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Alla Ca’ d’Oro oltre 3 mila barchette in ricordo dei migranti

“Naufragi – Approdi” è la mostra di César Meneghetti che alla Ca’ d’Oro, in collaborazione con gli artisti disabili della comunità di Sant’Egidio, riflette sulla tragedia dei migranti

Sono oltre tremila le barchette di carta, disposte sul prezioso mosaico pavimentale della Ca’ d’Oro, sede della galleria Giorgio Franchetti a Venezia. È “NAUFRAGI – APPRODI”, la mostra dell’artista italo-brasiliano César Meneghetti scaturita dalle riflessioni attraverso nomi, storie e cifre che gruppi di artisti con disabilità nei Laboratori d’arte della Comunità di Sant’Egidio hanno elaborato e condiviso con  l’artista sui viaggi dei migranti e sulla tragedia dei tanti che hanno perso la vita cercando di raggiungere l’Europa. Le barchette, con la loro fragilità, evocano le 3029 persone, adulti e bambini, che, fuggendo da guerre, povertà ed emergenze climatiche, hanno perso la vita nel 2023: precisamente 2956 nel Mediterraneo e 73 lungo la rotta balcanica. Un dato che sottolinea come il bilancio delle vittime nel Mediterraneo sia aumentato del 20% rispetto all’anno precedente.  L’esposizione tocca un tema molto forte e sentito soprattutto in queste giornate, visto che mercoledì 20 giugno si è celebrata la Giornata Mondiale del Rifugiato, che anche Emergency ha ricordato con una serie di iniziative (leggi qui).

La videoinstallazione con i nomi dei migranti

La mostra, curata da Alessandro Zuccari, grazie al sostegno della Direzione regionale Musei Veneto e della Galleria Giorgio Franchetti alla Ca’ d’Oro, che hanno condiviso lo spirito del progetto, trova la sua collocazione nello splendido atrio porticato, dove i riflessi dell’acqua giocano sul mosaico pavimentale e sul rivestimento marmoreo delle pareti. César Meneghetti qui, in una zona d’ombra, ha creato l’evocativa videoinstallazione “Naufragi” dove in di un mare digitale compaiono scorrendo i nomi di 240 migranti che la Comunità di S. Egidio con ineludibile pietas, ha recuperato salvandoli dall’oblio. Con loro non vanno dimenticati però i restanti dispersi di cui non si conosce il nome. Meneghetti dal 2010 con i Laboratori di Sant’Egidio indaga i limiti che dividono le persone del nostro tempo, per rendere udibili le voci inascoltate. Emergono così parole e pensieri misconosciuti, ma anche esperienze di liberazione, riscatto e speranza.

 

Oltre tremila barchette in ricordo di chi non ce l'ha fatta

La mostra, realizzata in occasione della Biennale d’Arte, ha un profondo legame con il tema dell’essere “Stranieri Ovunque” proposto dal curatore Adriano Pedrosa, con la volontà di rivolgersi all’arte per dare voce e forma a questa condizione. L’incontro diretto con la realtà dei migranti e dei rifugiati vuole infatti incoraggiare una visione attiva del mondo attraverso l’arte e sollecitare l’interesse e la conoscenza di temi di grande attualità come la diseguaglianza tra i popoli e la solidarietà. Oltre al lavoro di Meneghetti, nella convinzione che l’arte non debba escludere nessuno, sul mosaico pavimentale sono disposte le oltre 3000 piccole barche di carta, fragili al pari dei gommoni e dei  caicchi, realizzate dalle persone con disabilità dei Laboratori in ricordo di chi non ce l’ha fatta. Presso la riva da acqua sul Canal Grande trovano accoglienza anche i Laboratori d’Arte della Comunità di Sant’Egidio di artisti con disabilità. Marianna Caprioletti, artista con sindrome di Pendred, propone in mostra una parodia grafica de “La zattera della Medusa” di Thédore Géricault, memore del naufragio avvenuto nel 1816 al largo delle coste africane. Roberto Mizzon, che sfida le sue difficoltà motorie, ribalta invece il destino della “zattera”: il suo trittico è dedicato all’approdo possibile realizzato dal Programma Corridoi Umanitari.

Sant’Egidio e il Programma Corridoi Umanitari

La comunità di Sant’Egidio nata nel 1968, all’indomani del Concilio Vaticano II in un liceo del centro di Roma, per iniziativa di Andrea Riccardi, negli anni è divenuta una rete di comunità che, in più di 70 paesi del mondo. Con una particolare attenzione alle periferie, raccoglie uomini e donne di ogni età e condizione, uniti da un legame di fraternità nell’ascolto del Vangelo e nell’impegno volontario e gratuito per i poveri e per la pace. Proprio il Programma Corridoi Umanitari è stato attivato dalla comunità nel 2015 in collaborazione con la Federazione delle Chiese Evangeliche, la Tavola Valdese e CEI-Caritas e, grazie ad accordi con i Ministeri dell’Interno e degli Esteri, ha consentito finora l’arrivo legale in Europa e in sicurezza di 7000 persone da Libano, Etiopia, Grecia (isola di Lesbo), Cipro, Libia e Pakistan. Si tratta di rifugiati in condizione di particolare vulnerabilità, accolti a spese delle associazioni firmatarie in un percorso di integrazione che comprende corsi di lingua, avviamento al lavoro e iscrizione scolastica per i minori. Ad oggi rappresenta la proposta internazionale più efficace per affrontare la realtà migratoria. I visitatori, appreso in mostra tutto questo, potranno portare a casa una barchetta di carta con una delle frasi sul tema raccolte nelle riunioni dei Laboratori con modalità diverse quali registrazioni, digitazione al computer e scrittura, che si offrono alla lettura come mite e partecipe contestazione alla retorica dei confini geografici, politici e mentali. La mostra resterà visitabile tutti i giorni, ad eccezione de lunedì, fino al 15 settembre, con orario 10 – 19.

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