Ricevere una diagnosi oncologica stravolge la vita della persona e della sua famiglia. Proprio in questi momenti occorre qualcuno che dica al malato che non è solo e lo accompagni in questo difficile percorso, perché la vita sia vita fino alla fine nonostante si tratti spesso di patologie gravi e degenerative. Questo fa l’Avapo (Associazione Volontari Assistenza Pazienti Oncologici) di Mestre, da oltre trent’anni punto di riferimento per i malati e i loro famigliari, dei cui servizi l’anno scorso hanno usufruito 580 persone. È quanto emerso giovedì 31 ottobre durante la conviviale del Rotary Club di Venezia Mestre, tenutasi all’Hotel Bologna a Mestre, nella serata intitolata “AVAPO, una storia di impegno nel volontariato”, a cui sono intervenuti la presidente di Avapo Mestre Stefania Bullo e il consigliere Giusto Cavinato. Avapo, che segue i malati oncologici dalla diagnosi e in tutte le fasi della malattia, è una realtà senza eguali e grazie ai volontari è costantemente in crescita: oggi ne conta 135, che hanno in media oltre 60anni. L’organizzazione l’anno scorso ha svolto 4500 consegne di farmaci e sanitari e colloqui con famigliari, 1350 sostegni psicologici e 1970 interventi sanitari e sociosanitari. Inoltre ha svolto 1157 accompagnamenti domiciliari di persone sole e altri 236 di minori in ospedale. «Si tratta di una struttura di eccellenza che tutti ci invidiano» ha detto Matteo Zipponi, presidente del Rotary Club di Venezia Mestre. Tra tutte le diagnosi che ogni anno vengono fatte nella Ulss, 800 sono di tumore al seno, che ad oggi resta il cancro più diffuso. Di queste, un centinaio si rivolgono allo sportello Avapo, che ha un presidio proprio all’ospedale all’Angelo, oltre che nella sede in Viale Garibaldi.
Peculiarità di Avapo è quella di offrire servizi sempre gratuiti attraverso una rete di volontari affiancati anche da professionisti: medici, infermieri, psicologi e operatori socio sanitari. Molto importante è il servizio psicologico per malati e volontari: «Quando i malati arrivano da noi sono un fiume in piena e i volontari devono imparare, a servizio terminato, a non portarsi a casa la sofferenza degli altri. – spiega Bullo – Questo non significa mancare di umanità, ma tutelarsi così da poter restare utili agli altri. È infatti difficile dover ad esempio accompagnare ogni volta un bambino che sai che non guarirà e che ti troverai a perdere». Molto utili anche i vari sportelli come quello fiscale, attivo per svolgere la domanda di riconoscimento di invalidità. Avapo è attiva anche per offrire il servizio di cure palliative a domicilio, per cui 185 sono stati i pazienti assistiti nel 2023. «Abbiamo una convenzione che si rinnova ogni tre anni con l’azienda ospedaliera. Eroghiamo il servizio nei territori della terraferma di Mestre, Marcon e Quarto D’Altino» continua la presidente Avapo. Significativo è anche il percorso di elaborazione del lutto, che Avapo offre alle famiglie che hanno affrontato una perdita. Molte sono poi le persone guarite o i parenti dei malati che non ce l’hanno fatta che decidono di diventare a loro volta volontari per aiutare chi è nella stessa situazione in cui si erano trovati precedentemente.
Punto di forza di Avapo è il servizio trasporto dei malati, grazie ai 13 mezzi: «Non lo facciamo solo per persone sole, ma anche per chi magari deve affrontare 25 sedute di radioterapia di seguito, ogni giorno alla stessa ora, e ha famigliari che non possono permettersi di prendere ogni volta un permesso. – spiega ancora Bullo – Cosa importante durante il trasporto è che non si parla mai della malattia». Poi racconta dell’appagamento dei volontari: «Vivere queste persone nella quotidianità permette l’instaurarsi di una relazione umana che lascia il segno. “Noi non siamo pagati ma appagati per quello che facciamo” ha detto un giorno un volontario ad una signora che accompagnava in ospedale. Ed è diventato un po’ il nostro motto». Oltre ad accompagnare i malati alle visite o alle terapie, i volontari vanno anche dai medici a ritirare le ricette dei farmaci che poi consegnano a domicilio. Dove può Avapo cerca di estendere il suo servizio di trasporto anche oltre il confine comunale. In particolare attivandosi per il trasporto pediatrico, non solo verso l’ospedale all’Angelo, ma anche verso quello pediatrico di Padova: «Durante il periodo del Covid ci siamo resi conto quanto fosse rischioso per i bambini immunodepressi affrontare un viaggio nei mezzi pubblici. – continua Bullo – Quest’anno i volontari hanno effettuato accompagnamenti verso Padova per una 20ina di bambini. Questo servizio viene erogato quasi totalmente a famiglie di altre etnie e culture che non hanno un mezzo proprio per spostarsi, oppure hanno il papà impegnato al lavoro e la mamma che non ha la patente e non conosce nemmeno l’italiano. – spiega – Il servizio in questo caso ha doppiamente importanza nell’aiutare questa nuova realtà demografica». Un servizio che ha un costo oltre che economico anche di tempo: «Il volontario infatti si trova in un giorno a fare quattro viaggi: due di andata e due di ritorno da e verso Padova per portare e andare a riprendere bambino e genitore».
Di 15 servizi offerti solo quello di cure palliative è finanziato dalla Ulss. Per sostenere tutti questi servizi fondamentale per Avapo diventa raccogliere ogni anno dei fondi, organizzando attività di sensibilizzazione di fundraising, grazie anche alla sensibilità degli imprenditori di cui Avapo ha seguito i parenti malati. Tra queste, la personalizzazione del dolce di San Martino grazie a Palmisano venduto tramite un’offerta libera e la partecipazione a manifestazioni come quella musicale Ciani Live Aid a Zelarino, da cui quest’anno sono stati ricavati 20 mila euro che sono serviti per acquistare un’automobile destinata al trasporto dei bambini. Inoltre Avapo si sostiene anche con la vendita della raccolta dei tappi di plastica e di sughero, che vengono smistati dalla comunità cinese che si è offerta per essere d’aiuto al territorio in cui vive e opera: «L’anno scorso grazie alla raccolta dei tappi, presente in oltre 200 istituti e alcune aziende del territorio, sono state raccolte 16 tonnellate di tappi di plastica che hanno fruttato 4 mila euro e 6 tonnellate di tappi di sughero che sono valse 6 mila euro» ha detto il consigliere Giusto Cavinato. «Grazie per quello che fate. – ha detto infine Matteo Zipponi, presidente del Rotary Club – La nostra comunità ha bisogno di voi».
C.I.D. s.r.l. Società a Socio Unico – Casa editrice del settimanale Gente Veneta – CF e PI 02341300271 – REA: VE – 211669 – Capitale Sociale 31.000 euro i.v. – Dorsoduro,1 – 30123 Venezia
Iscriviti a GREEN&SALUS e non perderti nessun aggiornamento, ti invieremo 1 volta a settimana i nuovi articoli!