
Saranno visitabili gratuitamente, dall’1 luglio, le 21 chiese veneziane che rientrano nel circuito dell’associazione Chorus, il cui compito è da sempre quello di provvedere ad una loro adeguata custodia, garantendone un’apertura più prolungata al pubblico. A queste 21 chiese se ne aggiungeranno altre 5 o 6 attualmente chiuse. «Stiamo individuando le candidate», spiega don Fabrizio Favaro, vicario episcopale per gli affari economici del Patriarcato, ricordando come tutta l’operazione rientri nell’accordo recentemente siglato fra Diocesi e Procuratoria di San Marco, al fine di riorganizzare il sistema di accesso in Basilica. Sistema che, come già annunciato nelle scorse settimane, sempre dall’1 luglio potrà contare solo ed esclusivamente sull’acquisto online del ticket dedicato alla visita della cattedrale della città d’acqua. Niente più biglietto sul posto, dunque, al fine di eliminare le lunghe code che si formavano all’esterno e per contrastare il fenomeno del cosiddetto “secondary ticketing”, ossia dell’abusivismo collegato ad una rivendita maggiorata, a scapito dei visitatori. «Poi progressivamente, verso settembre o ottobre, – prosegue don Favaro – si arriverà ad aprire anche tutte le altre». Il riferimento è a quegli edifici sacri attualmente chiusi (o parzialmente tali) e difficilmente accessibili ormai da molti anni. Tra quelli finora a nulla o a scarsa accessibilità spiccano Santa Fosca, San Marziale, San Bartolomio, San Luca e San Nicolò al Lido.
Intanto, per quanto riguarda le 21 chiese del circuito Chorus, fino a questo momento visitabili attraverso l’acquisto di un biglietto, queste sono quelle che diventeranno gratuite a tutti gli effetti a partire dal mese di luglio: a Cannaregio, Madonna dell’Orto, San Giobbe, San Marcuola, Sant’Alvise e Santa Maria dei Miracoli. A Castello, San Zaccaria, San Giovanni in Bragora, Santa Maria Formosa, San Pietro. A Dorsoduro, Santa Maria del Carmelo (vulgo Carmini), Santa Maria del Rosario (vulgo Gesuati), San Sebastiano e San Trovaso. A San Marco, Santa Maria del Giglio e Santo Stefano. A Santa Croce, a San Polo e alla Giudecca, San Stae e San Giacomo dell’Orio, San Polo e San Giovanni Elemosinario, nonché Santissimo Redentore. L’associazione sarà destinata a trasformarsi presto in una Fondazione diocesana, «con lo scopo di tenere aperte le chiese, di offrire accoglienza ai visitatori e di coordinare e valorizzare la comunicazione dal punto di vista della fede e dell’aspetto culturale del patrimonio artistico della città», evidenzia don Favaro, riferendo che al termine di questa operazione avviata in sinergia con la Procuratoria, le chiese accessibili gratuitamente – fra quelle in questi anni affidate a Chorus o al momento chiuse – saranno in tutto una quarantina. «La Fondazione andrà progressivamente a sostituirsi all’associazione, che oggi può contare su un certo numero di dipendenti. Numero che, nel passaggio, sarà chiaramente destinato a raddoppiare. Nella prospettiva di trasformarsi in Fondazione, Chorus si è già attivata nella raccolta di curriculum, svolgendo colloqui di lavoro per selezionare nuovo personale». Fondamentale l’aspetto della formazione, con la Fondazione diocesana – insieme alla Diocesi – pronta ad impegnarsi in tal senso, garantendone una adeguata sia in termini di modalità di porsi nei confronti dei visitatori, sia per quanto riguarda il contenuto artistico dei singoli siti visitabili. «Certo, non si tratterà di guide – chiarisce don Favaro – ma dovranno comunque dimostrare di avere dimistichezza con una serie di nozioni “base” del luogo».
«Stiamo già constatando – osserva il primo procuratore di San Marco, l’avvocato Bruno Barel, con riferimento al nuovo sistema di bigliettazione online della Basilica, la cui sperimentazione durerà sei mesi – che non c’è più quell’accaparramento di prima nell’acquisto del ticket. Per quanto se ne stiano vendendo tanti, ora la disponibilità non si satura subito, dunque i visitatori privati, non legati a guide o tour operator, possono comprarsi il biglietto individuale senza alcun problema. A conferma di come il sistema messo a disposizione, già in questa prima fase di test stia mostrando di essere migliorato, lasciando a tutti una maggior facilità di accesso». Tra le novità, la decisione della Procuratoria di aumentare il prezzo del biglietto e di renderlo nominativo, proprio come forma di contrasto alla rivendita abusiva a cifre esorbitanti. Ed è quest’incremento che di fatto consentirà al pubblico di entrare gratuitamente nella quarantina di chiese citate. Un contributo importante, relativamente alla Basilica affiancato da molteplici scontistiche e dalla gratuità – tra gli altri – per i residenti nei Comuni della Diocesi, per gruppi scolastici con i loro insegnanti e per bambini fino ai 10 anni. Sei gli euro che erano finora richiesti per il “saltacoda” online, che dal mese prossimo passeranno a 10, con possibilità di aggiungere Pala d’oro o Museo a 20 euro, che diventano 30 se si è interessati a tutti gli elementi assieme.
«Nonostante sia stato incrementato il costo anche per le visite serali, queste – comunica Barel – continuano ad avere un grande successo. Abbiamo voluto riservare alcune fasce alle istituzioni della città, nostre ospiti. Il tutto rientra nel progetto “La Basilica è Venezia”: una restituzione della Cattedrale alla città, affinché non ci si limiti a considerarla un museo per turisti. Visite che consentono di prendere confidenza con un luogo che appartiene innanzitutto a Venezia. Sono venute ormai migliaia di persone e anche gli universitari hanno aderito con entusiasmo (circa mille). Significa che siamo stati in grado di cogliere un bisogno inespresso». Il primo procuratore tiene a sottolineare come di posti a disposizione, in vista di luglio, per le visite in Basilica giornaliere di posti ce ne siano ancora. Come pure per guide e tour operator, ai quali, a seguito del recente incontro tenutosi con i rappresentanti della Federazione Turismo Organizzato, la Procuratoria ha voluto andare incontro, concedendo alla categoria di comunicare i nominativi dei propri clienti almeno 48 ore prima, con verifica a campione all’ingresso della Basilica per accertare l’effettiva corrispondenza fra identità della persona sul posto e nome associato al biglietto. L’obiettivo, smorzare qualche malumore iniziale che si era venuto a registrare. «È normale ce ne siano, quando ci si approccia ad un nuovo sistema. Ma alla fine hanno capito che è conveniente e vantaggioso anche per loro. E che facciamo sul serio: se beccheremo qualcuno a fare il furbo, in Basilica non entrerà più». Una mossa volta ad ostacolare i “furbetti” e a tutelare chi lavora seriamente, con professionalità. «Il 29 giugno, presso il chiostro di Sant’Apollonia, il Patriarca interverrà alla presentazione, a cura del Rotary Club Venezia e della Procuratoria, – fa sapere infine Barel – del primo modello tridimensionale tattile della Basilica».
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