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Ca’ Rezzonico: ripartenza da 13.500 visite

Dopo i lavori, al museo un nuovo percorso espositivo e nuove opere portano a riscoprire il ‘700 veneziano

Dal 27 giugno, giorno della riapertura dopo i lavori, a Ca’ Rezzonico è stato rispolverato un sogno 700esco in chiave internazionale, che ha già visto 13.500 visitatori. Dopo gli interventi di restauro e adeguamento funzionale finanziati dal Comune di Venezia, Fondazione MUVE e da Coop Italia, a distanza di oltre vent’anni dall’apertura, ora il Museo del ‘700 veneziano è tornato alla ribalta in città e a livello internazionale. Dopo l’Acqua Granda del 2019 gli interventi svolti hanno interessato principalmente il piano terra. L’obiettivo è stato quello di migliorare la qualità dei servizi offerti e garantire una maggior fruibilità del Museo, secondo nuovi parametri di risparmio energetico nel rispetto dell’atmosfera del museo d’ambiente.

Un nuovo assetto

I lavori e il riallestimento al piano terra, realizzati grazie all’importante donazione di 450 mila euro da parte di Coop e di tutte le cooperative di consumatori, erogata attraverso il sistema dell’Art Bonus, ha visto un recupero funzionale che riunisce bookshop e biglietteria e il rinnovo degli arredi della caffetteria. Oltre al nuovo guardaroba, è stata poi realizzata una sala di intrattenimento con attività inclusive rivolte in particolare ai bambini con disabilità cognitiva. Qui il gioco di memoria con dieci riproduzioni di coppie di opere di Pietro Longhi intrattiene i piccoli e li incuriosisce alla visita del museo, mentre un’altra attività prevede la ricomposizione di alcuni ritratti di Rosalba Carriera e Marianna Carlevarijs su un totem rotante. Approfittando del periodo di chiusura, l’Amministrazione Comunale e MUVE hanno deciso di integrare il finanziamento con mirati interventi: importanti quelli relativi l’illuminotecnica al primo e terzo piano, dove nelle sale espositive sono stati sostituiti tutti i corpi illuminanti alogeni con nuove luci a led, migliorando così anche la fruizione delle opere esposte. Interventi sono stati fatti anche al mezzanino che ospita la collezione Mestrovich. Il terzo piano è inoltre stato riallestito e le pareti sono state tinteggiate con il famoso colore “Blu Bardini”, così da rendere ancora più suggestivo il percorso di visita. Si è voluto poi rendere il piano terra accessibile a tutti, così che anche i residenti potessero riappropriarsi di parte degli spazi del museo. Il giardino in particolare è stato pensato ad una destinazione d’uso più cittadina, infatti, oltre ed essere sistemato nel suo insieme, sono stati allestiti dei giochi per bambini, tra cui una gondola che richiama la grande epoca del ‘700 veneziano.

Nuove opere esposte

Nel percorso di visita poi, che conserva capolavori tra gli altri di Canaletto, Giambattista e Giandomenico Tiepolo e Francesco Guardi, sono state inserite nuove opere: <La collezione permanente – afferma Alberto Craievich, responsabile della sede museale – si arricchisce di alcune opere custodite per decenni nei depositi, come le sculture di Antonio Corradini e Giovanni Maria Morlaiter e i dipinti raffiguranti Battaglie di Francesco Guardi>. Ma non solo, sarà infatti possibile ammirare anche acquisizioni recentemente donate da privati quali il cassettone intarsiato del celebre ebanista lombardo Giuseppe Maggiolini, o ancora un raro bozzetto di Giambattista Piazzetta, raffigurante l’Estasi di San Francesco, preparatorio per la grande tela compiuta nel 1729 per la chiesa vicentina dell’Araceli. Prosegue inoltre l’attività di restauro delle collezioni del Gabinetto dei disegni e delle stampe della Fondazione, ospitato dal 2021 nel mezzanino. Un percorso che aiuta a riscoprire la storia del palazzo, iniziato dall’architetto Baldassarre Longhena per volontà della famiglia Bon e poi completato in sei anni da Giorgio Massari, quando nel 1755 i Rezzonico, la famiglia che diede i natali a Papa Clemente XIII, comprarono il palazzo. In seguito vi abiteranno fra gli altri il poeta Robert Browning e il musicista Cole Porter, fino ad essere acquistato dalla città di Venezia nel 1935.

Il sostegno di Coop

<Un esempio virtuoso di collaborazione tra pubblico e privato> ha sottolineato il sindaco Luigi Brugnaro.<Dopo l’alluvione del 2019 per l’intervento abbiamo dirottato l’1% della vendita dei nostri prodotti a marchio ed è grazie alla rete dei soci e consumatori di tutte le nostre cooperative che si è potuti arrivare alla cifra donata> spiega Marco Pedroni, presidente dell’Associazione Nazionale Cooperative di Consumatori Coop. La Coop è parte integrante del territorio: <È nostro dovere impegnarci a tutelarlo e valorizzarlo attraverso un impegno costante. – conclude il vicepresidente vicario di Coop Alleanza 3.0, Andrea Volta – Abbiamo lavorato per restituire ai veneziani e ai turisti uno dei luoghi simbolo di questa città>. Ma i restauri non sono ancora finiti: il Comune ha stanziato altri 2 milioni per interventi previsti, di oltre un anno, da effettuare sul soffitto del salone da ballo e sulle facciate laterali.

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