
Nel Codice Penale italiano non è previsto un reato specifico di bullismo o cyberbullismo perché, a seconda delle circostanze, tali fenomeni vengono integrati in altri reati come minaccia, ingiuria, lesioni o violenza di genere. Anche comportamenti scorretti online come diffamare, screditare o mettere in risalto alcuni aspetti dell’identità di una persona per metterla a disagio possono essere imputabili a vari reati. L’Arma dei Carabinieri in numerosi incontri in provincia di Venezia mira a sensibilizzare su molti aspetti di bullismo e cyberbullismo, sfatando alcuni luoghi comuni.
Anche da un punto di vista statistico, dunque, risulta particolarmente difficile determinare l’incidenza di bullismo e cyberbullismo in un territorio. Inoltre le stazioni dei Carabinieri non possono conoscere il numero esatto di casi perché non sempre i reati subiti vengono denunciati: «Proprio per questo motivo vogliamo sensibilizzare i bambini e i ragazzi – spiega il Luogotenente Simone – affinché non si rivolgano a noi solo in casi estremi, ma abbiano fiducia e si sentano liberi di segnalare qualsiasi forma di violenza fisica o psicologica subiscano».
«La nostra caserma è sempre aperta per i minori e per le vittime di violenze di genere e predispone delle stanze apposite per mettere a proprio agio queste persone con poltrone e anche giochi per i più piccoli», spiega Simone. Il comandante ricorda inoltre che, oltre a contattare direttamente le Forze dell’Ordine, è possibile chiamare il 114 (numero di emergenza per l’infanzia) e il 43002 (numero nazionale per segnalare nel proprio istituto episodi di bullismo e spaccio).
Tuttavia, quando è possibile, è bene chiedere aiuto prima di tutto alla famiglia e anche agli insegnanti perché la scuola non è impotente di fronte al bullismo: «Gli insegnanti devono cercare di prevenire relazioni basate sulla prepotenza o riconoscerle per fermarle il prima possibile, se è il caso avvalendosi anche di specialisti esterni alla scuola», aggiunge il militare.
Bisogna anche ricordare che per i casi di bullismo e cyberbullismo sono attivi supporti psicologici: «Il supporto psicologico può servire sia alla vittima per superare il trauma sia al bullo per comprendere la gravità delle azioni commesse e cambiare il proprio comportamento» spiega il lgt Simone.
Un aspetto fondamentale per il contrasto di questi fenomeni è il riconoscere quanto la prepotenza è vissuta negativamente dalla vittima: «Un’esperienza è tanto grave quanto viene percepita da chi la subisce– ammonisce Simone – non si può decidere a priori che esclusione e violenza psicologica siano meno gravi della violenza fisica».
Spesso, inoltre, si tende a pensare che il bullismo sia un fenomeno solamente adolescenziale, ma le prevaricazioni, in forme diverse, possono verificarsi anche a età inferiori: «Ci è capitato di trattare casi di bullismo sotto i 13 anni, addirittura con vittime di 9 o 10 anni – sottolinea Simone – certamente l’intensità delle prevaricazioni aumenta con il crescere dell’età e in tal caso le conseguenze spesso sono più gravi anche per l’importanza che il gruppo riveste nella fase dell’adolescenza, ma le dinamiche di un gruppo che possono generare prepotenze sono presenti anche tra i bambini dagli otto anni, a livello fisico o come forma di esclusione».
«Bisogna osservare – aggiunge l’ufficiale – che fino ai 13 anni i bambini e i ragazzi non sono imputabili di alcun reato e che spesso i ragazzi tra i 13 e i 15 anni non si rendono pienamente conto della gravità delle loro azioni anche da un punto di vista penale. Anche nell’incontro svolto a maggio con il biennio del liceo Benedetti-Tommaseo i ragazzi hanno posto molte domande sulle conseguenze penali di alcuni comportamenti».
Le persone pensano che il bullismo sia più diffuso tra i ragazzi, ma in realtà anche le ragazze compiono e subiscono prevaricazioni tra di loro e con i compagni dell’altro sesso: «Solitamente le violenze maschili sono soprattutto a livello verbale e fisico, mentre quelle femminili a livello verbale e psicologico. Ma nel tempo i comportamenti cambiano e oggi anche le ragazze fanno emergere maggiormente la violenza fisica» commenta il Luogotenente Simone.
Un altro errore è pensare che il bullismo si verifichi maggiormente nei contesti degradati: «La natura del bullismo non cambia a seconda della città, del quartiere o dei contesti sociali, però può presentarsi in forme diverse – spiega il comandante – in alcuni luoghi prevale la violenza fisica, in altri vengono praticate maggiormente le “prese in giro” o le esclusioni». Bisogna ricordare che questi fenomeni nascono, infatti, da un insieme di fattori sociali, familiari e mediatici. Ma occhio a semplificare: «Non sempre il bullo nasce da una famiglia poco attenta e anche tra i fattori mediatici non è detto che un’esposizione eccessiva a contenuti violenti in web e videogiochi generi comportamenti violenti».
L’Arma dei Carabinieri presenta anche un decalogo di consigli per i giovani per una navigazione in Internet «costruttiva e divertente, utile e sicura»:
Il web può contenere molti pericoli ed è importante mettere in guardia ragazzi e adolescenti affinché possano mantenere al sicuro sé stessi e i propri account e dati personali.
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