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Diabete e parodontite: le implicazioni in odontoiatria

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di Filippo Stefani, dentista a Venezia e a Mestre

Il 14 novembre si celebra ogni anno la Giornata Mondiale del Diabete e i dentisti vi partecipano attivamente attraverso la sensibilizzazione dei cittadini. Come ha spiegato nei giorni scorsi Raffaele Iandolo, presidente della Commissione nazionale Albo Odontoiatri (CAO): «C’è una corrispondenza reciproca tra diabete e parodontite: chi è affetto oggi da paradontite si ammala più facilmente di diabete e viceversa». Fondamentale, dunque, il ruolo degli odontoiatri per la prevenzione.

Ci sono dati che evidenziano come i pazienti diabetici siano più predisposti alla malattia parodontale, quella che i nostri nonni chiamavano “piorrea”. Il dentista riesce a diagnosticare questa malattia, molto spesso asintomatica, durante la normale visita mediante sondaggio delle gengive ed esami radiologici.

Che cosa è la parodontite?

La patologia parodontale è estremamente diffusa: i dati a nostra disposizione ci dicono che è la malattia infiammatoria cronica non trasmissibile più comune nell’uomo. Secondo la SidP, la Società Italiana di Parodontologia e Implantologia, oltre il 40% della popolazione nei paesi industrializzati mostra segni clinici di malattia parodontale e in più del 10% si manifestano forme gravi di patologia. Negli ultimi 10 anni l’incidenza di questa malattia in Italia è aumentata tanto che ne è colpito un cittadino su 4 e il 10% rischia forme gravi fino, addirittura, alla perdita dei denti. La malattia porta, infatti, progressivamente alla caduta dei denti con serie conseguenze da un lato per la masticazione dall’altro per l’estetica.

È doveroso, però, precisare che non tutte le persone affette da diabete soffrono anche di parodontite e che coloro che sono affetti da parodontite non sono obbligatoriamente affetti da diabete. Il rischio, però, per un soggetto diabetico di ammalarsi di parodontite cronica è stimato da 2 a 3 volte superiore rispetto a quello di un soggetto non diabetico.

Diabete e parodontite

Durante la Giornata Mondiale del Diabete ricordiamo che il dentista ha sempre una sensibilità particolare nel cercare di intercettare pazienti parodontali e capire se hanno un problema dismetabolico, come il diabete, valutando i livelli glicemici. Con l’anamnesi l’odontoiatra viene a sapere se il paziente sia affetto da diabete, ma può accadere che in realtà nemmeno il paziente lo sappia. In Italia, infatti, sono circa 4 milioni le persone che convivono con questa patologia, ma si stima che un altro milione non sappia di averla. La diagnosi di malattia parodontale, allora, diventa importante per approfondire con esami del sangue la ricerca di valori alterati.

Nello studio dentistico si ha sempre una particolare attenzione al paziente diabetico perché, in caso di interventi di chirurgia orale, il diabetico ha sempre difficoltà a guarire dalle ferite rispetto ad un paziente con livelli glicemici normali. È importante ricordare che se una persona diabetica riesce a seguire con attenzione la terapia indicata dal diabetologo, i livelli di zucchero nel sangue rimangono abbastanza regolari e gli effetti negativi della iperglicemia vengono meno. Aspetto importante per una corretta terapia del diabete è l’autocontrollo quotidiano, indispensabile per i pazienti con diabete di tipo 1 e con diabete di tipo 2 insulino-trattati.

Immagine di prostooleh su Freepik
Perché un diabetico è più soggetto a parodontite?

Il meccanismo che porta un diabetico ad essere più predisposto alla malattia parodontale è dovuto al fatto che la parodontite è una malattia batterica e il diabete rende più suscettibili alle aggressioni batteriche. Inoltre si associa anche a difetti della risposta immunitaria. Ne consegue che nel paziente diabetico è più facile l’insorgenza, ad esempio, di carie e di lesioni da Candida.

Alcune raccomandazioni, dunque, per i pazienti diabetici:

  • eseguire una scrupolosa igiene dentale domiciliare;
  • sottoporsi a una visita odontoiatrica e a una seduta d’igiene almeno ogni sei mesi;
  • controllare se si hanno arrossamenti gengivali o sanguinamento dalle gengive;
  • in caso di parodontopatia seguire i protocolli d’igiene prescritti dal dentista.
Diabete e interventi dentali: linee guida

Nei pazienti con diabete di tipo 2 non c’è controindicazione alla terapia odontoiatrica, anche chirurgica, ma è importante programmare e scegliere il momento più opportuno per effettuare gli interventi nell’arco della giornata. Per le operazioni di chirurgia del cavo orale si suggerisce la metà mattinata o il primo pomeriggio, se non si è sottoposti a terapia insulinica, e instaurare una profilassi antibiotica sistemica per prevenire le complicanze infettive, piuttosto frequenti nel post-operatorio.

In caso di paziente diabetico di tipo 1, infine, e quindi sottoposto a terapia con 3 iniezioni di insulina rapida somministrate ai pasti e di insulina lenta serale, oltre a quanto già detto, l’attenzione maggiore va posta sull’orario: si raccomanda di intervenire e sottoporre il paziente diabetico a un’estrazione o interventi di chirurgia del cavo orale a metà mattinata, da 1 a 3 ore dopo la prima colazione e l’eventuale somministrazione della dose insulinica.

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