Sembra che oramai l’unica protesi fissa che si possa proporre ai nostri pazienti sia quella su impianti. Un assunto, però, da qualche tempo in corso di revisione. Risale, infatti, al 2017 uno studio di un gruppo di ricerca guidato dal professor Eriberto Bressan della Clinica Odontoiatrica dell’Università degli Studi di Padova – diretta dal professor Edoardo Stellini – che da anni si occupa di ricerca in campo implanto-protesico e parodontale.
Considerando la bibliografia e l’esperienza clinica accumulata nel tempo, ha ipotizzato che i pazienti anziani non autosufficienti non siano in grado di mantenere una accurata igiene orale dei tessuti perimplantari. Una condizione che aumenta il rischio di insorgenza di alcune malattie: mucositi e perimplantiti per esempio, patologie che non permettono un’adeguata qualità di vita quotidiana.
Tre gli aspetti presi in considerazione. Il primo: sono sempre di più i pazienti trattati con riabilitazioni implanto-supportate. Si stima che circa 15 milioni gli italiani abbiano almeno un impianto in bocca e ogni anno vengono eseguiti in media 2,5 milioni di interventi in Italia. Poco importa si tratti di radici artificiali a sostegno di denti singoli, di ponti più o meno estesi o di ricostruzioni di un’intera arcata… Vista la sopravvivenza a lungo termine, è presumibile che questi impianti rimarranno in posizione fino a quando il paziente raggiungerà un’età avanzata.
Secondo aspetto: nel 2023 – dati ISTAT – l’aspettativa di vita in Italia ha raggiunto gli 81,1 anni per gli uomini e gli 85,2 anni per le donne. Parallelamente sono sempre di più le persone anziane che si rivolgono alle case di riposo per ricevere assistenza, perché perdono progressivamente la capacità di mantenere una vita indipendente e di svolgere le comuni attività quotidiane, tra cui anche una corretta igiene orale domiciliare.
Ultimo aspetto: invecchiando diminuisce la capacità di mantenere una buona igiene orale perché spesso insorgono problemi visivi, tattili e di movimento, limitazioni che possono portare a un peggioramento dello stato di salute. L’igiene orale è un presupposto fondamentale per mantenere a lungo termine gli impianti dentali: un non adeguato controllo dell’igiene comporta uno stato di infiammazione dei tessuti peri-implantari. Queste patologie si manifestano con dolori, ascessi, sanguinamento, alitosi e difficoltà alla masticazione. E la qualità della vita peggiora.
Dal punto di vista clinico, diverse pubblicazioni hanno affermato che nei pazienti anziani l’accumulo di placca negli impianti induce una reazione infiammatoria maggiore e difficilmente controllabile rispetto all’accumulo di placca attorno ai denti. Il livello di igiene orale fornito dal personale delle case di cura, inoltre, potrebbe non essere sempre ottimale per mancanza di formazione e/o strumenti.
Due, allora, le cose da fare: valutare quei fattori che rischiano di rendere vano il lavoro protesico realizzato, attuando scelte alternative individualizzate allo stato di salute dei pazienti anziani.
Andrebbe poi formato il personale di assistenza delle case di riposo sui segni patognomonici della malattia perimplantare: in questo modo si potrà fare una diagnosi precoce e proporre ai pazienti non autosufficienti un protocollo giornaliero di igiene orale per limitare e/o evitare l’insorgenza di sintomi clinici della malattia. Perché è sempre valido il principio per cui è meglio prevenire che curare!
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