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«Dottore, i bambini possono viaggiare?»

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di Andrea Passarella, pediatra a Marcon

I bambini possono viaggiare? Posta così sembra una domanda senza senso : «Perché no?», vien da rispondere. Tutti ci ricordiamo i viaggi per andarein villeggiatura”. Si carica la macchina e si parte per il mare, vicino, o la montagna, lontanissima. Andare in colonia non era un viaggio, era un’avventura perché si andava da soli!

Ma ora contestualizziamo la domanda. Ho i due genitori dall’altra parte della scrivania, con un lattantino in braccio che, beatamente, se ne frega degli adulti e pensa ai fatti suoi, quando arriva il fatidico quesito. E preciso che ormai è una domanda ricorrente e queste poche righe sono il ricordo della prima volta. «Dottore, i bambini possono viaggiare?». Io ho studiato pediatria, ho fatto il papà, ma non ho studiato da agenzia viaggi. Va bene, dice la solita vocina, andiamo per gradi e non siamo frettolosi: «Quando vorreste partire e dove vorreste andare?». Spero in una risposta tipo: «Dai nonni a Verona». O «Abbiamo una casa in montagna…». Illusioni.

Immagine di bearfotos su Freepik
Andare in vacanza con i bambini piccoli? Attenzione alla meta

Se tutto va benissimo: «Dai parenti in Sicilia». E non potreste offrire il biglietto aereo ai nonni?. Altrimenti e, credeteci, è frequente: Zanzibar, New York, Messico. Attento! La comunicazione non verbale è pericolosa, rimani impassibile, mi raccomando. «E quando pensereste di partire?». «Beh, il mese prossimo». «Ma avrà 5 mesi!!!!». Va bene, ci siamo giocati l’autocontrollo, cerchiamo di recuperare un po’ di professionalità. Da che parte comincio: tipo di viaggio, vaccinazioni, rischio da pressurizzazione, malattie infettive, febbri infettive, assistenza sanitaria all’estero? Analizziamo: le compagnie aeree hanno tolto qualsiasi limite di età, quando ancora volavano i dinosauri le compagnie di bandiera non imbarcavano bambini di meno di 12 mesi, poi 9, poi…

I bambini possono arrivare a 2.500 metri sul livello del mare e l’aereo, mi sembra, dovrebbe essere pressurizzato ai 2.000/2.500, quindi qua non ci siamo. «Considerate che i vaccini non hanno ancora fatto il loro lavoro, che due dosi non sono sufficienti a determinare una sieroconversione efficace». No, ebete, traduci: «Non ci sono ancora abbastanza anticorpi per considerarlo protetto». Già meglio, dai, andiamo avanti con un po’ di terrorismo. «E stiamo parlando solo delle malattie per cui lo vacciniamo, poi ci sono quelle per cui il vaccino non c’è. Guardate che, se andate a Zanzibar, la zanzara con la malaria è daltonica e non vede se siete bianchi, neri, rossi o gialli». «Ma l’agenzia di viaggi ha detto che a Zanzibar, o nei Caraibi o in Egitto, la malaria in questa stagione non c’è».

Immagine generata da IA ChatGPT
Viaggiare con bambini con meno di un anno, ne vale la pena?

Negli occhi dei genitori vedo la spiaggia, l’ombrellone, i selfie e il completo disinteresse per quello che posso dire. Riproviamo: «Dovreste considerare che potrebbe avere una qualsiasi febbre, che già vi destabilizza qua, figuriamoci là, che richiede una visita, anche generica, ma da qualcuno con un po’ di esperienza». «C’è il medico del villaggio turistico e poi il villaggio è pulito, abbiamo visto le foto». Penso: non c’è storia Ciccio, ti portano chissà dove e io non te lo posso risparmiare. Facciamo un ultimo tentativo, buttiamola sul pratico: «Ma non sarebbe meglio lasciarlo alla nonna e andare da soli a fare una vera vacanza, magari quando avrà un anno, e così vi rilassate? Tanto, lui o lei non avrà assolutamente alcun ricordo di questa vacanza e quindi sarà come se non l’avesse mai fatta». Grosso errore, grossissimo errore. «E vuole che abbandoni mio figlio per andare in vacanza da sola!?».

Il piccoletto mi guarda interrogativo: cosa sarà mai uno Zanzibar? Si mangia, si beve, si muove? Colpo di genio! Si, mi rendo conto, poco credibile, ma anche un dottore uomo può avere un colpo di genio. «Considerate che, dovrete essere all’aeroporto due ore prima, e se si tratta di un charter muniti di tanta fortuna… Che dovrete imbarcare carrozzina e ammennicoli vari, che avrete le valigie, che si potrebbe mettere a piangere in qualsiasi momento, che come minimo farà la cacca mentre siete sulla scaletta dell’aereo e la turbolenza non vi permetterà di andare in bagno a cambiare il panno. Tutte quelle ore di volo con un bambino che frigna e disturba tutto l’aereo. E potreste stare male voi e chi penserà al bambino…».

E' davvero necessario portare i bambini in viaggio?

A questo punto fermiamoci se no evochiamo anche il terremoto, le cavallette e l’asteroide che cade sulla terra… Però vedo il panico negli occhi del papà che si vede sommerso di valigie-borse-carrozzina-zaino-biberon. Dai, che ce la facciamo, piccolo! Quella volta è andata bene: hanno rimandato il viaggio. Ma in realtà ci sono problemi che non hanno una soluzione semplice: famiglie che devono tornare improvvisamente al paese d’origine, prendendo un volo, devono portare con loro anche i figli.

Quindi tecnicamente i bambini, anche piccoli – e pensate a quelli che nascono sui barconi che arrivane dalle coste africane – possono viaggiare, con la precauzione di non superare i 2.500 metri di quota e, se possibile, di viaggiare lentamente. Ma non sempre è indispensabile.

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