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A Porto Marghera purificazione della grafite per batterie

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L’annuncio di Alkeemia alla conclusione del terzo Battery Forum di Venezia

Continua la riconversione di Porto Marghera, che lentamente sta cambiando pelle passando dalla chimica tradizionale e un passato di inquinamento pesante, verso una nuova identità e visione di distretto “green”. Un tassello importante in questo senso potrà rivestirlo Alkeemia, azienda insediatasi nell’ex stabilimento Solvay, che qui investe in ricerca e sviluppo nella chimica del fluoro per ottenere materia prima per le celle delle batterie. L’obiettivo, ambizioso, è essere capofila nella realizzazione di una catena di fornitura per favorire l’insediamento di una produzione europea e, in questo senso, si aggiungerà a breve un tassello importante ovvero un impianto per la per la purificazione della grafite, l’elemento da cui si producono gli anodi, ovvero i poli negativi degli accumulatori.

«Si tratta di una tecnologia di nostra proprietà al 100%commenta l’Amministratore Delegato di Alkeemia Lorenzo Di Donato – nelle nostre intenzioni c’è quello di creare il primo centro di produzione europea di una lavorazione che al momento è praticamente appannaggio esclusivo della Cina e forma uno degli elementi principali per la produzione di batterie. Ottenere questa leadership in Europa permetterebbe di incentivare una produzione interamente nel nostro continente, visti i ricchissimi giacimenti presenti in Scandinavia, che potrebbero soddisfare per molto tempo la domanda. In questo modo daremo un contributo importante nella creazione di una filiera interamente continentale che, se riusciremo a innovare ad esempio con l’impiego di sodio in alternativa all’attuale litio, potrebbe davvero generare una rivoluzione nei sistemi di produzione e stoccaggio di energia per interi distretti industriali, oltre che al settore automotive».

Lo sviluppo del comparto delle batterie elettriche

Infatti, nonostante alcune resistenze e criticità soprattutto nel comparto del trasporto su ruota per il nostro Paese, il settore delle batterie è in una fase di sviluppo esponenziale. Come conferma il manager: «E’ uno dei comparti con il maggiore tasso di crescita – spiega – se si osservano i dati globali nel 2024 nel solo comparto automobilistico le vendite sono salite a 17,7 milioni di unità (+25%), di cui un +14% per le auto 100% elettriche (BEV – Battery Electric Vehicle) e +50% per le ibride (PHEV – Plug-in Hybrid Electric Vehicle). Se poi ci spostiamo sul settore degli accumulatori per lo stoccaggio di energia si arriva a picchi di +55% anno su anno. Quest’ultimo settore ha margini incredibili per incentivare lo stoccaggio di energia tanto per gli impianti fotovoltaici domestici che per quelli industriali, ipotizzando un futuro in cui l’elettricità generata nei mesi più caldi possa essere fruita se non tutto l’anno per buona parte, gestendo soprattutto i picchi di richiesta della rete».

La sfida resta però grande per l’Europa: «Credere in questa tecnologia significa ripensare completamente al modello che per decenni ci ha permesso di creare il mondo che conosciamo – aggiunge – ci sono in gioco investimenti miliardari e siamo in ritardo rispetto ai cinesi, anche perché a livello di Unione Europea siamo più lenti di loro, nonostante qualche Paese abbia fatto un balzo in avanti in questo senso, come Polonia, Repubblica Ceca e Ungheria. Ma non è tutto per forza un male, i tempi lunghi dell’Europa sono derivati anche da maggiore attenzione alla salvaguardia dell’ambiente e alla sicurezza sui luoghi di lavoro. In questo senso, per una volta potremmo essere noi a prendere ispirazione dalla Cina, imparando da loro per migliorare i prodotti visto l’elevato know-how che possiamo mettere in campo come europei. Si tratta di fare un cambiamento epocale, ma c’è ottimismo e fiducia nell’aria anche in Italia, ci sono molte opportunità che dovremmo cogliere per diventare protagonisti».

