Sono circa 100 i volontari che quest’anno hanno organizzato la sagra di Sant’Antonio nella parrocchia di Sant’Antonio a Marghera.
«Quest’anno, i giovani hanno coinvolto i ragazzi di altre parrocchie, grazie a una collaborazione spontanea tra di esse», spiega il parroco don Mauro Haglich. «Esiste una sorta di rete molto libera che favorisce la cooperazione».
Oltre al coinvolgimento dei giovani, la sagra si distingue anche per la sua inclusività.
«Il territorio è cambiato moltissimo rispetto a qualche anno fa, con un’integrazione di diverse etnie», afferma Raffaela Minotto, una delle responsabili dell’evento. «Queste comunità sentono profondamente la festa della parrocchia, soprattutto nell’ambito della Pesca di beneficenza. La aspettano con entusiasmo; è una vera festa per loro. Questo cambiamento è evidente, poiché la loro presenza è diventata predominante».
La sagra risulta quindi un momento utile e positivo per poter offrire al territorio un’occasione di incontro. «Le modalità per coinvolgere tutti vanno attentamente pensate», conclude il parroco. «Abbiamo molti stranieri che stiamo cercando di integrare e supportare. Ad esempio, una ragazza bengalese ci aiuta con il servizio ai tavoli».
«La sagra è un momento di aggregazione importante per la parrocchia e la comunità», descrive Raffaella. «Speriamo che l’impegno di tutti sia gradito, poiché cerchiamo di portare felicità e allegria a Marghera, una zona attualmente non ben vista a causa di vari problemi di ordine pubblico e degrado».
La festa è iniziata lunedì 3 giugno con la Pesca di beneficenza, aperta tutti i pomeriggi. Mentre la sagra è stata inaugurata il weekend dell’8 e 9 giugno per riprendere il giorno di Sant’Antonio, il 13 giugno, fino a domenica 16, quando si concluderà con l’estrazione della lotteria e la chiusura della Pesca di beneficenza.
«La sagra attira persone anche da fuori, grazie alla rilevanza della parte gastronomica», sottolinea la responsabile. «Trovarsi a tavola e incontrare amici è un momento conviviale, un’occasione preziosa per ritrovarsi e rafforzare il senso di comunità».
Sebbene ci vogliano tempo ed esperienza, l’obiettivo dei volontari è coinvolgere sempre più giovani nell’organizzazione della sagra. In questo modo, sperano di passare il testimone a una nuova generazione che possa continuare a portare avanti l’iniziativa.
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