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Diciotto anni d’Incroci di Civiltà

Incroci di Civiltà 2025
Dal 2 al 5 aprile il festival letterario dell’Università Ca’ Foscari porterà a Venezia ventisei autori da diciannove paesi diversi

Romanzi, poesie,  idee, lingue, pagine su pagine su pagine. Dal 2 al 5 aprile torna la diciottesima edizione di Incroci di Civiltà. Sbarcheranno in laguna ventisei autori da diciannove paesi diversi, pronti ad incontrare i lettori. «Incroci è nato nel 2008, nel sessantesimo anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani», racconta il direttore Flavio Gregori, «in un momento storico in cui il dialogo tra nazioni sembra essere interrotto, è fondamentale riaffermare l’ascolto della voce altrui, l’unico principio alla base della civiltà». Una serie d’incroci non solo di nazionalità e culture, ma anche di arti. Sabato 29 marzo alle 21, la cantante israeliana Noa salirà sul palco del Teatro Goldoni per un concerto di pre apertura «in nome della pace». E il giorno dopo, alle 11.30 a Palazzo Flangini, converserà con Giovanni Dell’Olivo sul dialogo fra i popoli.

Hanif Kureishi
Hanif Kureishi inaugura il festival

Il festival letterario entrerà nel vivo nel pomeriggio di mercoledì 2 aprile. All’inaugurazione, in programma nell’Auditorium di Santa Margherita, lo scrittore britannico Hanif Kureishi in collegamento da Londra riceverà il premio “Incroci di Civiltà – Musei Civici di Venezia”. In dialogo con Gregori e Shaul Bassi, ricostruirà la sua esistenza «in frantumi» raccolta nell’omonimo libro autobiografico edito da Bompiani. È la fine del 2022 quando la sua vita cambia irreversibilmente. Al rientro da una passeggiata romana fino a Piazza del Popolo, cade a terra: quando riapre gli occhi, niente è più lo stesso. «Molti dicono che quando sei in punto di morte tutta la vita ti scorre davanti agli occhi», racconta, «ma io non pensavo al passato quanto al futuro, a tutto quello che mi era stato sottratto, a tutte le cose che volevo fare». Con tenacia e determinazione impara ad abitare il mondo in un modo nuovo, convinto di dover «fare qualcosa» con tutto ciò che è successo. Durante la stessa serata, Luiz Schwarcz, fondatore di Companhia das Letras, una delle case editrici più influenti del Sud America, riceverà il riconoscimento “Cesare De Michelis” per l’editoria innovativa e l’autore francese emergente Pierre Adrian il “Premio giovani Incroci–Albero d’Oro”.

Juergen Boos
Letteratura al femminile, editoria ed attualità

Giovedì 3 aprile si aprirà con un viaggio nella letteratura al femminile, tra la lotta per l’indipendenza delle “Figlie di Saffo” di Selby Wynn Schwartz e le testimonianze di trentasei attiviste afghane in “Fuorché il silenzio” di Zainab Entezar. Regista e scrittrice, dopo il ritorno dei Talebani nel paese del 2021, si è schierata dalla parte delle donne per denunciare e protestare contro il divieto all’educazione femminile. Per la sua attività politica è stata costretta a lasciare il suo paese e vivere in esilio in Germania. Oltre il volume, ha realizzato un documentario che verrà proiettato in coda alla conversazione.  Nel pomeriggio Juergen Boos, direttore della Fiera del Libro di Francoforte, rifletterà sul libro come pilastro della democrazia, mentre l’esperta di cyber-security Asma Mhalla si confronterà con il giornalista russo Alexander Baunov sui rischi delle nuove forme di potere tra stati e Big Tech in ambito civile e militare. Tornerà sul palco dell’Auditorium anche Schwarcz con la presidente della casa editrice Adelphi Teresa Cremisi e l’editore Michael Krüger.

Petra Rautiainen
Poesia, viaggi e memoria

Venerdì il mattino inizia in versi: Rodolfo Häsler (Cuba), con il suo traduttore Alessandro Mistrorigo, José Marìa Micó (Spagna), ospite dell’editore veneziano Andrea Molesini, Nouri Al-Jarrah (Siria), con Francesca Maria Corrao e Gassid Mohammed Hossein Hoseini, Nikola Madzirov (Macedonia), con Marjia Bradaš, e Alan Whitehorn (Canada-Armenia) con Sona Haroutyunian daranno voce alla musicalità delle loro lingue. Lo scrittore spagnolo Manuel Vilas parlerà con Adrian J.Sáez di “Amor Costante”. Federica Manzon, vincitrice del Premio Campiello 2024 con il romanzo “Alma”, e l’autrice tedesca Esther Kinsky si confronteranno sul senso del narrare tra paesaggi ungheresi dimenticati e ricordi triestini. La sera, il Touring Club Italiano presenterà la nuova rivista trimestrale “Mappe” con Ottavio Di Brizzi e Franco Farinelli: racconti di paesaggi nazionali ed internazionali tra saggi, reportage, interviste, fotografie ed illustrazioni. Al Fondaco dei Tedeschi, Fatin Abbas ed Elgas discuteranno di letteratura post-coloniale con Lucio De Capitani per esplorare il complesso rapporto tra memoria storica e creazione letteraria, identità ed imposizioni esterne.

Luiz Schwarcz
Il finale con Enrico Fink ed Ottavia Piccolo

Sabato mattina comincia nei Balcani e nei territori dell’ex Jugoslavia con Igor Štiks e il suo romanzo “W”. A seguire, Petra Rautiainen porterà i lettori nella Lapponia del passato con “Terra di Neve e Cenere”. Nel pomeriggio, Adrian racconterà la sua Italia attraverso “Hotel Roma” e Mathias Énard presenterà il soldato protagonista del suo “Disertare”: un uomo esausto, fuggito da una guerra indefinita ed obbligato a ripercorrere il passato. In serata, gli scrittori veneziani Roberto Ferrucci e Tiziano Scarpa renderanno omaggio all’eredità letteraria di Daniele Del Giudice. L’ultimo atto è affidato al musicista Enrico Fink e all’attrice Ottavia Piccolo che accompagneranno il pubblico in un viaggio tra memoria ed identità con letture ad alta voce di brani tratti dal romanzo “Patrilineare. Una storia di fantasmi”.

Ad eccezione del concerto di Noa, l’ingresso alle conversazioni è libero su prenotazione. Le iscrizioni agli incontri sono aperte qui.

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