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Aquamour a Venezia: il primo festival dell’acqua

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Dal 21 al 25 marzo 2025 la città lagunare diventa punto di riferimento per la biomimetica

«Tutto è nato da una suggestione, coltivata con un giro del mondo alla ricerca di esperienze positive sulle relazioni fra popoli e acqua – racconta Barbara Albasio, ideatrice e direttrice artistica del Festival Aquamour di Venezia – io e mio marito siamo partiti dalla Francia visitando dal 2019 15 Paesi in 8 mesi, da qui è scaturito un documentario, proiettato per la prima volta al museo open air Italo Bolano dell’Isola d’Elba da cui è nato poi un primo festival nel 2022. Abbiamo replicato nel 2023, creando anche l’associazione omonima, dove è avvenuto l’incontro con Hélène Molinari, fondatrice di SUMus, un’associazione che propone una visione di lungo periodo ridando a Venezia il titolo di capitale dell’acqua».

«Si è sviluppata così l’idea di portare il festival in laguna – aggiunge – proponendo un format che mescola i saperi attraverso eventi e prospettive concrete, perché una cosa è parlare di acqua come si fa spesso ai convegni e un’altra è proporre vere e proprie esperienze. Ci basiamo sul concetto di intelligenza collettiva, mettendo insieme le persone, perché l’acqua non ci insegna solo a essere flessibili, ma è una maestra in fatto di creatività per trovare soluzioni ai problemi. In un momento storico in cui l’umanità si trova davanti ai disastri che ha creato, pensiamo che sia necessario tornare ad amare l’elemento che è all’origine della vita, farlo sia dentro, visto che è anche il nostro costituente, che fuori, essendo presente in quello che ci circonda. Con questo spirito Aquamour mette insieme in equilibrio arte, cultura, economia, didattica e scienza con quattro giorni di eventi gratuiti e aperti a tutti diffusi per la città».

Aquamour Venezia: dalla biomimetica acquatica all’innovazione in Europa

Il Festival è il primo tassello di un progetto più ampio per trasformare Venezia nella capitale mondiale dell’acqua, creando una “Venice Aqua Valley”, un centro di riferimento per la biomimetica acquatica, secondo un “Rinascimento blu” promosso dall’Associazione SUMus. «Ho scoperto questa disciplina che sfrutta l’intelligenza della natura più di 15 anni fa in un viaggio in Malesia – racconta Hélène Molinari, Presidente di SUMus e co-ideatrice dell’iniziativa – una guida locale ci ha portato alla scoperta non solo della natura, ma del modo in cui questa collabora e si integra con le specie locali, dimostrandoci come l’intelligenza è vita. Siamo davanti a un momento cruciale per il pianeta ed è urgente co-creare con l’ambiente un nuovo paradigma, anche per le attività di business».

«Dobbiamo adottare un approccio rigenerativo – prosegue – non possiamo solo distruggere e consumare quello che ci circonda, non basta essere sostenibili riducendo i consumi, bisogna restaurare le risorse, proprio come fa la natura che si rigenera, dobbiamo imparare da lei. E’ una grande opportunità per l’Europa di tornare centro del mondo con nuovi approcci, massimizzando il ritorno degli investimenti con un impatto positivo su tutta la società, usando l’intelligenza biologica combinata con quella artificiale per convincere la finanza a investirci sopra. Vogliamo preparare un bel mondo per il futuro dei nostri figli o trasferirci su Marte? Abbiamo scelto di portare questo festival e i suoi simboli di acqua come portatrice di vita e amore come portatore di pace in una città cosmopolita e internazionale come Venezia, che ha nel suo DNA l’innovazione. Questa prima edizione per noi è un prototipo, la nostra idea è di creare poi un appuntamento a cadenza regolare ogni due anni, una sorta di “Biennale dell’acqua”».

Barbara Albasio, Hélène Molinari e Giulio Pasolini
Venezia come modello sostenibile che prende ispirazione dall’acqua

«Venezia incarna l’esempio perfetto della sofferenza del pianeta – spiega Albasio – una bellezza fragile che si appoggia proprio sull’acqua e da questa trae un spirito di resilienza, ma riflette in modo evidente le sue contraddizioni. Ha una dimensione di villaggio che le grandi città hanno perso ma è anche un laboratorio di globalità, quindi proporre da qui delle soluzioni è un po’ come farlo al mondo intero, diventando un laboratorio universale di ispirazione imparando dall’intelligenza degli ecosistemi marini. L’elemento idrico ci insegna che goccia a goccia si può generare una grande forza, ci piacerebbe far partire da questo festival un cambiamento, che si amplifichi proprio come le onde circolari quando un sasso colpisce il pelo dell’acqua, come il nostro logo». 

«Queste onde che amplificano il nostro messaggio – spiega l’ideatrice – idealmente viaggiano attraverso la cultura, la musica, la conoscenza e l’amore. Abbiamo pensato a un calendario ampio e variegato, che possa riunire cittadini e interessati, anche con esperienze partecipative e di condivisione. Dagli appuntamenti musicali in vari concerti fra cui la pescheria di Rialto e il Teatro Goldoni, fra classica, jazz e world music, alle performance artistiche di Roberto Ghezzi con le sue naturografie create a partire da tele lasciate decorare dall’acqua, alla scienza e l’economia, il Festival Aquamour Venezia, vuole proporre una visione globale a partire da tanti elementi, usando un linguaggio accessibile che rispetti i punti di vista. Uno spirito che si potrà toccare con mano attraverso opere esposte, performance ed esperienze ospitate all’inteno dell’AquaPavilion nello The Human Garden ai Giardini Reali».

Imparare dall’acqua anche per business e aziende con Aquamour

«Il festival sarà aperto al pubblico dal 21 al 25 marzo – spiega Giulio Pasolini, co-organizzatore e responsabile del progetto Venice Aqua Valley – ci sarà spazio anche per ricerca e impresa attraverso due tipi di iniziative: uno con convegni e l’altro con lo spazioLeonardh20”, che in una vecchia fucina in disuso nel sestiere di Castello accoglierà una dozzina di startup italiane e francesi, oltre all’Università di Padova e il CNR-ISMAR. L’idea è quella di avvicinare il grande pubblico alla scoperta di imprese impegnate in sfide che contemplano l’acqua, dall’energia alla meccanica, mediante il filo rosso di un approccio biomimetico, seguendo proprio i precetti di Leonardo, che fra i primi si ispirò alla natura per ricavare tecniche e soluzioni per risolvere dilemmi umani».

«Investitori e fondi di investimento potranno vedere dal vivo progetti come quello di un motore elettrico che, sfruttando la propulsione di grandi mammiferi marini, non ha elica e non provoca moto ondoso – conclude – o la prima vela solare ispirata alle ali di una libellula, resistente e leggera, ma anche l’uso di raggi cosmici per generare neutroni che, rimbalzando a terra, riescono a valutare la presenza di acqua nei terreni o sotto il manto nevoso, applicabile anche sull’asfalto cittadino per trovare falle nella rete. Fra gli interventi si alterneranno anche il fondatore della Blue Economy Gunter Pauli, il Premio Nobel dell’Acqua 2023 Andrea Rinaldo e l’imprenditore Andrea Illy. Quello che vogliamo proporre è un modello di business che superi il concetto predatorio di estrazione e sfruttamento verso uno nuovo basato su un diverso tipo di industria, con un impatto positivo attraverso l’uso di biomateriali, riduzione di inquinanti e riduzioni degli sprechi, imparando proprio dall’acqua».

Per il programma completo:
https://linktr.ee/FestivalAquamourVenezia

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