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CSV Venezia: ricerca sul volontariato per lo sviluppo di comunità

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Presentati i risultati di un’indagine svolta dalla Fondazione Leone Moressa su 300 enti del Terzo Settore

Si parla molto dell’importanza dell’azione del Terzo Settore, ma l’universo dei soggetti che lo compongono ha anche molto da dire sui bisogni di assistenza di un territorio. Proprio per questo il Coordinamento delle Associazioni di Volontariato (CSV) della Città Metropolitana di Venezia, ha commissionato una ricerca per conoscere i temi più caldi per l’intervento a supporto dei volontari oltre alle questioni sociali di maggior urgenza. «Si tratta di informazioni preziose per guidare le attività future e gli interventi per la crescita del servizio», spiega il Presidente del CSV Mario Morandi.

L’indagine, svolta fra giugno e luglio 2023, rientra in percorso di ricerca triennale svolto dal CSV Venezia assieme alla Fondazione Leone Moressa, in collaborazione con la CGIA di Mestre. «Lo scorso anno abbiamo esordito affrontato i bisogni specifici degli enti e le associazioni del territorio mettendo in luce il ruolo del volontariato per la comunità – aggiunge Morandi – la ricerca quest’anno si è focalizzata sull’ascolto delle realtà locali che restano di fondamentale importanza, soprattutto a seguito della pandemia, per raccogliere informazioni sui mutamenti sociali e la cornice di intervento richiesta dalle realtà della Città Metropolitana».

I risultati della ricerca svolta dall Fondazione Leone Moressa

I risultati, presentati al Centro Pastorale Urbani di Zelarino il 15 novembre 2023, sono stati illustrati dal ricercatore della Fondazione Leone Moressa Enrico Di Pasquale: «Dopo aver approfondito i bisogni lo scorso anno, per questo secondo studio abbiamo puntato l’attenzione sul ruolo che il volontariato ha come sviluppo di comunità, chiedendo direttamente ai protagonisti come vedono le sfide da affrontare, uscendo dalla logica dell’attesa del supporto delle istituzioni per concentrarsi su come si pongono quali attori del cambiamento».

«Alla ricerca hanno risposto circa 300 dei 700 enti della Città Metropolitana – aggiunge il ricercatore – quello che è emerso in prevalenza è l’attenzione riservata a giovani e adolescenti per quasi metà degli intervistati. Per quanto riguarda gli anziani per la maggioranza appare necessario creare luoghi di aggregazione e servizi di trasporto. Riguardo alle famiglie con bambini l’offerta di attività di dopo scuola è percepita come prioritaria, assieme alla riqualificazione dei luoghi e il coinvolgimento di associazioni e gruppi di cittadini per contrastare degrado e criminalità. E’ interessante poi evidenziare che per costruire senso di comunità gli eventi culturali appaiono il principale strumento, seguito da momenti di aggregazione».

«C’è un elemento che emerge particolarmente interessante – spiega Di Pasquale – fra i soggetti più attivi per i bisogni della comunità gli intervistati percepiscono proprio le associazioni di volontariato come capofila, seguite da comuni e parrocchie. La situazione però si rovescia quando viene richiesto con chi si vorrebbe collaborare maggiormente, in questo caso le amministrazioni e le scuole risultano i soggetti privilegiati. La partecipazione del proprio ente è percepita come attiva solo per circa il 20% dei rispondenti però nel complesso il volontariato viene visto per la maggioranza come uno degli attori sociale per il territorio. Fra le esigenze prioritarie oltre a spazi e fondi compare la richiesta di un supporto a livello di comunicazione e organizzazione».

I commenti istituzionali alla presentazione dei dati

«L’entrata in vigore nel 2017 del Codice del Terzo Settore – ha affermato l’Assessore alla Sanità e Servizi Sociali del Veneto Manuela Lanzarin, presente all’incontro – ha unificato i mondi diversi del Terzo Settore, bisogna però tenere distinto il volontariato se si vuole valorizzare questo ambito molto radicato nel nostro territorio. Per questo le associazioni vanno supportate e guidate vista anche la complessità burocratica con cui si devono confrontare. I risultati dell’indagine sono in linea con quanto a livello regionale affrontiamo come priorità, ovvero il disagio giovanile e le difficoltà degli anziani a muoversi in un mondo sempre più digitale, per questo dovremmo puntare su uno scambio intergenerazionale. Con l’età che si allunga e poche nascite una rete di solidarietà di comunità diventa fondamentale».

«Il volontariato è una realtà molto più vasta di quanto appare – ha aggiunto Simone Venturini, Assessore alla Coesione Sociale del Comune di Venezia – il valore di una ricerca come questa è poter avere il termometro della situazione su base provinciale, aiutando ad affrontare sfide che superano i confini comunali. Il volontariato va considerato non solo come un “tappabuchi” ma come il cemento con cui costruire una comunità. La grande sfida resta il tema del ricambio generazionale, per entusiasmare i più giovani, oltre all’apertura all’innovazione tecnologica con nuovi strumenti, dalla raccolta fondi online alla partecipazione attiva dei cittadini». Come aggiunge Lanzarin: «Il ricambio resta una preoccupazione, per questo bisogna lavorare sui giusti messaggi, riportando a valorizzare il concetto di prendersi cura degli altri e del valore di quest’azione».

Gli orizzonti e le sfide che emergono dalla ricerca

«La sfida che si trovano ad affrontare i centri servizi per il volontariato è innovare la propria proposta – spiega Chiara Tommasini di CSVnet, associazione di rappresentanza dei CSV italiani – per fare questo non si può che partire dall’ascolto per comprenderne i bisogni, per venire incontro a queste necessità i CSV hanno cambiato ruolo, ampliando la propria offerta anche a supporto per l’accompagnamento e la formazione favorendo la spinta alla digitalizzazione, fungendo inoltre da mediatori fra associazioni e corpi intermedi, stimolando a creare sinergie e tavoli di collaborazione oltre a promuovere il volontariato a livello territoriale mettendo in connessione soggetti differenti, anche dal mondo delle imprese».

«La comprensione delle necessità resta un capitolo importante – aggiunte Silvana Bortolami dell’OTC Veneto, ente di controllo dei CSV – grazie a una lettura scientifica su dati quantitativi oltre a qualitativi è possibile avere un quadro della realtà. Da questa analisi le parole centrali sono sviluppo e sinergia, per sviluppare un vero e proprio ecosistema del volontariato». Come ha ricordato Renato Mason della CGIA di Mestre: «Abbiamo aderito immediatamente per dare il nostro contributo per studiare il mondo del volontariato, che resta un’eccellenza e un esempio da promuovere in un momento particolarmente difficile come il presente, dando stimoli a tutti per impegnarci di più verso temi come handicap, vecchiaia ed emarginazione».

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