A Venezia c’è un luogo magico, dove l’alta sartoria dà forma ai sogni più belli che rispecchiano quelli delle favole o della contemporaneità. È l’Atelier 23 in Corte Malibran, l’unico in città che da cinque anni realizza abiti da sposa preziosi e autentici, volti a rispecchiare la personalità di chi li indossa, e abiti da cerimonia e sera di cui possiede un vasto campionario. Con mente, braccio e cuore, l’attività è portata avanti da Fosca Parisi, da anni specializzatasi nel comparto sposa e cerimonia, che segue chi sta per compiere un passo così importante come il matrimonio con amorevole cura. Il suo Atelier infatti, andando controcorrente, vuole essere un ambiente intimo, punto di riferimento dove le future spose si possono sentire a casa.
Fosca (classe 1993) ha sempre avuto una propensione artistica, fin da quando da piccola dipingeva dei paesaggi sulle pareti di casa e realizzava le composizioni di abbigliamento per Carnevale. La passione per lasartoria però l’ha scoperta da grande quando, finito il liceo classico, ha preso parte ad un corso di taglio e cucito: «Mi si è aperto un mondo, potevo unire la parte artistica e culturale. Uniti così i tasselli, nel 2012 si è iscritta all’Accademia Made in Italy, importante scuola di moda a Treviso, ottenendo i diplomi in stile, modellismo e sartoria che ha accompagnato con diverse specializzazioni in alta moda e sposa svolte tra Pisa e Londra: «Volevo una formazione a tutto tondo» spiega, dicendo che negli anni ha avuto opportunità che le hanno permesso di crescere velocemente, come il primo stage all’azienda Cavalli. Significativo anche il lavoro come sarta di scena al Teatro La Fenice e, in contemporanea, la partecipazione ad un laboratorio sartoriale di un professore dell’Accademia. Nel 2019 insieme a Luna Pesce e, nei primi tempi con la collaborazione di altre due ragazze, ha dato vita all’atelier, il cui nome si deve proprio al giorno di nascita di Fosca e Luna. «L’Atelier è nato fin da subito con un imprinting da sposa e cerimonia, anche se nel periodo pandemico abbiamo realizzato anche abiti da giorno. L’idea era fin da subito quella di creare un atelier sartoriale dove fosse possibile inserire nell’abbigliamento le arti tradizionali, dando spazio al vetro e al battiloro per abiti ed accessori» continua Fosca, che ora da poco più di un anno è rimasta da sola a gestite l’attività, dopo che Luna ha deciso di intraprendere un’altra strada.
Oggi Fosca nel suo Atelier realizza pezzi unici esclusivamente su misura: «Non rifaccio mai lo stesso abito. – spiega – Ogni creazione deve essere unica così come le persone non sono mai identiche». Ogni abito nasce dai suoi sogni: «Dormo poco ma sogno tanto, e molto dettagliato. – racconta Fosca – Alla mattina arrivo in atelier con l’dea di buttare giù la moodboard, la linea guida dove inserisco tutte le sensazioni che voglio esprimere e i materiali relativi al progetto». Poi passa al bozzetto, dove comincia a capire in che direzione andare e in seguito crea il cartamodello, eccetto quando decide di lavorare a moulage e realizza l’abito direttamente sul manichino. Ogni anno crea la sua collezione con tessuti italiani: «Ciascun modello può essere modificato e assemblato in vari modi e dettagli a seconda del gusto delle spose» dice, raccontando che tantissime sono le sfumature di bianco che usa, inoltre quest’anno realizzerà per la prima volta un abito con i pregiati tessuti Fortuny. Recentemente ha poi iniziato ad riutilizzare stoffe e abiti vintage, per andare contro all’idea del consumo, realizzando tagli studiati ad hoc. Ogni anno realizza almeno una quindicina di nuovi modelli e cinque vintage, ma le spose possono chiedere che il vestito venga realizzato secondo una loro idea specifica. In Atelier le future spose possono anche portare un abito già usato, magari quello della propria mamma, per rivisitarlo secondo le loro esigenze: «Ogni volta cerco di non snaturare l’abito, che rappresenta un forte legame affettivo, ma anche di far emergere la fisicità e le caratteristiche della persona che lo dovrà indossare di nuovo».
Fosca lavora sempre alle collezioni da ottobre fino a marzo, quando iniziano ad arrivare le prime spose: «Occorre prendersi per tempo per scegliere il vestito, soprattutto se si hanno richieste particolari, come imprimere sulla stoffa le foglie d’autunno». Fosca si affeziona a tutte le sue clienti, con cui entra facilmente in sintonia: «Mi raccontano la loro storia, mi rendono partecipe dei loro sentimenti più intimi, e mi commuovo sempre mentre cucio i loro abiti». Il primo abito da sposa che ha realizzato, ancor prima della nascita di Ateleir 23, era per sua sorella: un micado di seta color avorio con applicazioni di fiori sulla gonna. Ma l’abito da sposa a cui è più legata è “Venezia in tempesta”, realizzato dopo l’Acqua Granda del 2019 come segno di rinascita: «L’abito è nato da un mio sogno che poi ho realizzato insieme a Luna partendo dall’immagine dei due quadri di Turner sulle tempeste in città. Abbiamo tinto metri di seta e applicato vecchie perline di conteria e parti di vetro a lume». Grande in Atelier è l’attenzione per l’artigianato locale, infatti, Fosca oltre ai vestiti realizza anche cuscini porta fedi, fazzoletti e friulane, utili soprattutto per il cambio scarpe. E da quest’anno ha ideato anche una collezione di gioielli per acconciature fatti in vetro di murano. Essendo l’unico Atelier da sposa a Venezia un domani Fosca vorrebbe poter creare liee già pronte, modelli facilmente ripetibili come già fa per la sezione di abiti da cerimonia, così da poter offrire maggiori possibilità alle spose della città.
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