Non si direbbe subito parlando di filosofia, ma non si tratta di avventurarsi nei meandri della conoscenza alla riscoperta di dottrine antiche. Anzi, la consulenza filosofica può essere assolutamente di attualità perché tratta dei problemi del quotidiano per cui le persone non riescono a trovare soluzioni: «Permette di allargare lo sguardo rispetto a quello che si ha intorno – racconta Barbara Niero, filosofa e consulente – attraverso un percorso di dialogo in cui si condividono riflessioni per arrivare a un risultato che però è sempre individuale».
«Dal di fuori si può pensare che sia un servizio offerto solamente a esperti della materia e forse questo è un fattore inibitorio in chi ne sente parlare per la prima volta – spiega Niero – in realtà, tranne un paio di casi, chi si è rivolto a me sono persone normalissime, le consulenze non prevedono l’uso di testi, non è un esame! L’obiettivo è condividere una capacità di co-filosofare, dove ci si confronta con il filosofo per trovare una personale soluzione, frutto del dialogo».
Il dialogo è proprio lo strumento principale attraverso cui si attua la consulente filosofica e con cui il “consultante”, ovvero chi si rivolge al consulente, si misura con l’esperto. «La ragione è esplorare questioni esistenziali, morali ed etiche» – spiega la filosofa – «Le tematiche vengono portate da chi si avvale del filosofo, quest’ultimo ha il compito di approfondire e allargare le questioni attraverso la riflessione, un percorso in comune, che però non influenza la ricerca della risposte nell’interlocutore, ma la stimola».
«E’ un approccio diverso da alcune discipline come la psicologia che si focalizzano molto sull’ascolto, nel nostro caso il dialogo è continuativo – aggiunge la consulente – è uno scambio che punta a mettere alla prova le motivazioni e le certezze del consultante riguardo al tema di discussione, infatti confrontarsi con un punto di vista diverso costringe a ragionare sulle proprie certezze, generando delle deduzioni dall’esito non scontato. Il nostro ruolo è quello di evidenziare le criticità per aiutare a risolvere i conflitti interiori del consultante, che in questo resta autonomo».
L’autonomia di ragionamento e di ricerca di una soluzione resta uno dei pilastri di questo approccio consulenziale: «Si costruisce insieme il risultato finale – chiarisce Niero – ma è un punto di arrivo individuale, come consulenti non miriamo in maniera diretta a un obiettivo, non è così fondamentalela meta, lo è il percorso che il consultante fa assieme a noi, perché ogni persona è unica e così lo è la propria via che porta all’esito della consulenza».
«Come professionisti non abbiamo definito un metodo che abbia delle fasi rigide, non si arriva allo stesso risultato passando sempre per le stesse strade – spiega la filosofa – attraverso una serie di incontri, di solito entro una decina, si punta a rendere il consultante autonomo rispetto al tema in oggetto, per far maturare in esso la soluzione. La consulenza filosofica non fa sconti, non ci sono soluzioni immediate, il primo passo è sempre quello di chi si rivolge a noi, possiamo solo chiedere motivazioni e mostrare alternative, in un percorso che viene condiviso ma non assecondato. Il consultante si mette in discussione, ma anche noi dobbiamo avere la capacità di fare un passo indietro per lasciare che il dialogo si snodi liberamente».
Codificata negli anni ’80 in Germania da parte di Gerd B. Achenbach, la consulenza filosofica è arrivata in Italia da una ventina d’anni. E’ una disciplina recente, non ancora istituzionalizzata, a cui possono accedere i laureati in filosofia. Una delle maggiori associazioni di professionisti è Phronesis, fondata nel 2003 da un gruppo di filosofi fra cui Umberto Galimberti e Neri Pollastri, oggi raggruppa diversi consulenti che hanno deciso di adottare un approccio basato su valori e un codice deontologico condiviso.
«La nostra associazione è nata con l’introduzione in Italia della disciplina – spiega Niero, che è l’unico membro attivo del veneziano – ha definito il campo di azione dei suoi membri specificando che cosa sia un dialogo filosofico, ovvero quello in cui è il consultante a trovare la sua strada e non siamo noi a imporla. In Italia siamo circa una sessantina di consulenti e quelli al momento attivi in Veneto sono tre, l’associazione vincola a una formazione continua e rigorosa, per un’offerta sempre al passo con i tempi»
«La nostra professione subisce un po’ di alti e bassi per via delle mode o dell’attenzione dei media, ma il principale canale di ingresso resta il passaparola» – racconta la consulente – «Il nostro consultante tipo è una persona che ha provato vari percorsi senza arrivare a una soluzione efficace. La consulenza filosofica ha qualche remora a fare grandi promesse anche per questo resta ancora una nicchia, assicuriamo il viaggio ma non di risolvere la condizione di chi ci interpella. Gli ambiti di intervento oltre al privato sono aziende, servizi sanitari, case di riposo, scuole, anche se la consulenza resta individuale, anche se come Phronesis stiamo facendo ricerca anche su modalità di gruppo per ampliare i nostri servizi».
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