Non esistono pause o interruzioni natalizie per chi, come i volontari di Avapo Venezia, si dedica all’assistenza quotidiana dei pazienti oncologici: anzi, l’arrivo delle feste segna un momento se possibile ancora più doloroso e difficile da gestire, sia per coloro che devono affrontare la malattia, ma anche per i familiari che li affiancano. Per questo motivo, l’operato di Avapo Venezia è fondamentale in un periodo così delicato dell’anno: attiva proprio da dicembre del 1988, l’Associazione Volontari per l’Assistenza di Pazienti Oncologici, fornisce i suoi servizi 365 giorni all’anno, incluse le domeniche e le feste, proprio per consentire ai malati oncologici di affrontare la malattia a casa, tra gli affetti dei propri cari e le mura rassicuranti e familiari del loro nido, grazie all’assistenza domiciliare.
«Purtroppo, le persone di solito scoprono la nostra Associazione quando devono interfacciarsi con la malattia o quando vengono in ospedale: ma è fondamentale che i cittadini siano consapevoli dell’importanza e dell’impatto che un servizio come questo può avere, sia perché permette di ridurre il congestionamento degli ospedali, ma soprattutto perché consente ai familiari di occuparsi dei propri cari, malati, a casa. Dovrebbe essere un diritto di tutti poter trascorrere questo momento così doloroso nel proprio letto, tra le proprie mura», Commenta Teresa Baldi Guarinoni, Presidente uscente di Avapo Venezia.
«Puó sembrare scontato, ma l’assistenza domiciliare a Venezia è assai complessa e richiede molto tempo: finchè c’è da prestare servizio nel centro storico non si pongono grandi problemi, ma i nostri volontari coprono tutta la zona insulare di Venezia, da Pellestrina fino a Torcello. Considerando che certe operazioni possono durare anche tre ore e che il dottore deve rimanere sempre presente, che gli spostamenti con i mezzi pubblici da zone limitrofe come Pellestrina possono richiedere anche mezza giornata tra il viaggio di andata e quello di ritorno, bisogna cercare di massimizzare l’organizzazione e in questo la comunità ci è di grande aiuto. A Sant’Erasmo per esempio capita che qualche locale dia un passaggio sulla sua ape ai nostri dottori; a Burano invece la comunità ha messo a disposizione il trasporto in barca dei malati e dei dottori», Spiega Baldi Guarinoni, che, oltre ad essere la Presidente uscente di Avapo Venezia, è prima di tutto una volontaria sul campo.
«Non è sempre facile: il nostro primo compito è capire di cosa ha bisogno la persona che si rivolge a noi. Alcuni desiderano ricevere compagnia, poter parlare con qualcuno per affrontare temi importanti come la morte e la malattia. A questo proposito offriamo sostegno psicologico, sia a domicilio, con le nostre due psicologhe a cui possono fare riferimento anche i familiari dei malati, che in reparto. Ma bisogna anche capire fin dove siamo desiderati: c’è chi cerca in noi un aiuto concreto, nelle cure, che non sempre i familiari possono fornire, ma che vuole vivere il proprio dolore con riserbo e nella sua intimità, e noi dobbiamo capire fin dove sono richiesti i nostri servizi e non oltrepassare quel limite».
Le attività di Avapo Venezia non si limitano all’assistenza domiciliare: «Siamo presenti anche in reparto, per quanto riguarda le cure palliative, sia all’Ospedale Civile di Venezia che nel reparto oncologico dell’Ospedale all’Angelo a Mestre». Requisito essenziale per accedere all’assistenza di Avapo Venezia resta comunque la presenza obbligatoria di caregiver: un responsabile, che può essere un familiare, un parente o un badante, che si prenda cura del malato nell’ambiente domestico e possa aprire ai volontari di Avapo Venezia quando suonano alla porta.
Per questo motivo l’Associazione, che è convenzionata con l’Ulss 3 Serenissima, organizza annualmente una serie di progetti e iniziative per la raccolta fondi: dall’asta di fine anno organizzata grazie a Christie’s e Intesa San Paolo e alla disponibilità di tante aziende, con opere del fotografo britannico Denny Moore e dell’artista Fabrizio Plessi, oltre a capi di abbigliamento realizzati dagli studenti di moda dell’Università di Venezia Iuav e opere d’arte degli allievi dell’Accademia di Belle Arti, all’organizzazione, quest’anno, del concerto di beneficenza di musiche andine, tenutosi a novembre, al teatro Malibran.
Con 170 pazienti presi in carico nel 2024 e un’équipe medica composta da 3 medici, 7 infermiere e 2 psicologhe, far fronte alle spese di gestione dell’Associazione non è sempre facile, senza considerare l’acquisto dei materiali medici e gli ulteriori servizi erogati dall’associazione, come la ginnastica riabilitativa, la nutrizionista, le terapie di gruppo, tutti ad accesso rigorosamente gratuito per i malati e i loro familiari. Le attività di raccolta fondi aiutano, ma resta un nodo importante per garantire il servizio: il numero di volontari che donano il loro tempo a chi ne ha più bisogno.
Quest’anno finalmente, dopo la sospensione obbligata del Covid, si è concluso il corso di formazione dei nuovi volontari di Avapo Venezia: se ne aggiungono così 16 a quelli già attualmente attivi. Ma non è l’unica novità: Fabio Moretti sarà il nuovo Presidente in carica di Avapo Venezia, che continuerà a vedere la partecipazione anche della presidente uscente: «Io continuo a fare quello che ho sempre fatto: la volontaria», conclude sorridendo Baldi Guarinoni.
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