
Per affrontare il cambiamento climatico urge più che mai la necessità di trovare un equilibrio tra ciò che è naturale e artificiale. “Intelligens. Natural. Artificial. Collective.”: sarà questo il tema della prossima 19. Mostra Internazionale di Architettura a cura di Carlo Ratti organizzata dalla Biennale di Venezia, di cui è Presidente Pietrangelo Buttafuoco, che sarà aperta al pubblico da sabato 10 maggio a domenica 23 novembre. Intelligens sarà un laboratorio dinamico e inclusivo che riunirà a collaborare insieme esperti nelle varie forme di intelligenza. Per la prima volta la Mostra presenterà oltre 750 partecipanti: architetti e ingegneri, matematici e scienziati del clima, filosofi e artisti, cuochi e programmatori, scrittori e intagliatori, agricoltori e stilisti, con molte voci prima inascoltate. Un gruppo di lavoro composto da diverse generazioni: da esperti di novant’anni ancora in grado di innovare a neolaureati che hanno appena intrapreso la propria carriera. Vincitori del Premio Pritzker, ex Curatori della Biennale di Venezia, premi Nobel, Professori Emeriti compaiono accanto ad architetti e ricercatori emergenti, proprio per favorire la ricerca di nuove e diverse prospettive. Al centro della mostra ci sarà un nuovo approccio autoriale che sfiderà la tradizione dell’architetto come unico creatore, proponendo invece un modello più inclusivo, ispirato alla ricerca scientifica. Con il Padiglione Centrale in fase di ristrutturazione i Giardini, l’Arsenale e altre zone della città diventeranno un laboratorio vivente con installazioni, prototipi ed esperimenti. Saranno in totale 66 le partecipazioni nazionali, di cui 4 sono le nuove partecipazioni di Repubblica dell’Azerbaijan, Sultanato dell’Oman, Qatar e Togo, mentre torna anche il Padiglione della Santa Sede con la mostra “Opera aperta”, a cura di Marina Otero Verzier e Giovanna Zabotti.
«L’architettura rappresenta da sempre una risposta alle sfide poste dalle condizioni climatiche. Fin dalle “capanne primitive” la progettazione umana è stata guidata dalle necessità di ripararci per sopravvivere: le nostre creazioni hanno cercato di colmare il divario tra ambienti ostili e quegli spazi sicuri e vivibili di cui abbiamo tutti bisogno», introduce così Carlo Ratti la Mostra. «Oggi questo approccio dinamico viene portato a un nuovo livello, mentre il clima diventa sempre meno clemente. Negli incendi di Los Angeles, nelle inondazioni di Valencia e Sherpur e la siccità in Sicilia abbiamo assistito in prima persona a come acqua e fuoco ci stiano attaccando con una ferocia senza precedenti». Il 2024 ha segnato un momento critico: la Terra ha registrato le temperature più calde di sempre, spingendo le medie globali ben oltre il limite di +1,5°C fissato dagli Accordi di Parigi del 2016: «In soli due anni, il cambiamento climatico ha impresso un’accelerazione che sfida anche i modelli scientifici più validi» dice Ratti, spiegando che per decenni l’architettura ha risposto alla crisi climatica con la mitigazione, approccio risultato insufficiente. «È il momento che l’architettura passi dalla mitigazione all’adattamento: ripensare il modo in cui progettiamo in vista di un mondo profondamente cambiato, per questo la Mostra di quest’anno invita diversi tipi di intelligenza a lavorare insieme per ripensare l’ambiente costruito. Il titolo stesso della Mostra, “Intelligens”, contiene la parola latina gens (“gente”) e ci invita a sperimentare oltre i limiti di un focus limitato all’Intelligenza Artificiale e alle tecnologie digitali».
«Le Corderie si apriranno con un dato crudo: mentre le temperature globali aumentano, la popolazione mondiale diminuisce. È questa la realtà che gli architetti devono affrontare nell’età dell’adattamento» anticipa poi il curatore Carlo Ratti. E proprio nello spazio delle Corderie i visitatori attraverseranno, in progetti su larga e piccola scala, tre mondi tematici: Natural Intelligence, Artificial Intelligence e Collective Intelligence con un progetto espositivo a cura dello studio di architettura e design Sub diretto da Niklas Bildstein Zaar e il design grafico di Bänziger Hug Kasper Florio. La mostra culminerà nella sezione Out con una domanda: possiamo guardare allo spazio come una soluzione alle crisi che affrontiamo sulla Terra? «La nostra risposta è no: l’esplorazione dello spazio non è una via di fuga, ma un mezzo per migliorare la vita qui». Il Padiglione delle Arti Applicate, presentato dalla Biennale di Venezia e il Victoria and Albert Museum di Londra, sarà invece intitolato “On Storage”. A cura di Brendan Cormier, in collaborazione con Diller Scofidio + Renfro (DS+R), esplorerà l’architettura globale degli spazi di deposito al servizio della circolazione degli oggetti, con anche un nuovo film. Il Padiglione Italia, invece, alle Tese delle Vergini in Arsenale, a cura di Guendalina Salimei, porterà il progetto “Terrae Aquae. L’Italia e l’intelligenza del mare”. Tra i progetti speciali ci sarà poi “Margherissima”, ideato da Nigel Coates, Michael Kevern, Guan Lee, John Maybury e Jan Bunge, partecipanti in concorso nella Mostra Internazionale, che sarà presentato all’interno della Polveriera austriaca di Forte Marghera a Mestre. Saranno invece 8 i progetti selezionati per la 2a edizione di Biennale College Architettura che affiancheranno alla mostra un laboratorio di ricerca e sperimentazione per lo sviluppo e la produzione di progetti per combattere la crisi climatica, le cui opere saranno presentate fuori concorso.
«Con “Intelligens” Carlo Ratti vuole costruire con intelligenza il mondo, ascoltando l’intelligenza del mondo. È questa la sua idea visionaria, che già dal titolo della Mostra si annuncia come riflessione fondativa per i futuri prossimi, materia di studio e dibattito per la comunità scientifica e artistica e per il pubblico che la visiterà. – anticipa il Presidente della Biennale Pietrangelo Buttafuoco – Il tempo futuro è difatti il progetto e il pensiero di Carlo Ratti che decifra ciò che siamo e che saremo, come individui e società. La sua speciale visione travalica la contemporaneità per fare dell’architettura, riparo dell’uomo dalla notte dei tempi,capacità di abitare il mondo» dice infine, auspicando ad architetture future guidate da principi etici ed ecologici.
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