Logo Salus & Green

#backtoart: la moda si fa arte col riciclo a Venezia

arazzo-biasi-ingresso-platea-goldoni-venezia
Un progetto di ri-uso di materiali a scopo artistico realizzato da Olimpia Biasi

Il riciclo e il riuso possono diventare delle pratiche artistiche ed espressive? Per il progetto #backtoart sì, da questa idea infatti il McArthurGlen Designer Outlet di Noventa di Piave in collaborazione con la Fondazione Teatro Stabile del Veneto – Teatro Nazionale, ha coinvolto l’artista trevigiana Olimpia Biasi, esperta nel ricercare una fusione fra ecologia e arti figurative, specializzata nella realizzazione di installazioni a partire da materiale di recupero. Per l’occasione Biasi ha realizzato un arazzo usando abiti dismessi raccolti dall’azienda, l’opera che inizierà il suo tour espositivo dal teatro Goldoni di Venezia.

«Non è la prima volta che realizziamo progetti di questo tipo – spiega Daniela Bricola, General Manager dell’Outlet di Noventa – siamo in qualche modo naturalmente vocati all’arte, ma cerchiamo di prestare grande attenzione anche ai territori in cui abbiamo sviluppato le nostre attività, in questa operazione abbiamo voluto mettere insieme moda, sostenibilità e responsabilità ambientale per affrontare un tema così attuale attraverso la bellezza». Come aggiunge Claudia Marcolin, direttore generale della Fondazione TSV: «Abbiamo accolto con interesse la proposta di collaborazione,come Teatro Stabile del Veneto siamo impegnati a ridurre il nostro impatto ambientale, ma promuovere questo messaggio di attenzione alla sostenibilità attraverso l’arte crediamo possa essere di valore pubblico e un obiettivo imprescindibile per chi fa cultura».

L’opera e il suo significato profondo

Olimpia Biasi si è specializzata nella creazione di arazzi intrecciati a mano su rete con materiali di recupero, l’obiettivo dell’iniziativa era quindi mettere l’artista in condizione di usare una materia prima inusuale, come i tessuti da abbigliamento. «La sfida era conciliare il tema del riuso e del riciclo di uno scarto a tutti gli effetti – spiega la curatrice dell’installazione Annamaria Orsini – favorendo e non limitando un atto creativo come quello della realizzazione di un’opera da parte di un’artista. Per questo il concetto è stato orientato verso la ri-nascita e ri-generazione, in modo da recuperare il gesto antico della tessitura come un rito salvifico per riavvicinarsi alla natura, donando nuova vita e bellezza a materia che era in stato di abbandono».

L’arazzo, intitolato “Come un manto per le lucciole” e interamente realizzato a mano, è stato costruito su una rete metallica intrecciando tessuti di recupero ottenuti dai capi raccolti da McArthurGlen Noventa di Piave Designer Outlet e nell’ambito dell’iniziativa “Recycle your fashion”, per incentivare l’economia circolare, rimettendo in circolo tessuti che altrimenti sarebbero stati destinati alla discarica. L’opera, presentata e installata al suo esordio nell’atrio antistante l’ingresso della platea del Teatro Goldoni, è lunga sette metri per un’altezza di 1,20 metri, per un effetto visivo di grande impatto.

Olimpia Biasi posa davanti alla sua opera
La filosofia di upcycling per i capi di abbigliamento

#backtoart è un insieme di iniziative che McArthurGlen, leader europeo nella proposta di outlet di alta qualità con 25 centri in 8 dove trattano marchi di lusso e premium oltre 100 milioni di clienti, organizza per coniugare la valorizzazione di soluzioni artistiche e creative con il tema della sostenibilità ambientale, cercando di portare la potenza dell’espressività dei messaggi artistici anche in contesti di mercato, senza svilire, ma anzi potenziando la portata dell’espressività. Per questo il gruppo promuove iniziative per diffondere un’attenzione specifica al tema della sostenibilità, consapevole di un ruolo determinante nella diffusione di una maggiore necessità di pratiche e comportamenti differenti per preservare il nostro pianeta.

Il progetto “Recycle your fashion” promosso da McArthurGlen nei propri fashion outlet consiste in una raccolta di capi dismessi destinati o alla donazione o a processi di upcycling, ovvero riuso creativo di abbigliamento che con modifiche o personalizzazioni può tornare a essere non solo un capo indossabile, ma anche di tendenza, allungandone la vita nel rispetto di una filosofia di economia circolare. L’azienda crede in un cambiamento per la sostenibilità da aver creato un intero programma, chiamato “Evolve”, che comprende anche azioni per ridurre lo spreco alimentare nei centri, certificazioni di qualità, l’installazione di impianti fotovoltaici e l’acquisto di energia da fonti rinnovabili, oltre al coinvolgimento della propria community di clienti in azioni di sensibilità verso persone e ambiente.

Un messaggio in viaggio fra luoghi di cultura

L’arazzo di Olimpia Biasi realizzato dai tessuti è stato inaugurato il 4 aprile 2024 presso il Teatro Goldoni di Venezia e sarà ospitato qui sino al 29 aprile. «Da qui poi l’opera transiterà verso altri nostri teatri per accompagnare la stagione culturale fino a giugno – spiega Claudia Marcolin, direttore generale della Fondazione – in questo modo chiunque si recherà nei teatri per acquistare un biglietto o assistere a uno spettacolo potrà rimanere colpito dalla presenza dell’opera e riflettere sul suo significato e messaggio forte. In questa partnership abbiamo collaborato anche con dei tessuti di vecchie poltrone e tendaggi del Goldoni che sono così diventati parte integrante dell’arazzo».

Il Teatro Stabile del Veneto, nato nel 1992, su iniziativa della Regione e Comuni di Venezia e Padova (dal 2019 entra a farvi parte anche Treviso), oltre allo storico Teatro Goldoni di Venezia fondato nel 1622 (coordinato da Jacqueline Gallo), ospiterà l’arazzo al Teatro Verdi di Padova (30 aprile-17 maggio) e al Teatro Mario del Monaco di Treviso (18 maggio-8 giugno). «Già dal titolo dell’opera, “Come un manto per le lucciole”, viene espresso il concetto di mantello protettivo – spiega la critica Annamaria Orsini – che racchiude e imprigiona la magica presenza delle lucciole, che con la loro luce illuminano le tenebre, illuminando metaforicamente, loro così piccole ma numerose, la speranza per un futuro più sostenibile».

 

Autore:

Iscriviti a GREEN&SALUS e non perderti nessun aggiornamento, ti invieremo 1 volta a settimana i nuovi articoli!