Alkemia Battery Forum alla Scuola Grande di San Rocco
2025: Terzo Alkeemia Battery Forum esperti da tutto il mondo a Venezia

Questo spirito è quello che si è respirato al terzo “Alkeemia Battery Forum”, l’evento organizzato dall’azienda a Venezia radunando esperti, manager e scienziati per fare il punto sullo stato dell’arte del settore e definire prospettive da mettere in pratica per accompagnare questa trasformazione energetica. La tre giorni, si è svolta nella Scuola Grande di San Rocco dal 9 all’11 aprile 2025. «E’ stata un’occasione per mettere insieme professionisti di vari ambiti e aziende su temi pragmatici per definire dei percorsi di sviluppo condivisi – ha aggiunto l’AD di Alkeemia – tutti rilevano una crescita e un moltiplicarsi di opportunità all’orizzonte, quindi possiamo tranquillamente bollare come fake news le voci su un arretramento, la strada verso la decarbonizzazione ormai è tracciata, basta solo trovare le migliori soluzioni».

A questo scopo la platea ha visto avvicendarsi le testimonianza di imprese di rilievo come Ferrari, Iveco, NIO, CATL, FAAM, ACC, oltre alla presenza di Invitalia, l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa. «Per noi che dobbiamo prendere scelte ponderate, avere numeri e statistiche affidabili è imprescindibile – racconta De Donato – e quando un azienda come Ferrari, citando dati del Consiglio nazionale per la sicurezza dei trasporti (NTSB) americano dichiara che sono 25 ogni 100.000 le auto elettriche che prendono fuoco da sole in un anno rispetto alle 1530 a motore termico, si capisce come alle volte ci si faccia influenzare da quello che fa più notizia. Quello su cui siamo abbastanza sicuri, come emerso da forum, è il futuro dei BESS, ovvero i sistemi di stoccaggio di energia per batterie, che possono avere grandi potenzialità per il nostro Paese che è povero di materie prime per generare energia ma che così potrebbe massimizzare l’impatto delle rinnovabili, anche per il comparto delle imprese».

Lorenzo Di Donato, Amministratore Delegato di Alkeemia
Alkeemia e l’impegno industriale a Porto Marghera per una supply chain per le batterie

«La strada è in salita – confida il manager – ma noi ci crediamo e siamo forti nell’organizzare la nostra attività in un sito come Porto Marghera, non solo perché sentiamo vivo il passato e la vocazione industriale, ma anche per le possibilità logistiche che offre il sito. Per chi vuole fare industria questo luogo ha un’aurea speciale, certo che vogliamo innovare e ripensare all’impatto della produzione per imparare da quello che è stato. Fare impresa proprio qui ha un sapore particolare, se riuscissimo a creare una filiera completamente europea per la produzione di batterie partendo da Venezia sarebbe qualcosa di importante sia a livello di innovazione che di occupazione, già oggi abbiamo quasi duplicato la forza lavoro di quando ci siamo insediati e tutti profili ad altissima specializzazione e qualificazione, da ingegneri a chimici, comprendendo dottori di ricerca».

«In questo momento puntiamo a investire sulla tecnologia per le batterie al sodio ma anche se non dovesse essere questa la strada giusta – conclude – crediamo in ogni caso nella tecnologia elettrica. Dobbiamo mettere in conto un po’ di incognite e fluttuazioni perché si tratta di un mercato non maturo, ma è importante non farsi tagliare fuori dalla concorrenza asiatica e creare un’intera filiera a trazione europea. Rispetto all’idrogeno, che richiede un’infrastruttura dedicata tutta da realizzare, le batterie possono essere implementate con maggior facilità e ci sono grossi interessi a farlo in Europa, per esempio nel campo della difesa dove la tecnologia dei droni a batteria sta prendendo sempre più piede. Non è fantasia, ma credo che entro 5 anni sarà possibile avere una catena completa di produzione nel nostro continente e noi, saremo pronti a fornire le materie prime».

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