Logo Salus & Green

Clima: arti visive e scienza si incontrano alla Fondazione Prada

fondazione-prada-everybody-talks-about-the-weather-venezia
Una mostra e un simposio trattano il clima da vari punti di vista mettendo insieme saperi diversi

La scienza non è materia che riguarda l’arte? Alla Fondazione Prada la pensano diversamente, offrendo una commistione tra saperi nel progetto “Everybody Talks About the Weather” partito da una mostra dedicata alla rappresentazione delle emergenze climatiche attraverso le arti visive e sviluppato in un convegno aperto al pubblico ospitato a Venezia il 5 e 6 ottobre. Perché, come spiega Miuccia Prada: «Il clima è un tema che influenza le azioni e i destini di tutto il mondo. Parlare oggi di meteo significa quindi parlare e preoccuparsi del futuro di tutti».

La mostra, visitabile fino al 26 novembre 2023 nella sede della Fondazione a Ca’ Corner della Regina, è stata ideata e curata da Dieter Roelstraete, curatore di fama internazionale attualmente membro del Neubauer Collegium for Culture and Society dell’Università di Chicago. Al suo interno sono esposte opere che a partire dalle condizioni atmosferiche affrontano come il clima plasma la nostra identità, aggiungendo approfondimenti scientifici per ogni realizzazione grazie alla collaborazione con il Centro internazionale per le scienze umane e il cambiamento sociale (NICHE) dell’Università Ca’ Foscari.

Il simposio “Everybody Talks About the Weather”

L’intreccio dei saperi offerto dalla mostra prende forma negli incontri previsti dal programma della due giorni di convegni ospitati nella sede veneziana della Fondazione. Si passa dall’approfondire il rapporto con gli animali e l’ambiente, a osservare i legami profondi fra culture indigene e natura, fino all’analisi della responsabilità umana per l’attuale emergenza, oltre alle ricadute che l’inquinamento e i cambiamenti climatici comportano per la salute umana, grazie a un panel di esperti di vari settori fra cui Alex Jordan del Max Planck Institute of Animal Behavior, il climatologo Carlo Barbante di Ca’ Foscari e Giancarlo Comi, neurologo dell’Università Vita-Salute San Raffaele.

«Si tratta del primo progetto che la Fondazione approccia verso il cambiamento climatico – racconta Cornelia Mattiacci, curatrice di Fondazione Prada – nella mostra il tema viene affrontato con i nostri strumenti ovvero le arti visive, abbiamo provato a sviluppare un doppio linguaggio fra arte e scienza, dotando ogni opera di informazioni e dati scientifici accessibili al pubblico e abbiamo mantenuto questo impianto dialogico anche per il simposio, dove ad ogni relazione da 40 minuti è associato un momento di scambio fra esperto e partecipanti».

Il rapporto tra Fondazione Prada e i cambiamenti climatici

«Il tema del cambiamento climatico è complesso – spiega Mattiacci – noi siamo un’istituzione culturale e anche se il nostro rapporto con la scienza non è nuovo, basti pensare che già nel 2018 avevamo intrapreso un percorso di ricerca multidisciplinare sulle neuroscienze per risalire alle origini del funzionamento umano per comprendere come tutelarlo, restiamo legati a quella che è la nostra natura principale, ovvero l’arte».

«Questo però non ci ha vincolato nel porci una domanda sulla nostra funzione come Fondazione – continua la curatrice – in un’ottica in cui il tempo delle parole è finito ed è ora di agire, quello che possiamo fare è diffondere la coscienza dell’impatto dei cambiamenti che dovremmo affrontare, creando consapevolezza anche a un pubblico diverso da quello della scienza, come è quello eterogeneo dei nostri visitatori, facendo uscire la tematiche scientifiche dai confini dei congressi di settore verso nuove modalità di conoscenza. All’iniziale disorientamento dei nostri ospiti, è corrisposto un interesse, anche grazie al fatto che Venezia rappresenta l’emblema della fragilità dell’equilibrio fra clima, ambiente ed esseri umani».

Cosa possono fare le istituzioni culturali per il clima?

«Quello che le istituzioni culturali possono fare – aggiunge l’esperta di arte della Fondazione Prada – è contribuire a generare una coscienza diffusa del problema a cui tutto il pianeta sta andando incontro, adottando un vero e proprio ruolo di “megafono”, anche perché la cultura si intreccia in modo profondo con la società e l’attualità, risulta quindi inevitabile non occuparsi di tematiche sotto gli occhi di tutti».

«Per noi stessi la sede di Venezia rappresenta un laboratorio di mostre sperimentali grazie alla vocazione e all’offerta culturale della città – conclude Mattiacci – conosciamo che tipo di programmazione ci dovrebbe essere per garantire le stanze sempre piene di un’esposizione ma quella di fare una scelta radicale provando a offrire una proposta diversa è una volontà tanto del team di curatori che della stessa Miuccia Prada, per questo continueremo ad affrontare differenti territori grazie alla prospettiva delle arti visive perché le differenze sono un valore quando combinandosi creano una serie di fattori che generano un terreno di incontro, forse è proprio questa la vera vocazione di un’istituzione culturale».

Argomenti correlati: ,
Autore:

Iscriviti a GREEN&SALUS e non perderti nessun aggiornamento, ti invieremo 1 volta a settimana i nuovi articoli!