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A teatro per sostenere la Fondazione Elena Trevisanato

Si terrà domenica 15, alle 18 al Teatro Malibran, lo spettacolo “Duo di canti e racconti lagunari” di Alberto Toso Fei e Giovanni Dell’Olivo dedicato alle suggestioni di Venezia per sostenere i progetti della Fondazione. «Il ricavato – spiega Paolo Trevisanato – servirà per continuare i progetti destinati all’empowerment femminile, al centro sanitario e all’istruzione»

Torna nella serata di domenica 15, alle ore 18, al Teatro Malibran a Venezia, l’imperdibile evento a favore della Fondazione Elena Trevisanato onlus, dedicata alla giovane Elena scomparsa prematuramente nel 2006, a soli 19 anni, dopo esser caduta da cavallo. La Fondazione che porta il suo nome opera da oltre 15 anni opera in Africa, principalmente nella regione della Somali Region etiope e in Italia. Nello spettacolo d’eccezione DUO di canti e racconti lagunari, le storie di Alberto Toso Fei e le musiche di Giovanni Dell’Olivo, accompagnati da Serena Catullo e Alvise Seggi, guideranno gli spettatori attraverso la magia di Venezia. Sarà un’esperienza unica per immergersi nella bellezza senza tempo di una città storica e quotidiana, diversa, reale e immaginifica, dove si intrecciano memorie e leggende. Saranno cinque i racconti del narratore di Venezia Alberto Toso Fei, giornalista, scrittore e saggista, intramezzato dai pezzi musicali di Giovanni Dell’Olivo, cantautore e musicista polistrumentista veneziano, che eseguirà brani storici tratti, tra gli altri, dagli album “Venetikorebetiko”, “Addio a Ulisse”, “Memorie di Atlantide”.

Uno spettacolo inedito, a cavallo tra cronaca e leggenda

Uno spettacolo inedito fatto di tante storie, tra parole, musica e immagini: storie di Venezia che arrivano dalla tradizione orale e popolare, ricche di suggestioni, in bilico tra realtà, cronaca, mito e leggenda. Storie che sono ancora, in buona parte, legate ai luoghi e alla toponomastica della città, intrecciate alle vicende della storia recente, alla vita quotidiana e domestica. Una dimensione diversa, enigmatica, salmastra, intima e globale come solo Venezia sa essere, che prenderà forma anche grazie alla partecipazione straordinaria di RI-PRESE, il progetto di Nicoletta Traversa e Giuseppe Ferrari, che con l’archivio di filmati storici della città custodisce le memorie del territorio veneziano, dando vita ad un linguaggio narrativo autentico: quello dei contenuti audiovisivi privati, dove i film di famiglia diventano patrimonio della memoria collettiva. «Non resta che lasciarci conquistare dal racconto della città lagunare come non l’abbiamo mai vissuto prima. Vi aspettiamo numerosi!» dice Elisa Andreoli, consigliera della Fondazione e cognata di Elena. Il ricavato della serata come ogni anno sarà interamene devoluto ai progetti della Fondazione che, insieme anche ad altre Ong locali, si adopera per scavare pozzi, costruire sistemi idrici, scuole e presidi medici, e attuare progetti dedicati all’agricoltura e all’allevamento, con attenzione all’empowerment femminile. Ad oggi sono circa 55 i progetti conclusi, su un totale di 58 avviati, di cui hanno beneficiato circa 360.000 persone in 17 zoned’intervento tra l’Etiopia l’Italia. «Ringraziamo tutti i professionisti che doneranno il loro talento per questa serata, e con loro la Municipalità di Venezia, la Fondazione Teatro La Fenice e Venezia Unica. L’intero intero ricavato sarà destinato ai progetti di Fondazione Elena, per cui stiamo lavorando tanto» ha detto Andreoli, che in questi giorni è appena tornata insieme al marito Paolo Trevisanato, fratello di Elena, dal viaggio nei territori della Somali Region in Etiopia proprio per vedere i risultati dei lavori avviati e capire cosa poter fare di nuovo.

I progetti realizzati e quelli da portare avanti

Durante la visita in Etiopia Elisa e Paolo hanno visto nello specifico l’avanzamento di tre progetti. Il primo riguarda la Scuola per bambini non vedenti e ipovedenti gestita da suore cappuccine a Shashemene a Sud di Addis Abeba, per cui la Fondazione grazie ai soldi ricavati durante l’ultima Festa della Certosa può garantire i pasti, così come prodotti igienici e indumenti per i più bisognosi, coprendo anche lo stipendio di un maestro della scuola. «In un contesto attorno degradato, la scuola in confronto sembra un paradiso. «Vedere tutti quei bambini però è stato struggente. – racconta Paolo – Lì per 10 mesi all’anno sono ospitati un centinaio di bambini che in principalmente provengono da famiglie senza possibilità economiche». Nella Somali Region poi, sono stati ad inaugurare nel villaggio di Dufeys il pozzo che la Fondazione ha riabilitato dopo che una ong lo aveva abbandonato e lasciato non funzionante. «A Dufeys abbiamo trovato una situazione stupenda, il pozzo rispetto ad altri ha tanta acqua, ora la comunità è contenta, abbiamo trovato tata vitalità». Infine, sono stati al Centro sanitario di Darwanaji e hanno seguito l’attività di Outreach del presidio sanitario che viene fatta nei paesi remoti con un’ambulanza. «Serve per fare un’attività di monitoraggio e controllo dei malati, vaccinare i bambini e visitare le mamme. – spiega Paolo, e aggiunge – Inoltre è utile per promuovere la conoscenza del centro e fare in modo che le persone capiscano che vi si possono recare per farsi visitare e assistere». Nel presidio tante ancora sono le possibilità di miglioramento, ma due in particolare sono i sevizi attuati recentemente che funzionano molto bene: «Abbiamo attivato il monitoraggio dello stato di benessere che viene eseguito sui nascituri per capire, nel caso ce ne fosse bisogno, quando intervenire preventivamente. Lì inoltre abbiamo creato anche una casa di accoglienza per le partorienti che vengono da villaggi lontani e non avrebbero un posto in cui dormire, dove abbiamo trovato quattro mamme».

Interventi e sviluppi futuri

Durante la visita Elisa e Paolo hanno pianificato con le realtà locali altri interventi che si possono sviluppare nell’ambito dell’empowerment femminile e crescita delle donne. Dopo aver avviato due progetti di Tree nurseries nei villaggi di Kayane e Kunka per la creazione di due vivai di piante da frutto gestiti ognuno da sette donne, altri due sono quelli in via di realizzazione che saranno inaugurati a metà del prossimo anno nei villaggi di Kore e Denan. «Le due cooperative gestite dalle donne stanno bene, generano capacità di reddito e di reinvestimento» dice Paolo, spiegando che inoltre piantare alberi e piante consente di limitare la desertificazione dei luoghi e promuove la diversificazione alimentare.«Parte dei soldi che riusciremo a ricavare dalla prossima serata di beneficenza al Malibran serviranno per continuare i progetti di istruzione, empowerment femminile e per il centro sanitario, inoltre cercheremo di lavorare maggiormente per favorire la frequenza dei bambini nelle scuole». Per prendere parte allo spettacolo è necessaria la prenotazione. Diverse sono le modalità: si può acquistare il biglietto online al seguente link https://ticketstripe.com/events/4637106225858535, mandando una mail  a info@fondazione-elena.org, oppure telefonando al 349 0094670. Il costo minimo consigliato del biglietto per gli adulti è di 25 euro, mentre per i giovani under 26 è di 15 euro.

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