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Alcol in Veneto: cresce il consumo tra donne e giovani

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La regione sopra la media nazionale come emerge da un convegno dell’Ordine dei Medici di Venezia

Nei primi giorni di giugno si è tenuto a Mestre il convegnoAlcol: dai problemi agli interventi” organizzato dall’Ordine Provinciale dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Venezia (OMCeO) per discutere sulla situazione in Italia della dipendenza da alcol, ricordare i rischi derivanti dall’abuso e dal consumo abituale di bevande alcoliche e sensibilizzare sui mezzi di prevenzione e cura nel caso di comportamenti dannosi o a rischio. In Veneto emergono dati preoccupanti sul consumo alcolico femminile e giovanile, che sottovalutano il binge drinking e il consumo moderato abituale.

L’evento è stato organizzato dal dott. Giovanni Leoni, Presidente OMCeO Venezia e Vicepresidente nazionale, e dal dott. Alessandro Pani, direttore del Dipartimento per le Dipendenze dell’Ulss 3 Serenissima. «L’evento è stato molto partecipato – ha dichiarato con soddisfazione Leoni – sono emersi il valore dell’associazionismo e delle capacità particolari di alcune persone provenienti da diverse professionalità nel guidare i colloqui con i pazienti problematici per raggiungere una consapevolezza e uscire da una dipendenza spesso scientificamente correlata a una sindrome depressiva. È stata significativa la testimonianza diretta di chi è uscito dalla dipendenza o ha aiutato un proprio amico o familiare a uscirne».

Tabelle provenienti dal progetto Health Behaviour in School-aged Children (HBSC) Italia del 2022
Aumentano i consumatori giovani (anche minorenni) e le consumatrici di alcol in Veneto

I dati presentati al convegno hanno messo in evidenza la percentuale preoccupante di uso di alcol tra i giovani e i giovanissimi: secondo il progetto Health Behaviour in School-aged Children (HBSC) Italia del 2022, il 7,4% degli undicenni dichiarava di aver bevuto una bevanda alcolica almeno una volta negli ultimi trenta giorni e la percentuale di diciassettenni che dichiarava di essersi ubriacata almeno una volta negli ultimi 30 giorni era di oltre il 20% (sia tra i ragazzi che tra le ragazze e con una percentuale in crescita in famiglie a reddito più alto). «Soprattutto tra i giovani ci sono molte spinte al consumo di alcol ed è per questa ragione che occorre modificare i costumi sociali» commenta il dott. Leoni.

Anche tra le donne (di differenti fasce di età) si è riscontrato un significativo aumento di casi di dipendenza da alcol: nel 2022 in Italia sono aumentate del 2,5%. È importante tenere presente che le donne sono ancora più a rischio rispetto agli uomini perché la minore massa corporea, la minore quantità di acqua corporea e la minore efficienza dei meccanismi epatici di metabolizzazione dell’alcol determinano la rilevazione di un’alcolemia più elevata a pari consumo rispetto agli uomini.

Tabella di consumo di alcol in Veneto, gentile concessione delle slide rese pubbliche dai relatori del convegno
La necessità della sensibilizzazione sull'abuso di alcol in Veneto

Occorre dunque una maggiore sensibilizzazione sulla gravità dei rischi derivanti dal consumo di alcol. I relatori, infatti, hanno ricordato che le patologie alcol-correlate sono più di 220 e possono coinvolgere qualsiasi parte dell’organismo: sistema nervoso centrale, apparato gastrointestinale ed epatobiliare, apparato cardiovascolare, apparato ematopoietico (legato al sangue), apparato endocrino e metabolico, apparato respiratorio, sistema riproduttivo. Molte di queste sono oncologiche e riguardano cavo orale, faringe, laringe, esofago, fegato, mammella (5-11% di nuove diagnosi di tumore al seno sono dovute al consumo di alcol) e colon-retto.

Nel caso di donne in gravidanza che assumono bevande alcoliche il feto è a rischio di malformazioni cranio-facciali, ritardo mentale, disfunzioni cognitive e comportamentali. Non sempre le donne in gravidanza sono consapevoli di tali rischi e infatti, secondo i dati, l’alcol è la causa più comune di ritardo mentale acquisito nell’infanzia. Gli esperti hanno presentato ulteriori dati allarmanti: l’alcol è la terza causa di mortalità prematura e malattia nell’Unione Europea, causa circa 3 milioni di morti ogni anno nel mondo (e disabilità e cattive condizioni di salute di milioni di altre persone), rappresenta il 5,1% del carico globale delle malattie, è il principale fattore di rischio tra i giovani e la prima causa di morte in Italia per i giovani maschi tra i 15 e i 29 anni.

Spesso, osservano gli esperti, viene sottovalutato il binge drinking ovvero il consumo saltuario di un numero elevato di unità alcoliche (è il caso dell’ubriacatura del fine settimana, per esempio). Tuttavia anche un consumo elevato regolare di alcol senza raggiungere l’ubriacatura può causare un danno strutturale e funzionale al cervello. Il Veneto, per consumo in generale di alcol, binge drinking, consumo elevato abituale e consumatori ad alto rischio di dipendenza presenta dati peggiori rispetto alla media nazionale.

Il dott. Giovanni Leoni, Presidente OMCeO Venezia e Vicepresidente nazionale e il dott. Alessandro Pani, Direttore del Dipartimento per le Dipendenze dell’Ulss 3 Serenissima
Reti e approccio sistemico fondamentali per l’intervento nei problemi di dipendenza da alcol

Bere è un comportamento, non una malattia, ma è sistemico perché riguarda tutti quelli in relazione con la persona con disturbo da alcol. Per questa ragione è fondamentale utilizzare un approccio sistemico nel percorso di uscita dalla dipendenza: oltre agli esami per valutare danni agli organi e complicanze, sono necessari per il paziente un colloquio motivazionale e non giudicante e la valutazione del contesto familiare, lavorativo e relazionale.

Infine non bisogna dimenticare l’importanza di un’intera rete di enti e associazioni per l’assistenza di persone con dipendenza o a rischio: vi è una rete di primo livello che collega gli interessati agli specialisti in materia di prevenzione e promozione della salute, permette di compiere screening per l’identificazione precoce delle persone a rischio e l’intervento immediato nel caso di diagnosi di dipendenza mettendo in contatto tali persone con la rete di secondo livello. Quest’ultima si prende cura del paziente con disturbo da uso di alcol e del suo sistema famiglia con un approccio intersettoriale, multidisciplinare, integrato e globale. Nella prima rientrano scuole, medici di medicina generale, enti locali, comunità competente per esempio. Della seconda fanno parte reparti ospedalieri specialistici, servizi sociali, riabilitazione, Servizi per le Dipendenze patologiche (SerD) con rete alcologica territoriale, Associazione Clubs Alcolisti in Trattamento (ACAT). Questi ultimi sono dei club multifamiliari che si propongono come luogo accogliente e di ascolto che permetta il cambiamento nel comportamento grazie a un percorso collettivo.

Nel territorio dell’ULSS 3 Serenissima sono attive 4 sedi di prevenzione, diagnosi e riabilitazione per altrettanti distretti: Venezia centro storico, Venezia terraferma, Dolo e Mirano, Chioggia. Una persona a rischio o con dipendenza, dunque, può contare su un’ampia rete che lavora in sinergia per aiutarla a svolgere un percorso di maturazione.

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