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Armando Ongaro: «Mi ritiro dopo sessant’anni di presepi»

Il noto presepista, arrivato ad 80 anni, ha deciso che quello realizzato quest’anno a San Polo sarà il suo ultimo presepe. A continuare la tradizione sarà il suo aiutante Andrea Ferraro

Sono trascorsi esattamente 60 anni da quando Armando Ongaro, l’attuale presepista di San Polo, ha iniziato a costruire presepi. Tre quarti della sua vita li ha passati ad ideare e realizzare rappresentazioni della Natività, sempre nel solco della tradizione. Una passione, la sua, che ebbe inizio verso la fine degli anni ’50, quando iniziò ad allestire il presepe in casa sotto l’esperta guida del padre Roberto, ex scenografo, che per 20 anni aveva realizzato la Sacra Rappresentazione nella chiesa dei Gesuiti. «Mio padre ogni anno realizzava il presepe anche in casa. Lo faceva in una sola notte insieme a mia madre Ortensia, occupavano mezza stanza» ricorda con nostalgia Armando, che a sua volta continuò la tradizione. «Il presepe per me è un modo per ritrovare serenità e pace». Nel 1963 il parroco di San Stae, recandosi per le case a benedire i presepi, gli chiese di realizzarne uno in chiesa che richiamasse la strage del Vajont verificatasi pochi mesi prima. Fu così che Armando realizzò il primo presepe per la Chiesa di Venezia. A questo seguirono i primi lavori a San Giacomo dell’Orio e l’apprezzato presepe posto sul rio davanti alla cappella dell’Ospedale Civile, che nel 1978 è stato inserito in un servizio Rai inerente i presepi più belli d’Italia. Inoltre Armando fu anche tra i fondatori dell’esposizione di presepi realizzati fino a qualche anno fa nella chiesa della Maddalena. Più volte poi partecipò al concorso Gianola che premiava il presepe più bello nelle famiglie: «Uno dei ricordi più cari che conservo è quello della visita a casa mia di Marco Cè che, appena nominato Patriarca, si era recato a vedere il mio presepe dopo aver visto quello di San Cassiano».

Per 45 anni a San Cassiano

Il connubio con la chiesa di San Cassiano, durato per ben 45 anni, ebbe inizio nel ‘69 quando mons. Turchetto, il parroco di allora, chiese ad Armando di aiutarlo nella realizzazione del presepe, che subito diventò tra i migliori della città. «L’ultimo anno che realizzai il presepe a San Cassiano fu il 2013. Mollai perché restai senza il gruppo di amici che mi aiutavano». ricorda Armando, dicendo inoltre che a casa conserva un archivio fotografico con l’evoluzione del presepe di San Cassiano dal 1947. Diverse sono le modifiche che negli anni ha apportato alla Sacra Rappresentazione di San Cassiano. Alla sola notte, grazie ad un motore potente, nel tempo aggiunse l’alternarsi dell’alba, del giorno e del tramonto. «La struttura portante del presepe era realizzata da tubi innocenti e assi di legno. Il cielo era un telone di 10 x 5 metri con 120 stelle realizzate mediante un sistema di lampadine singole coperte da carta argentata, così da amplificare l’effetto luminoso». Soluzioni luministiche che poi portò anche nella realizzazione dei presepi di Sant’Alvise, Ss. Giovanni e Paolo, Frari e San Polo.

Il presepe di quest'anno a San Polo
Passaggio di testimone

La modifica più importante che negli anni ha interessato i presepi riguarda però la separazione, a partire dal 1974 e fedelmente a quanto riportato nel Vangelo, della scena del Natale da quella dell’Epifania, che quest’anno riproporrà anche nel presepe che ha ideato a San Polo: «A Natale ho fatto nascere Gesù dentro una culla in una capanna. Questa però il giorno dell’Epifania diventerà una dimora in polistirolo gessato e dipinto con Gesù che, senza bue e asinello, in posizione seduta accoglie i Re Magi». Un presepe, quello di San Polo, che Armando realizza da 21 anni insieme al suo aiutante Andrea Ferraro, con cui collabora da più di 25 anni. Per tanti anni l’esperto presepista ha infatti cercato dei giovani a cui tramandare tutto quello che aveva imparato. «D’ora in avanti sarà Andrea a continuare a realizzare il presepe a San Polo. Io ora sono arrivato all’età di 80 anni e ho deciso di ritirarmi, anche dalle esposizioni dei piccoli presepi che portavo nelle varie città» dice, fiero di quanto fatto in tutti questi anni e contento di avere qualcuno che porti avanti il suo lavoro.

Esperienza e naturalezza

Negli anni Armando ha sempre di più affinato la tecnica: «L’esperienza mi ha insegnato che per il giorno basta una sola lampadina, ma per la notte ne servono tante. – sottolinea l’esperto presepista – Per la stella cometa poi non serve realizzare una stella a cinque punte con la coda, ma basta una striscia di luce» spiega, dicendo nella vita ha più volte potuto osservare il passaggio di una stella cometa. «Per anni ho lavorato in teatro come tecnico delle luci. La notte resta sempre la più bella. – dice – Il cielo è il mio vanto. Molti sono venuti per vedere come realizzavo la notte ma poi non riuscivano a riprodurla». Altra caratteristica dei presepi di Armando è che sono realizzati il più possibile con materiali naturali: <Creo gli alberi unendo al piccolo tronco del rosmarino alcuni rametti di pungitopo che raccolgo d’estate a Crespano. Le foglie infatti col passare del tempo ingrigendosi assomigliano a quelle dell’ulivo> dice, spiegando che invece il muschio andava a raccoglierlo ogni anno in montagna in occasione del ponte dell’Immacolata.

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