suoi grandi e tormentati protagonisti: Edvard Munch, esponente dell’Espressionismo. L’esposizione “Munch. L’urlo espressionista nel Novecento”, prevista dal 29 settembre, valorizzerà in particolare le collezioni di grafica di Ca’ Pesaro, dove sono conservate quattro opere grafiche di Edvard Munch eseguite a puntasecca, acquatinta, acquaforte e litografia. La lezione dell’Espressionismo tedesco e nordico entra poi nelle opere di capesarinicome Ugo Valeri, nelle maschere del belga James Ensor, nelle taglienti incisioni di Max Beckmann, di cui Ca’ Pesaro conserva un eccezionale nucleo di 29 grafiche. In mostra troveranno poi spazio maestri come Otto Dix, Christian Rohlfs e Alberto Martini. Fino ad arrivare alle opere del XX secolo di denuncia di Renato Guttuso e con gli orrori della guerra fino ai conflitti recenti ripresi da Marina Abramovič e Shirin Neshat, o nei teschi di Mike Nelson e Brad Kahlhamer.

Approfondimenti 900eschi tra Ca’ Pesaro e Correr

Alla Galleria Internazionale di Arte Moderna di Ca’ Pesaro l’indagine sulla storia dell’Arte Moderna dal 16 maggio continuerà con l’esposizione del “Poema della vita umana di Giulio Aristide Sartorio”, grande ciclo decorativo, finalmente riunito, realizzato per il Salone centrale dell’Esposizione Internazionale d’Arte del 1907. Il museo continuerà a dialogare con autori contemporanei nelle mostre dedicate a: “Raoul Schultz. Opere 1953-1970” dal 22 marzo e “Antonello Viola. L’oro della laguna” dal 20  giugno. La stagione autunnale aprirà invece con la grande dedica a “Gastone Novelli (1925-1968)” dal 25 ottobre per proseguire il 14 novembre con “Terry Atkinson. Arte e linguaggio”. Il Museo Correr omaggerà invece le capacità di Carlo Scarpa di coniugare forma e funzione, con la sua inconfondibile cifra stilistica, in realizzazioni di alto impegno artigianale nella mostra “Il Correr di Carlo Scarpa 1953-1960”. Il doppio intervento di Carlo Scarpa per il Museo Correr, attuato nelle sale di Storia venezianadel primo piano nel 1952-53 e nella Quadreria al secondo piano nel 1959-60, spicca come modello della elegante linea italiana ispirata al Razionalismo internazionale. Nella mostra sarà presente una restituzione dell’architettura e degli arredi scarpiani del Correr che seppero coniugare con artigianalità forma e funzione, attraverso immagini fotografiche d’epoca, tratte provenienti dall’Archivio Fotografico MUVE, vetrine e teche e il celebre “cavalletto”. Inoltre, tra le altre iniziative, il Museo Fortuny celebrerà il 50° anniversario dalla sua nascita come istituzione (1975-2025). Inoltre quest’anno ricorreranno i 60 anni dalla morte di Mariano Fortuny. Un momento celebrativo ufficiale sarà il 10 giugno, con un ricco programma di racconto e restituzione delle vicende biografiche e artistiche di Fortuny. A Murano, al Museo del Vetro, proseguirà il racconto sulla storia delle fabbriche dedicata questa volta ai Fratelli Toso.

L’inedito Album Cicognara

Infine, a Ca’ Rezzonico dal 26 settembre si terrà la mostra approfondimento dedicata all’Album Cicognara,che propone per la prima volta nella sua interezza l’album oggetto di un accurato restauro promosso da Venice Foundation. Il conte Leopoldo Cicognara (Ferrara, 1767 – Venezia, 1834) nel 1808 divenne presidente dell’Accademia di Belle Arti a Venezia, carica che mantenne anche dopo la caduta di Napoleone, fino al 1826. Uomo colto e brillante, a lui si deve la sistemazione delle Gallerie dell’Accademia che proprio allora prendevano forma con l’arrivo dei dipinti provenienti dagli edifici di culto soppressi per decreto napoleonico. La stretta amicizia con gli artisti del suo tempo è testimoniata proprio da questa sorta di “liber amicorum” composto da 81 fogli in cui Cicognara ha riunito opere di artisti quali Vincenzo Camuccini, Andrea Appiani, Giuseppe Bossi, il giovane Francesco Hayez; ma anche artisti francesi come François-Marius Granet, Lancelot- Théodore Turpin de Crissé e Louis Léopold Robert. Varie le tecniche grafiche contenute, in cui si trovano disegni a matita, a penna, gessi colorati e acquerelli che raffigurano vedute, ritratti, paesaggi, scene di genere, animali, composizioni sacre e profane. Troviamo accostati studi preparatori per opere maggiori, oppure disegni finiti eseguiti espressamente per Cicognara. Nell’insieme un’opera unica, espressione delle differenti scuole artistiche del periodo. Sei disegni di questo album appartengono all’amico di una vita: Antonio Canova, alla cui morte Cicognara promosse l’erezione ai Frari del monumento dedicato al grande scultore di cui scrisse anche una fondamentale biografia.

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