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Campanile e sostenibilità: presentato “Venezia è favolosa”

Il libro pensato per le scuole, basato sui 17 obiettivi dell’agenda Onu 2030, è scritto da Vittorio Baroni e Nadia De Lazzari ed è illustrato da Maurizio Amendola e Valerio Held

Venezia raccontata attraverso la sostenibilità, tra passato, presente e futuro. “Venezia è favolosa. In viaggio verso la sostenibilità” è il libro scritto dall’esperto di sviluppo sostenibile Vittorio Baroni e dalla giornalista Nadia De Lazzari, accompagnato dai disegni degli illustratori Walt Disney di “Topolino” Maurizio Amendola (leggi qui) e Valerio Held. Il volume, edito da Armando Curcio Editore, è stato presentato giovedì 11 all’Hotel Saturnia a Venezia, alla presenza degli autori, insieme a Claudio Vernier dell’Associazione Piazza San Marco, l’assessore all’Ambiente Massimiliano De Martin e il contrammiraglio Filippo Marini, comandante del Porto di Venezia. Il libro, ripercorrendo la storia del Campanile di San Marco, dalle fondamenta al crollo, fino alla ricostruzione, raccontata dalla simpatica voce di Gigeta di nove anni, tratta in modo chiaro gli obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda Onu 2030. Gli autori hanno così deciso di spiegare la sostenibilità alle nuove generazioni in un volume pensato per lo studio dell’educazione civica a scuola nell’ottica di una didattica trasversale e innovativa. Sono 33 infatti le ore annuali obbligatorie di educazione civica, introdotta con la legge 92/2019, di cui lo sviluppo sostenibile rientra tra gli obiettivi di apprendimento.

Chi era Gigeta

Gigeta è il soprannome con cui viene chiamata Luigia Alessandri, la protagonista del libro veramente esistita. Le sue spoglie infatti riposano nella cappella privata Azzolini Alessandri presso l’isola di San Michele, recentemente scoperta proprio dagli autori del libro. Figlia di Angelo Alessandri, un pittore che lavorava per lo scrittore John Ruskin, Gigeta ebbe un legame particolare con la storia del Campanile di San Marco, chiamato affettuosamente dai veneziani “el paron de casa”. Dopo la caduta del Campanile del 14 luglio 1902, si decise infatti di buttare le macerie in mare al largo del Lido, a tre miglia dalla costa. La bambina fu scelta per partecipare a questo “funerale”, avvenuto il 22 luglio 1902, con il compito di gettare simbolicamente in mare il primo mattone circondato da una foglia di lauro, ma per ricordo ne conservò un “tochetin”. Una storia, quella del campanile, che nel libro viene tramandata da Gigeta e a cui di pari passo viene affiancato il racconto di come la città durante la Serenissima era sostenibile, attraverso 17 capitoli, tanti quanti gli obiettivi dell’agenda Onu.

Aneddoti sul Campanile

Nel racconto molte sono le curiosità legate al campanile, i cui vecchi mattoni sono stati scoperti da Baroni e De Lazzari il 5 gennaio 2021 davanti all’Oasi di San Nicolò, durante la prima uscita dopo le restrizioni del Covid. Il mare li aveva fatti riemergere e Ca’ Foscari ne ha poi accertato l’autenticità. Tra gli aneddoti sorprendenti, quello di quando una gondola fu portata almeno due volte tra il 1600 e il 1700 fino la sommità del campanile. Le cronache del tempo raccontano infatti che in pieno Carnevale, durante Giovedì Grasso, la barca con un originale vogata aerea venne ingegnosamente tirata su fino alla cima del campanile da funi ancorate alle barche in bacino San Marco. Un’impresa che la folla applaudì ammirata e che il Doge premiò con una ricompensa in zecchini d’oro. A questo si aggiunge il racconto di quando Galileo Galilei nel 1609 salì in cima al campanile per presentare il suo cannocchiale, realizzato con lenti in vetro di Murano. Tanti altri sono poi gli aneddoti sul crollo del campanile, rappresentato dai disegnatori mentre tutti cercano in modo esilarante di tenerlo in piedi con funi e cerotti, e sulla successiva ricostruzione a cui contribuì l’antiquario Salvatore Arbib con l’acquisto del resto del “tocheton” di 5 tonnellate, con incastonato un capitello bizantino, oggi conservato nel giardino di Palazzo Berlendis e riconosciuto dalla Soprintendenza come bene culturale nazionale.

Venezia da sempre patria della sostenibilità

Nei capitoli si affianca il racconto delle buone pratiche attuate dalla città da secoli, spiegate con parole semplici ai bambini. Il primo obiettivo dell’Agenda 2030 è “Sconfiggere la povertà” e viene raccontato come la Serenissima fronteggiasse il problema grazie alle Scuole Grandi, che aiutavano le persone bisognose e le avviavano al lavoro, sottolineando l’importanza della condivisione. Inoltre il libro parla di come in città si evitassero carestie e malattie con la costruzione dei lazzaretti e di come i dogi riciclassero antichi mattoni e materiali greci, romani e bizantini per rimpiegarli in città, come nella costruzione del campanile. Tra gli esempi di sostenibilità odierni il libro racconta invece della rete di 30 bus elettrici presenti al Lido e Pellestrina. «Abbiamo lavorato ad otto mani per tre anni» ha detto Baroni. «Aver avuto la possibilità di scrivere uno libro sulla città per i bambini con cui lavoro da oltre 30 anni è motivo di grande emozione» ha sottolineato poi De Lazzari, che ora realizzerà un libro plastificato da mettere in cimitero davanti alla cappella di Gigeta. «È stato un arricchimento personale molto interessante» hanno detto i disegnatori. «Il volume, in un linguaggio per ragazzi ma anche per adulti, presenta contenuti importanti e interessanti, buone pratiche per vivere sostenibilmente a Venezia che a volte sfuggono» sottolinea Vernier. «Un lavoro utile per far crescere cittadini attenti» ha detto il contrammiraglio Marini. «È facile parlare ai piccoli, più difficile è invece confrontarsi con la stessa serenità con i grandi. – ha detto l’assessore De Martin – Questo libro è un primo passo per abbattere le barriere».

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