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A Homo Faber l’artigianato parla della vita

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È arrivata alla terza edizione la mostra che celebra con pezzi unici l’artigianato da tutto il mondo, quest’anno realizzata sotto la direzione artistica dal regista Luca Guadagnino e dall’architetto Nicolò Rosmarini

È iniziato da una settimana Homo Faber, rassegna internazionale biennale arrivata alla terza edizione, che propone le eccellenze dell’artigianato globale, allestita negli spazi della Fondazione Giorgio Cini sull’Isola di San Giorgio a Venezia. Organizzata dalla Michelangelo Foundation for Creativity and Craftsmanship e dai suoi partner, l’edizione è a cura dal regista Luca Guadagnino e dall’architetto Nicolò Rosmarini. Sono in totale 800 le creazioni esposte in 10 sale, realizzate da 400 artigiani provenienti da 70 paesi da tutto il mondo, in rappresentanza di 105 mestieri diversi.  “The Journey of Life” è il tema scelto da Hanneli Rupert, vicepresidente di Michelangelo Fondation, proprio per portare una voce da tutto il mondo, che in esposizione si esplicita attraverso oggetti unici che seguono le fasi della vita, dalla nascita alla morte. La prima tappa del percorso, allestita nel Chiostro dei Cipressi, è dedicata alla “Nascita”, il momento in cui avviene il primo contatto con la realtà artigiana. Qui il gioco dell’oca, tenuto insieme da un nastro rosso metafora del destino, è reinterpretato in 69 pannelli di singoli artigiani e maison, realizzati con ricami, patchwork e applicazioni per mettere in luce le diverse tradizioni culturali e folkloristiche.

Dall’infanzia alla celebrazione

La mostra prosegue con la sala “Crescita”, dedicata all’infanzia, presentata come se fosse la camera dei bambini. Ad accogliere il visitatore sedie colorate in lana merino di Liam Lee, un levriero in cuoio di Talichiro Yoshida, diverse case delle bambole e realistici gonfiabili di Ned Cantreil realizzati però in vetro. Si passa poi al refettorio dove una lunga tavolata imbandita occupa l’intera sala dedicata alla “Celebrazione”, in dialogo con la riproduzione delle “Nozze di Cana” del Veronese. Qui grandi pezzi dei primi del ‘900, come gli argenti di Bucellati, si mescolano con realizzazioni artigiane più recenti come le brocche pop in ceramica ricoperte da materiale riciclato dai colori fluorescenti di Maxwell Mustardo, dolcetti realizzati in vetro da Sarah Brown o la tecnica di ricamo con effetto tridimensionale di Youmeng Liu. Commuove poi la sala “Patrimonio”, dedicata al saper fare che si tramanda nelle famiglie di generazione in generazione, tra fabbricanti di saponi, bambole e intarsiatori, dove sul soffitto sono presentati anche 10 video scelti da Guadagnino che mostrano come avviene la realizzazione dei manufatti, molti dei quali poi esposti in sala. 

Amore e viaggio

A metà del percorso la sala “Amore” si presenta nelle due fasi del corteggiamento e dell’unione. Qui fiori in porcellana, come quelli di Simone Crestani, riempiono le vetrine, mentre sfavillano i gioielli di “Lovebirds” lanciati a partire dagli anni ’40 da Van Cleef & Arples. Si passa poi alla sala del “Viaggio”: tra gli artigiani anche Leonardo Frigo che realizza grandi globi con la stessa tecnica usata un tempo da Coronelli, in cui però rappresenta passi della Divina Commedia: «Un modo – dice – per aiutare le persone a capire il meglio il testo». È poi interamente dedicata alla “Natura” la sala che propone realizzazioni a questa ispirate o compiute con l’utilizzo di materiali naturali o riciclati, tra cui i gioielli di Cartier. La zona della piscina invece è dedicata ai “Sogni” e vede esposti in una rivisitazione onirica gli abiti firmati Alaïa circondati da maschere folkloristiche, tra cui quelle dedicate al giorno e alla notte del maestro mascarer veneziano Sergio Boldrin. Uno spazio di dialogo tra pubblico e visitatori è invece “Dialoghi”, la sala in cui sono raggruppati più artigiani e maison prestigiose, come la Santoni Shoes maestra nella tintura delle scarpe, per svolgere durante i giorni di mostra delle dimostrazioni pratiche dal vivo e laboratori aperti al pubblico. L’esperienza si conclude con la sala “Aldilà” dedicata alle diverse celebrazioni del lutto, dal Messico fino ai paesi scandinavi.

Un’idea per sostenere i talenti

«In un luogo come la Fondazione Cini, in cui l’artigianato è ovunque, l’esposizione riflette l’idea di architettura di Carlo Scarpa. Sono presentati lavori nuovi ma con forte attaccamento al passato» hanno detto i direttori artistici Luca Guadagnino e Nicolò Rosmarini. «Guadagnino e Rosmarini hanno sviluppato un’attenzione da veri artigiani agli spazi, ai dettagli e all’atmosfera, inserendo gli oggetti in una narrazione evocativa, autoriale e davvero unica che raccontano una diversità preziosa e inaspettata» ha detto Alberto Cavalli, direttore esecutivo della Michelangelo Foundation. «Presentiamo una varietà geografica di mestieri e talenti, molti dei quali hanno urgente bisogno di aiuto per essere mantenuti in vita e apprezzati dalle generazioni future» ha detto Hanneli Rupert, sottolineando che quest’anno i visitatori, grazie ad una apposita App, potranno votare tramite Qr Code le realizzazione più belle, e tre saranno gli artigiani che riceveranno premi in denaro e titoli. L’esposizione resterà aperta fino al 30 settembre, con possibilità di acquistare i biglietti su www.homofaber.com.

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