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Don Cilia: «In vacanza non si consumi il tempo: lo si riempia»

Il parrocco di Jesolo consiglia come impiegare al meglio il momento delle vacanze
Come il tempo della vacanza (e dell’estate) può diventare vero ristoro e riposo? Ne parliamo con don Lucio Cilia, parroco a Jesolo Lido; dal 2014 è a S. Maria Ausiliatrice e dal 2016 guida anche la parrocchia dei Ss. Liberale e Mauro, in pieno litorale. Si confronta, quindi, ogni giorno con le diverse facce e modalità di una realtà turistica e vacanziera che caratterizza profondamente l’intera zona.
Ed è proprio da questo specifico punto di osservazione che partono le sue riflessioni: «Jesolo richiama ogni anno moltissime persone che qui, evidentemente, si trovano bene per tanti motivi e per questo poi ritornano o decidono di stabilire qui la loro seconda casa (e sono sempre di più): qui hanno mare, sole, spiaggia, natura, possibilità di relazioni o anche solo di trascorrere del tempo di riposo in cui “staccare” e non far niente… Certo, c’è anche il versante sempre più preoccupante, e che tocca soprattutto i più giovani, del riposo inteso in senso molto trasgressivo e in cui sembra che per divertirsi e vivere qualcosa di bello bisogna arrivare a fare qualcosa di pesante, fino all’ubriacatura, all’essere sotto effetto di alcol e fare uso di droga e sostanze varie, al muoversi con altri come banda facendo guerriglia e lotta con altre bande…».
Un nuovo tipo di turismo, anche a Jesolo
L’impazienza cresce… Don Lucio Cilia rileva poi un aspetto che, ultimamente, emerge spesso dai racconti degli operatori del settore – anche impegnati negli ambiti più tradizionali e “tranquilli” – ed è un aumento esponenziale della rabbia, dell’impazienza e del nervosismo: «Mi dicono che basta qualche minima contrarietà, un errore nell’assegnare la fila dell’ombrellone o un piccolo ritardo nel servizio in ristorante o in hotel ed ecco che la gente scatta subito…». Ci sarebbe bisogno, insomma, di ritrovare tutti (e finalmente) un tempo ed uno spazio di maggiore serenità, di riposo e di ristoro autentico. Ma come procedere e quali ingredienti andrebbero inseriti per poter vivere tutto questo?».
Cosa può fare Jesolo. «Le opportunità possono essere tante e sono quelle che chiamano in causa la dimensione dello spirito, da un maggiore contatto con la natura ad un buon libro da leggere o alla possibilità di vivere esperienze ed occasioni di socialità. Qui in parrocchia, ad esempio, ci teniamo ad offrire periodicamente della musica buona, con l’organo, e qualche ciclo di conferenze perché anche la mente deve riposarsi e questo avviene non perché si smette di pensare ma perché ci si dedica a tematiche e interessi che abbiamo trascurato durante il resto dell’anno. Ecco perché, in questo senso, penso che anche una realtà come Jesolo dovrebbe puntare a crescere nell’offrire sempre qualcosa di più, nella prospettiva di un tempo di vacanza e riposo non legato esclusivamente al mare, al sole e alla spiaggia».
Un nuovo concetto del tempo

Ma c’è soprattutto un elemento importante che don Lucio invita a tenere presente: «Il vero riposo non deve essere mai quello dello schiavo, che lavora tanto e poi si riposa un momento per riprendere a fare esattamente ciò che faceva prima. Bisognerebbe riflettere di più sul senso del tempo e riposare significa anche dare al tempo una dimensione nuova. Non siamo gente che “consuma” tempo ma, semmai, vogliamo riprendere il tempo e recuperarlo in una dimensione di maggiore pienezza».

Ridare senso al tempo. In questo contesto c’è allora decisamente spazio per esprimere anche una proposta cristiana che aiuti a ridare un senso al tempo «che non è più una corsa verso la fine ma è segnato da impegni, incontri e momenti che tutti aprono all’incontro con Dio. La domenica, giorno del Signore e richiamo all’ottavo giorno, dovrebbe ricordare a tutti che siamo in cammino verso il riposo vero che è, appunto, una prospettiva di eternità e di pienezza. Dalla domenica, infatti, il cristiano impara il gusto di apprezzare e riconoscere con gioia tutto quello che ha vissuto e sta vivendo, arrivando a lodare Dio e a dire grazie. Possiamo, allora, riscoprire anche il valore di un tempo per la preghiera che può sempre garantire al nostro animo una sosta autentica. Proprio domenica scorsa, nel Vangelo, abbiamo ascoltato Gesù che diceva ai suoi: “Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro”. E il riposo che Gesù promette non è quello dello scansafatiche o di chi non sa prendere il giogo della propria vita, ma di chi sa ogni volta entrare in questa dimensione nuova che dà respiro, speranza e… riposo».
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