
In una Venezia sempre più “anziana”, i servizi offerti dall’Arciconfraternita di San Cristoforo e della Misericordia risultano ancora più preziosi. E alla lunga lista se ne aggiungerà presto uno nuovo, pensato per garantire un po’ di compagnia a quelle persone che vivono sole e che, soprattutto con l’arrivo della sera, sentono il bisogno di scambiare quattro chiacchiere con qualcuno che riempia quei silenzi e quella solitudine che molte volte pesano come macigni. «Abbiamo costituito una nuova sezione interna – annuncia il presidente Giuseppe Mazzariol – che andrà ad affiancarsi a quella già dedicata agli anziani, ai minori, all’ambulatorio gratuito e alla squadra di primo soccorso. Partiremo intanto con una prova di tre mesi». Si chiamerà “linea amica ascolto e compagnia” e prenderà ufficialmente il via dal mese di maggio, mettendo a disposizione un numero telefonico per tre ore, in tutti i giorni della settimana, dalle 20 alle 23. Numero che verrà reso noto prossimamente. «Una nostra volontaria si offrirà, in forma anonima, di ascoltare chiunque abbia piacere di telefonare nella fascia oraria da noi messa a disposizione. E non dovrà necessariamente dire il proprio nome e cognome nemmeno la persona che sceglierà di affidarsi a questo servizio: potrà farlo solo se ne avrà piacere. Ci sono tanti anziani, in città, che vivono soli e che, specialmente nelle ore serali, sentono il bisogno di scambiare una parola con qualcuno. Ma spesso, dopo cena, si limitano a sedersi in divano e a guardare la televisione. Grazie a questa nuova sezione avranno invece modo di condividere un momento con qualcuno a cui potranno rivolgere pensieri, riflessioni e domande», osserva Mazzariol, che sottolinea che alla volontaria dell’Arciconfraternita se ne affiancheranno altri, pronti a mettersi a disposizione.
Se la sezione “Filo d’argento” si pone come obiettivo quello di sostenere gli anziani negli ospedali, di accompagnarli alle visite mediche e terapie o di garantire la spesa a domicilio su richiesta, la “Arcobaleno” è dedicata invece ai bambini ricoverati; c’è poi la squadra di primo soccorso, presente soprattutto negli eventi cittadini che richiamano in centro storico una fitta presenza di pubblico e l’attività ambulatoriale a Rialto per visite di medicina di base e specialistiche gratuite, previa prenotazione telefonica. Sono infatti molti i casi di anziani che faticano ad accedere ai servizi sanitari specialistici a causa di tempi di attesa, tra prenotazione ed esecuzione della visita, troppo lunghi. E, per via delle loro pensioni modeste o minime, spesso non riescono a permettersene una privatamente. Il gruppo di medici volontari dell’ambulatorio di San Giacometo, formato perlopiù da medici specialisti, è dunque disponibile ad offrire le proprie consulenze in – per citarne alcune – Cardiologia, Geriatria, Neurologia, Reumatologia, Urologia e Psichiatria. Intanto sono ripartiti i corsi per acquisire nuovi volontari da far entrare nella squadra dell’Arciconfraternita. «A livello numerico – riflette il presidente – con la pandemia da Covid abbiamo registrato una battuta d’arresto. Abbiamo dunque riproposto un corso in cui vengono fornite anche alcune nozioni di primo soccorso di base: terminerà il 17 aprile». Una dozzina di lezioni che si concluderanno con una lectio magistralis tenuta da Massimo Zuin, direttore dei Servizi socio sanitari dell’Ulss 3 Serenissima. «Vi stanno partecipando più di 40 persone, di cui 5 ristrette della Casa di reclusione femminile della Giudecca», con la quale l’Arciconfraternita ha sottoscritto una convenzione. Donne che un giorno potrebbero diventare delle volontarie a tutti gli effetti. Per l’ottenimento dell’attestato di frequenza è necessaria la partecipazione ad almeno 8 lezioni.
Giuseppe Mazzariol torna anche su un tema che sta particolarmente a cuore all’Arciconfraternita, rilanciato qualche mese fa: riprendere in mano un vecchio progetto che prevedeva la ricostruzione di quella che a Venezia era conosciuta come la “barca dei morti”, che un tempo veniva impiegata per traghettare i veneziani defunti fino al cimitero di San Michele. Un’iniziativa promossa dall’avvocato Giorgio Suppiej, presidente di “Arzanà”, associazione che si dedica allo studio e alla conservazione delle barche locali legate alla tradizione, che già tempo fa aveva trovato il sostegno dello stesso Mazzariol e de “El felze”. La barca consisteva in una bissona nera, impreziosita da angeli dorati, con una cabina al centro in cui veniva posizionato il feretro. Costruita nell’ultimo decennio dell’Ottocento, ha smesso la sua funzione con la seconda guerra mondiale, per essere poi ricoverata in Arsenale. A quei tempi il servizio di trasporto fino all’isola di San Michele era gestito proprio dall’Arciconfraternita, tramite obolo. Una proposta, quella del rilancio di questa storica imbarcazione, appoggiata da Mazzariol, tuttavia consapevole di come sia necessario trovare innanzitutto un sostegno economico per il progetto, fondamentale per riuscire a concretizzarlo.
Il 25 marzo è stata l’occasione per festeggiare la data di fondazione della città lagunare, ma anche quella della costruzione della chiesa di San Giacometo, sede ufficiale dell’Arciconfraternita. Chiesa che la tradizione considera la più antica di Venezia. A ricordare questa datazione “leggendaria” c’è anche una iscrizione marmorea presente su un pilastro del presbiterio, che riporta proprio la data “25 marzo 421”. Prima la Messa presieduta dal rettore mons. Giuseppe Costantini e poi l’assegnazione del premio “San Giacometo 2025” a Mario Po’, Guardian Grande della Scuola Grande di San Marco, per il suo impegno nella ricostruzione museale realizzata proprio all’interno dell’antica Scuola. Presente il consigliere delegato alla Tutela delle Tradizioni e, al termine della cerimonia, c’è stato l’intervento storico-commemorativo di Suppiej, oltre che di “Arzanà” presidente di “Venezia Serenissima”.
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