Venezia città di cultura, arte, e ora anche un po’ più sportiva con un occhio rivolto all’inclusione e all’integrazione. Questo è possibile grazie alla “Venezia League”, un torneo calcistico dilettantistico che partirà domani, sabato 16, al campetto della Salute del Seminario Patriarcale e proseguirà fino a fine aprile. L’iniziativa, intrapresa da alcuni ragazzi studenti ed ex studenti, ha portato alla creazione di una vera e propria community sportiva, legata principalmente al mondo calcistico, in rapida ascesa in tutti i settori. Il torneo, in formato di campionato, trae le fila dall’iniziativa di alcuni studenti internazionali, due ragazzi tedeschi e uno ucraino, che nel periodo post Covid, a giugno 2021, avevano creato un gruppo Whatsapp per permettere a molti ragazzi di organizzarsi per giocare a calcio nel campetto gratuito di Sant’Elena. L’intento, oltre a quello di organizzare le partite, era quello di permettere lo scambio di culture e la socializzazione tra studenti che si erano appena trasferiti a Venezia, incentivando così il formarsi di legami e amicizie.
Il campionato, giunto quest’anno alla seconda edizione, nasce appunto da questa esperienza e ad oggi conta più di 120 tesserati: «L’area di Sant’Elena è sempre stata legata allo sport e specialmente al calcio. I primi membri della nostra associazione tuttavia non erano Veneziani di nascita ma lo sono diventati. – ha detto Tommaso Kusch, presidente dell’Associazione sportiva dilettantistica Sant’Elena, nonché studente di architettura presso l’Università IUAV – La nostra associazione era ed è tutt’ora legata ai valori dell’inclusione e dell’internazionalità. Le potenzialità del gruppo Whatsapp, composto da più di 500 persone, ci ha spinti a creare l’associazione e di conseguenza organizzare degli eventi, come il campionato, che comprendessero anche dei momenti culturali e sociali. L’obiettivo è legare ancora più stabilmente lo sport e l’integrazione a questa bellissima città, la quale ospita ogni anno nuovi studenti da ogni parte del mondo». L’impegno sociale dell’iniziativa si concretizza in alcuni momenti di dialogo in lingua straniera che si terranno a ridosso delle partite: «Non si tratterà di corsi specifici di lingua, – spiega Gabriella Bellino, studentessa americana – ma di momenti in cui si potranno affrontare dei dialoghi con persone madrelingua. In questo modo daremo la possibilità di imparare a dialogare in italiano per gli stranieri e in inglese per gli italiani».
Significativa in questo senso l’esperienza di Oussama Youssoufi, ragazzo di origini straniere laureatosi a Ca’ Foscari che adesso lavora come mediatore interculturale e interprete presso la Questura di Venezia. Proprio lui, durante la presentazione del progetto di calcio inclusivo, ha avuto modo di raccontare la sua storia, spiegando quanto può significare per le persone che si trasferiscono a Venezia avere un posto in cui legare, conoscere e divertirsi facendo sport: «Sono tornato in Italia dopo un lutto famigliare causato dal Covid, ed ero solo. – ha detto – Ho trovato un gruppo di persone che mi ha fatto sentire a casa, mi ha coinvolto e fatto stare bene. Tuto questo è stato essenziale per affrontare una situazione complicata. Ora siamo praticamente una famiglia».
Il campionato quest’anno si giocherà nel campetto della Salute, in gestione ai licei ENGIM e Marinelli ma di proprietà del Seminario Patriarcale: «Ringraziamo la disponibilità dei licei nel fornirci il campo dove giocare. Abbiamo provato in ogni modo di restare a giocare nel campo di Sant’Elena ma risulta malmesso e rovinato. – continua Kusch – Le richieste al Comune non sono mancate, il quale ci ha promesso molte volte che sarebbe stato sistemato ma non ci sono stati risultati. I lavori dovevano essere eseguiti e terminati entro questa settimana ma non sono nemmeno iniziati». Il campionato, che si disputerà ogni 2 settimane di sabato, ad oggi conta più di 120 adesioni. I partecipanti del torneo sono persone dai 16 ai 60 anni, con squadre mistecomposte da maschi e femmine. Il trofeo in palio per la squadra vincitrice sarà realizzato in legno, vetro e metallo. Della struttura in ferro si occuperanno gli storici fabbri Zanon, la parte in legno è a cura del maestro d’ascia Gregorio Magnifichi del cantiere Tramontin, mentre la parte in vetro sarà fornita dall’azienda Cenedese, con un lavoro a quattro mani a cura di Simone Cenedese e di Nathan Lartigue: «La struttura del trofeo – conclude Kusch – si basa su tre elementi che caratterizzano la città: la base in legno serve dafondamenta come le palafitte che sorreggono Venezia, mentre i due elementi posti sopra sono a richiamo del lavoro e della cultura veneziana».
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